Alzi la mano chi avrebbe scommesso su questo risultato. Ma soprattutto chi avrebbe scommesso sul pari della Juve dopo 15' della ripresa. Il 4-4 di San Siro si candida a diventare una delle più memorabili sfide del Derby d'Italia: rocambolesca, imprevedibile, appassionante, fuori dagli schemi e dai pronostici. In un aggettivo, si direbbe pazza. Ma non è stato a mio avviso così. Non c'è follia in quanto accaduto al Meazza in 95 minuti (2 di recupero nel primo tempo, appena 3 nella ripresa) tra due squadre che hanno palesato qualità e limiti di questa stagione, in una sorta di realtà aumentata.
Chi ne esce peggio è l'Inter che si guarda allo specchio - dopo aver pregustato la goleada contro i nemici di sempre - e si ritrova con tutte le sue rughe: non è la squadra robusta, rocciosa e impenetrabile di un anno fa, e almeno per ora incassa gol in tutte le gare. In più c'è un pizzico di presunzione, sufficienza e vanagloria di chi si sente basti lo scudetto sul petto, una seconda stella "tarocca" che con "un filo di gas" si possa bissare. Chi ne ha visti vincere 9 di fila sa invece che ogni anno si riparte da zero. E nulla può dirsi o darsi per scontato.
Chi ne esce rinfrancata - quasi fosse una vittoria - è la Juventus, splendida e contraddittoria creatura in divenire. Da qui alti e bassi di rendimento, costanza e solidità - riflesso anche di un'età media inferiore ai 24. Tanto che nel giro di 4 giorni i bianconeri mostrano un gruppo fragile, pavido e passivo con lo Stoccarda, tornare audace, intraprendente e inesauribile con l'Inter. Con buchi paurosi in difesa ma fiammate incontenibili in attacco. Pochi lo avrebbero creduto: perchè continuano a mancare troppi giocatori (3/5 dei nuovi acquisti, ma in senso tattico il peso specifico di un Koopmeiners e soprattutto di Bremer incide molto di più); perchè una squadra che aveva nella difesa la sua certezza maggiore si è ritrovata ad annaspare dopo 60' con 4 reti sul groppone (di cui 2 rigori regalati) e altrettante evitate; perchè i riflessi del primo ko stagionale sembravano aprire incognite inquietanti. Le stesse scelte di Thiago Motta parevano togliere anzichè infondere sicurezza, forse pure alla squadra: l'insistenza quasi masochistica su un Danilo palesemente fuori giri, i cambi continui nelle scelte offensive (Vlahovic e Conceicao fuori dopo 1 ora in UCL, Yldiz fuori dai titolari a San Siro), rotazioni con tutti tranne che con Gatti, improvvisamente esodato. Insomma interrogativi aperti.
La reazione bianconera, dal 70' in poi, invece è stata prorompente e ha messo a tacere almeno i dubbi sul carattere del gruppo: nel momento peggiore della gara e della stagione, con l'Inter a sfiorare ripetutamente il quinto gol e Di Gregorio a ergersi a baluardo insperabile, la squadra ha trovato la forza di risollevarsi, trascinata dal giocatore più atteso e criticato (per altro giustamente) fino a quel momento. La doppietta di Kenan Yldiz ricorda i riscatti storici di suoi illustri predecessori, e può diventare il clic di questa sua stagione, e di quella della Juve, pur martoriata dalle sventure e troppo avvezza all'infermeria. Eppure non c'è nulla di folle in quello che l'estroso numero 10 turco ha realizzato. La parte inspiegabile di questa storia è dove fosse finito Yldiz finora. Contagiosa l'esuberanza tecnica e agonistica di alcuni suoi colleghi, da Cambiaso a Weah, ma soprattutto Chico Conceicao. Vero apriscatole delle difese, giocatore che si sta candidando al ruolo di "irrinunciabile".
Ultima nota di una serata in cui le ugole sono tornate a vibrare come nei tempi migliori, la dedichiamo al sig.Guida di Torre Annunziata. Reduce da panzane clamorose a Madrid in UCL, ha "tenuto" bene la gara - anche grazie all'atteggiamento delle due squadre - fino al 4-4. Poi ha messo in fila 2-3 decisioni inspiegabili che potrebbero apparire ininfluenti ma che la dicono lunga su come volesse evitare "problemi": il fischio a metà campo su Kalulu (che avrebbe aperto un contropiede 5 contro 3) è parsa una "chiusura preventiva" degna dei LoBello primi anni 70; i soli 3 minuti di recupero in una gara con 8 gol e tante sostituzioni ono parsi cervellotici. L'inerzia della gara era cambiata, verrebbe da dire. L'impressione è che l'arbitro volesse chiuderla prima possibile. Eliminando il rischio di qualche episodio da Var nei minuti conclusivi. Insomma, meglio togliere il disturbo prima che qualsiasi ipotesi di "rissa" scoppiasse nel saloon della Milano in smoking bianco (o nei successivi salotti del bon ton calcistico italico).
Tutto meno che pazzo, insomma, questo 4-4. E non ci sarà tempo di rifiatare: che già Juve e Inter ci dovranno dire subito, da mercoledì, come sono uscite da questo impensabile Derby d'Italia. Se più forti o più snervate.
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