Grazia Ceramiche di Deruta: per l’”Economist” è la più antica impresa al mondo nel settore
Il Sole 24 Ore – 22 marzo 2005
Si dice che nei nomi sia un po’ scritto anche il destino di un’azienda. A Deruta il nome Grazia è sinonimo di ceramica.
Parliamo di un’impresa, la U.Grazia Maioliche Artistiche Deruta, guidata da Ubaldo Grazia, discendente di una famiglia dalla plurisecolare tradizione nella ceramica. E custode di una indiscussa tradizione di qualità ma anche di longevità, se è vero che l’”Economist” ha collocato proprio l’impresa derutese nella classifica delle più antiche imprese al mondo.
La storia della famiglia Grazia, infatti, è stata legata per oltre cinque secoli al mondo delle creazioni ceramiche; e a Deruta, nel cuore dell’Umbria, in particolare dai primi del ‘500 quando i Grazia vi si trasferirono da Bologna – godendo di leggi speciali che intendevano favorire insediamenti produttivi dopo la peste del ‘400 – e impiantarono una primordiale fornace, dentro le mura civiche del paese, come confermano numerosi documenti d'archivio.
Oggi quel primo antichissimo sito produttivo è ancora “vivente”, è stato restaurato sul piano strutturale dal Comune e nella prossima primavera sarà di nuovo inaugurato come spazio museale della ceramica e luogo didattico per il locale Istituto d’arte.
“L’azienda attuale – ci spiega Ubaldo Grazia - risale formalmente agli anni ’20, e anche la sede è la stessa di allora, ma è figlia di una tradizione che si tramanda ininterrottamente dal ‘500. Venne fondata da mio nonno, che si chiamava a sua volta Ubaldo, e che era stato capofabbrica nella “Maioliche Deruta” una società che vedeva la presenza di diversi imprenditori anche perugini (tra cui Buitoni). E fin da allora iniziò un’intensa attività di esportazione verso gli Stati Uniti, che oggi coprono circa il 90% del nostro mercato”.
Pioniere in tutti i sensi, nonno Ubaldo, che raccontava a suo nipote come la prima commessa per gli States, datata 1922, conobbe un viaggio alquanto complesso: il materiale fu trasportato con i carri trainati dai muli fino alla stazione di Deruta, con il treno raggiunse Livorno da dove si imbarcò con la nave alla volta di New York, tempo finale di trasporto 3 mesi!
E se nel Cinquecento i clienti più importanti di quella primigenia fornace erano le famiglie nobili, i conventi e le chiese che iniziarono ad utilizzare ma anche a vendere i prodotti Grazia ai pellegrini che visitavano la tomba di San Francesco in Assisi, oggi la U.Grazia snc – con 42 dipendenti e circa 3 milioni di euro di fatturato – produce ceramica artistica e di arredamento per clienti quali Tiffany, Bergdorf Goodman, Neiman Marcus, Saks 5th Avenue, William Sonoma, ovvero department stores tra i più rinomati e qualificati del mercato americano. E tra i clienti d’eccezione dell’azienda derutese c’è perfino la Casa Bianca dove fanno bella mostra di sé alcuni vasi decorativi firmati Ubaldo Grazia. Tradizione, continuità – garantita per altro anche dalle nuove generazioni – ma anche innovazione: alla fine dell’800 quando la ceramica attraversava un periodo di crisi per la concorrenza della porcellana, fu proprio l’apporto fondamentale degli artigiani della famiglia Grazia a favorire una rinascita artistica con la riscoperta delle tecniche di produzione del “lustro dorato (ottenuto in 3a cottura)”. Negli anni Ottanta poi, Ubaldo Grazia, l’attuale proprietario, ha attivato preziose collaborazioni con importanti designers stranieri, soprattutto americani, per rinnovare e rivitalizzare la produzione, dai disegni alle forme, adattandola al gusto moderno ma conservando nel contempo il rispetto della tradizione, con il recupero di disegni antichi e di collezioni classiche.
Ora è la concorrenza dall’Oriente (ma anche da Messico o Portogallo) a far parlare di sé “anche se per il nostro specifico mercato – conclude Grazia riferendosi agli Usa - resta il dollaro debole il nemico numero uno”.
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martedì 22 marzo 2005
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