Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

martedì 30 dicembre 2014

Dalla guerra dei nostri nonni, al 2015 che si avvicina...

Sto leggendo Aldo Cazzullo e la storia della "guerra dei nostri nonni", mentre il 2014 sgocciola via lentamente con le sue ultime battute.
In genere, in queste ore, ci si guarda indietro e si ripercorre l'anno che si sta lasciando alle spalle.
L'ho già fatto in questo blog negli anni scorsi. E la tentazione e' forte.
Ma stavolta resisterò. E non perché non abbia bei ricordi di questo 2014, professionali e soprattutto personali.

Penso ad esempio all'intervista a casa di Piero Angela, a febbraio, con un'appassionante visita al museo nazionale dell'emigrazione all'Ara Pacis di Roma. O all'intervista - cotta e mangiata - il pomeriggio della vigilia dei Ceri con Steve Mc Curry niente meno che nel giardino di casa mia: dopo che era rimasto incantato a guardare le foto dei ceri nella mia tavernetta, già imbandita di salumi e assaggi vari in attesa della sera. O alla lunga chiacchierata con Flavio Insinna, a San Pietro, in un pomeriggio estivo prima del suo spettacolo per i 25 anni del "Gubbio Summer Festival". O la cena informale insieme a Gianni Letta a casa di Francobaldo Chiocci, prodigo di consigli e complimenti (che non guastano mai, specie se spontanei, non richiesti e disinteressati) dopo la presentazione del libro "C'era una volta l'inviato speciale".

Bellissime esperienze, ma ancor più coinvolgenti lo sono state le mille emozioni che hanno saputo regalarmi i miei figli, la mia famiglia, ai viaggi, alle sciate o alle nuotate, ai libri letti e a quelli che attendono solo di essere sfogliati. Alle trasmissioni venute bene, e a quelle che mi hanno lasciato amaro in bocca, alle discussioni in redazione come ai complimenti di qualche telespettatore per strada. Alle intuizioni fugaci e ai rimpianti postdatati. Alle chiacchierate davanti ad un aperitivo come agli addii non voluti. Ce ne sarebbe di che scrivere di questo 2014...

Eppure avverto, più che in passato, un crescente formicolìo. Che e' sinonimo, forse, di vecchiaia ma soprattutto di impazienza.
Impazienza per un 2015 che dovrà per forza lasciare qualche segno.
E' un anno carico di aspettative, di ricorrenze, di eventi certi o possibili che meritano questa sensazione un po' nervosa, un po' nevrotica, un po' spasmodica di ansia.
 
Cento anni fa, i nostri nonni - per tornare al libro su cui mi sto immergendo - avevano sogni diversi, ideali lontanissimi da quelli di oggi, e una precarietà che non era fatta di Co.Co.Co ma di moschetti, trincee e assalti alla baionetta.

Mio nonno Stefano aveva 18 anni (classe 1897) quando fu chiamato al fronte. Forse andò con entusiasmo, sicuramente durò poco. Perchè di quella guerra, come dell'altra combattuta in Montenegro 25 anni dopo, non raccontò mai nulla a casa. E non esiste memoria, almeno in ambito familiare, per qualcosa che probabilmente sei costretto a portarti dentro, più come un macigno che come un'esperienza da riportare ai nipoti.
E' passato un secolo e molte di quelle vicende non hanno insegnato nulla.
Il buono che resta, e che può corroborarsi con le pagine del libro di Cazzullo, è la “voglia di Italia” che tanti ragazzi andarono ad esprimere non solo “mettendoci la faccia” (come va di moda dire oggi) ma rimettendoci la vita, con uno spirito che – senza moschetto, baionetta ma con la stessa “voglia di Italia” - dovrebbe essere da esempio ai nipoti e pronipoti di oggi. Per quei 650 mila italiani che nonni non poterono diventare.

Altro dovrà accadere, fortunatamente nel 2015. Altro di cui parlare, di cui scrivere e di cui leggere. E non vedo l'ora di poterlo fare...
Auguri a tutti i 25 lettori del blog. E un 2015 ricco di tutto ciò che vi aspettate.
E anche, perché no, di qualche bella sorpresa...

mercoledì 17 dicembre 2014

Nuovo anno, soliti auspici? Ma la città almeno ha ritrovato una guida...

