Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

domenica 22 febbraio 2015

Luca Ronconi e quell'intervista di 10 anni fa: "Il teatro? E' come cercare se stessi". "Vivere in Umbria? Quello che cercavo".

Per ricordare Luca Ronconi, il più grande regista teatrale italiano, scomparso ieri a Milano, e che aveva scelto dal 1978 di vivere sulle colline di Gubbio e di trovare in Umbria la sua nuova dimora, ho ripescato un'intervista che realizzai 10 anni fa (luglio 2004) per "Il Sole 24 Ore". Rileggerla oggi ci aiuta a conoscere e apprezzare ancor di più un personaggio che ha dato e lasciato alla cultura italiana pietre preziose. E, come in questa intervista, in un pomeriggio d'estate sulle colline di S.Cristina, parole importanti...


Le colline di S.Cristina sono come un tappeto rabberciato, che si insinua tra la pianura di Gubbio e la valle perugina. 
Uno spicchio di verde francescano, dove la quiete è sovrana. E nemmeno il fiorire, negli ultimi anni frenetico, di agriturismi e country house ha alterato un’atmosfera quasi surreale. Che fa sentire distanti, serenamente distanti, da tutto e da tutti.
Forse è anche per questo che nel 1978, Luca Ronconi, il più grande regista teatrale italiano, ha scelto di vivere qui.

Non è stata una fuga – precisa di primo acchito, il maestro – ma una scelta di vita. Ho cercato un luogo dove potessi trovare tranquillità e che mi desse quello che cercavo”.
Cosa cercava, in particolare?
Niente più che un luogo tranquillo, piacevole, dove la natura ti circonda, la campagna ti affascina. Un posto semplice ma dove vivere bene, in mezzo a persone gradevoli, disponibili, cordiali. L’ho trovato. E non c’ho pensato due volte”.

Da 26 anni il maestro Ronconi ha lasciato la residenza romana di via Monserrato e si è stabilito a Gubbio, non certo venendo meno agli impegni artistici e professionali: “Ho continuato a operare, pur risiedendo in periferia, dove anzi ho potuto organizzare con più calma il volume di lavoro che dovevo affrontare”.
E sulle colline umbre ha meditato e trovato ispirazioni importanti:
Perché no, al Teatro Comunale di Gubbio ho ambientato la prima di alcune opere (“Tre sorelle” di Cecov, la “Serva Amorosa” e in Umbria altri celebri allestimenti con il Teatro Stabile) che considero momenti importanti. E’ un piccolo gioiellino il teatro eugubino, e mi ha fatto piacere ritrovarlo per la Scuola di perfezionamento che abbiamo avviato”.

Luca Ronconi non coltiva hobby, o attività particolari. 
Magari, a volte, può scapparci una passeggiata, lungo qualche sentiero. Il teatro è e resta la sua vita. Senza pertugi per interessi diversi. E il suo stesso parlarne con discrezione, con voce sommessa, quasi silente, sembra quasi indicare una linea di confine, oltre la quale è difficile addentrarsi.
Solo parlando di teatro, il maestro riprende di buon grado il suo dialogo: un percorso che vive una nuova esperienza, una piccola sfida, con la Scuola di perfezionamento per attori e registi voluta e diretta da lui stesso, che ha portato in scena i primi lavori al Teatro Comunale di Gubbio e al Teatro della Sapienza di Perugia.
Non vuol essere una scuola nel senso classico – spiega Ronconi, rivelando tutta la sua passione per il progetto - ma un’occasione d’ incontro, confronto e crescita tra diverse generazioni di attori e registi. In fondo anche noi possiamo imparare dai giovani. La considero una sperimentazione che ci ha permesso di verificare le reciproche esperienze e di crescere giorno dopo giorno, in base a reali condizioni operative”.

Organizzato dal Centro Teatrale Santa Cristina (fondato dallo stesso Ronconi) finanziato dalla Regione dell’Umbria e dall’Unione Europea (con 112mila euro), il corso di altissimo perfezionamento è riservato a 30 giovani talenti, attori e registi, più cinque uditori, selezionati tra oltre 600 domande arrivate da tutta l’Italia . Qualcosa come 300 ore di esercitazione su testi moderni e contemporanei, da D’Annunzio ai classici shakespeariani, con lezioni di lingua e letteratura inglese.
Cosa cerca nel teatro, cosa le dà il teatro?
E’ come cercare se stessi – rivela Ronconi – Quello che ancora oggi mi muove e mi stimola è la curiosità. Nel teatro è insita una duplice vocazione: l’istinto della rappresentazione e la necessità di comunicazione, due forme espressive che possono mutare aspetto, stile, ma che non possono fare a meno l’una dell’altra. E dopo tanti anni, è naturale cercare di trasmettere quello che si è costruito, appreso, quello che si ha e si vive nel teatro”.
In questo percorso, quanto è importante il talento e quanto la tecnica?
Il talento da solo non basta, perché purtroppo è facile disperderlo: ho visto troppi talenti dilapidati nel tempo. La didattica resta un passaggio irrinunciabile”.
La didattica poi non è una novità per il maestro: “Iniziai a 36 anni alla Camera Filodrammatica – ci confida – quella di oggi la vedo come una naturale prosecuzione delle esperienze maturate: inutile apprendere senza poi condividere. Il teatro è un territorio, non una proprietà: non si può essere gelosi custodi di quello che si ha e che si ama. Ma la vera soddisfazione nasce dalla possibilità di trasmettere questo mondo, questa disciplina, che è il teatro, soprattutto ai più giovani”.
Il teatro come territorio. Una metafora emblematica per capire il rapporto intimo tra Ronconi e la sua “creatura”. Un senso di appartenenza che il maestro in parte trasferisce anche in questa porzione di Umbria, che da quasi trenta anni lo ha adottato.

Si sente un po’ umbro?
Non sono umbro, ma ho imparato ad amare questa terra e a viverla con rispetto: è facile sentirsi a casa propria in queste colline. Ed è facile essere contagiati da questa atmosfera: così come nelle tradizioni più radicate e sentite”.
C’è chi l’ha immortalato ad esempio, lo scorso 15 maggio, in mezzo a numerosi ceraioli, durante la Festa dei Ceri, la “folle” corsa con tre enormi macchine lignee, che ogni anno gli eugubini dedicano al proprio Patrono:
Una festa molto bella, una vera festa popolare, con una straordinaria partecipazione che sa coinvolgere tutti, gli eugubini ma anche i tanti forestieri che vi si avvicinano. A suo modo, un’esperienza unica che esprime emozioni non comuni”.
Proprio come sa regalare l’Umbria, che ha saputo accogliere un artista straordinario, che a sua volta ha idealmente voluto ricambiare: visto che la Scuola di perfezionamento per attori e registi è stata fortemente voluta in Umbria, nonostante il maestro abbia sempre importanti impegni professionali e legami con Milano per altri tre anni è alla Direzione del Piccolo Teatro e il 7 dicembre lo attende la prima de “L’Europa riconosciuta” di Salieri.
Un altro capolavoro firmato da Luca Ronconi: che in Umbria ha stabilito la sua dimora, ma che con questa terra, marginale ed espressiva, tranquilla ma intimamente energica, ha saputo entrare in simbiosi. Come quegli incontri che prima o poi devono avvenire.
Continuerà a vivere in Umbria? 
La risposta è semplice ma essenziale: “Qui sto meravigliosamente. Perché dovrei pensare di andare altrove?”.

GMA

Da "Il Sole 24 Ore - Centro Nord - cultura" - 29,7,2004