Come sempre l'arrivo del nuovo anno e' l'occasione per gli auspici.
Ci si sente tutti un po' più buoni, e non si sa bene perché.
Ma soprattutto si spera sempre che il nuovo anno cancelli le scorie di quello che se ne va. Un'illusione? Forse. Ma e' bello che resti così.
Sarebbe curioso andarsi a rileggere gli auspici degli anni passati, una sorta di fact check a ritroso, per vedere se poi tutto e' andato davvero come si sperava... Meglio di no. Meglio guardare avanti.


E Gubbio ha iniziato a guardare avanti, dopo un anno nel quale, quanto meno, si e' restituita una guida amministrativa.
Ecco, intanto il 2015 sarà il primo vero anno operativo per la nuova Giunta. Non un esame (quelli, in fondo, non finiscono mai e lo sa ancor meglio di noi il sindaco, da stimato e navigato docente) ma l'entrata a regime. Che dovrà essere anche una prima importante svolta, un cambio di passo per questa citta': sul piano progettuale, sulla capacita di programmare il futuro, senza dimenticare il "piccolo cabotaggio", le buche o i lampioni che sono il primo termometro di un'attività amministrativa (ma non devono restare l'unico). Un risveglio, soprattutto con un autunno e inverno ricco di eventi di successo, comincia a intravedersi. Non ci si culli sugli allori del momento, ma la strada e' quella giusta.


Sarà anche l'anno delle Regionali, il 2015. E se con 30 seggi si riusciva con qualche acrobazia ad avere un paio di rappresentanti, con i futuri 20 scranni sarà dura che Gubbio e il suo territorio siano adeguatamente rappresentati. Vedremo. Pur sapendo che non basta avere una "bandierina" sul tavolo del Risiko di Palazzo Cesaroni come alcune vicende - che gridano vendetta (tipo Alberghiero) - dimostrano.

Il 2015 sarà l'anno in cui dovrebbero andare a compimento storiche realizzazioni: come la Perugia-Ancona, tratto umbro (alleluia, ma gridiamolo solo a cose fatte...) o come il remake rivisto e corretto del parcheggio di S.Pietro (vedi sopra).
Ma noi ci aspettiamo anche qualche sorpresa (positiva). In fondo, proprio come i regali, gli auspici piu belli sono quelli che non ti aspetti...

GMA



da editoriale "Gubbio oggi" - dicembre 2014

lunedì 15 dicembre 2014

Eugenio Lamanna, l'esordio in A, e quel destino scritto dal dischetto...

Qualche volta il destino si diverte. Si diverte a farci credere in una sorta di predestinazione.
Non sarà così, ma che l'esordio assoluto in serie A di Eugenio Lamanna coincidesse con un rigore parato, neanche lui deve averlo mai sognato.
Timido com'è, introverso e di poche parole, può essergli capitato di pensarlo fugacemente. Ma poi di allontanare subito quella piccola intima illusione. Convincendosi che è meglio allenarsi, restare coi piedi per terra e aspettare il momento giusto.
Perchè davanti c'è uno come Mattia Perin che invece predestinato lo è: a diventare l'erede di Gigi Buffon.

E invece la domenica 14 di dicembre Eugenio Lamanna se la ricorderà per sempre: perchè in un contropiede della Roma a Marassi va a finire che Perin tocca Naingolaan, il belga va giù e l'arbitro Banti indica dischetto e sventola il rosso al portiere genoano.
"Gegè è il tuo turno", deve avergli detto Gasperini, scuotendo la testa e già pensando di dover ripartire con un gol di svantaggio. E lui, in silenzio come sempre, è andato in porta.

Che fare? Niente di paranormale, mi butto a sinistra e prego che sia la parte giusta.

Perchè? Perchè a sinistra Lamanna ha parato 4 dei suoi 5 rigori con il Gubbio, nelle due stagioni dorate della doppia promozione dalla C2 alla B.

Si comincia in C2 nel 2009-2010, in Gubbio-Giacomense. Finirà 2-0 con i gol di Marotta e Farina ma gran parte del merito va anche a Lamanna che dice di no a Perelli dagli undici metri.
Qualche mese dopo il rigore è più pesante: finale di andata play off col San Marino, i rossoblù conducono 2-0 grazie ai gol di Rivaldo su punizione e il raddoppio di Gomez in apertura di ripresa: al 90' Cesca si procura il penalty per riaprire tutto ma dal dischetto il talentuoso Grassi si vede sbarrata la porta da Lamanna. Che a fine playoff, al ritorno, ringrazierà il suo "maestro", l'ex portiere del Perugia e del Genoa, Simone Braglia.


Si sale di categoria ma il copione non cambia. Prima di campionato in casa in C1 col Sudtirol: il Gubbio dimentica i 5 gol di Cremona incassati 7 giorni prima, rifilandone 4 agli altoatesini, ma sul conto c'è anche un rigore neutralizzato da Lamanna a Campo.
Passa qualche mese, Lamanna supera lo choc dell'aggressione subita ad Alessandria e nel match di ritorno proprio con l'Alessandria, e con il Gubbio sopra 1-0 grazie al missile di Daud, è ancora rigore: stavolta c'è Artico sul dischetto, ma Lamanna torna a buttarsi a sinistra, e lo stadio esplode di un boato liberatorio.
Non è finita. Lui comasco deve parare pure un rigore al suo Como: due settimane dopo è Franco ad andare sul dischetto ma Lamanna mette da parte gli affetti e le origini, si butta stavolta dall'altra parte e la porta è ancora salva.

Chissà se ha ripensato a tutto questo Eugenio mentre aveva di fronte Adem Liiajc a Marassi ieri pomeriggio. Forse no, l'importante è che il risultato sia stato il medesimo.
Un record imbattibile, quello di esordire in A parando un rigore. Ora non resta che augurargli, non ce ne voglia Perin, di tornare anche in futuro protagonista nel palcoscenico più ambito.
Da Gubbio, è sicuro, il tifo non gli mancherà mai...
 
 
Rubrica "Il Rosso e il Blu" da "Fuorigioco" - lunedì 15.12.14

sabato 6 dicembre 2014

Basket Gubbio, 40 anni in un ciaf...

Tabelloni di legno, canestri artigianali, un campo di cemento-asfalto, ovviamente all'aperto. Sono lontani i tempi della palestra di San Pietro. Sono passati 40 anni da quando un gruppo di appassionati di basket organizzarono la prima squadra cittadina, il primo quintetto pronto ad incamminarsi in un percorso che allora, forse in pochi, avrebbero immaginato così prolifico.

Il Basket Gubbio ha mosso i primi passi in un piazzale a suo modo storico ed emblematico per la comunità eugubina.

Prima della guerra, davanti a quella palestra, si svolgeva addirittura l'alzata dei Ceri.
Dopo la guerra almeno due generazioni di eugubini hanno giocato, trascorso momenti di ludica spensieratezza o anche semplicemente una ricreazione scolastica.
Oggi sorge un complesso che da solo raffigura plasticamente l'incertezza sul futuro di questa comunità.
Non è incerto invece il cammino che da allora, per 40 anni, ha contraddistinto il Basket Gubbio. Centinaia di ragazzi, innamorati della pallacanestro, hanno potuto abbracciare una disciplina straordinaria, per coinvolgimento, spirito di squadra, aggregazione.
Con un sigillo distintivo da un lato pionieristico, dall'altro fortemente identitario: in 40 anni è stato forse il basket la vera disciplina sportiva che ha contribuito a superare campanilismi e aiutato una aggregazione anche con comunità limitrofe – su tutte Gualdo Tadino – da cui spesso sono arrivati giocatori, ragazzi e amici.

Dall'altra, oggi, a fronte di realtà sportive dove gli eugubini stentano a trovare spazio (calcio ma anche pallavolo), è ancora il basket lo sport principe per esaltare e dare spazio alle migliori risorse giovanili eugubine, con una squadra interamente composta da elementi cresciuti nel vivaio, ancora oggi forte di oltre 200 unità, dal minibasket fino alla Juniores fino ovviamente alla prima squadra.

Non sono mancate, certo, tappe di difficoltà, di crisi, anche di divisione, lungo il cammino quarantennale.
Il superamento di ognuno di essi ha comunque sempre corrisposto ad un salto di qualità, ad una crescita di maturità, ad una maggiore consapevolezza della forza aggregante del pianeta basket a Gubbio: per giovani e anche meno giovani, per praticanti o anche solo per appassionati dediti al tifo dagli spalti.

Molti dei quali ricordano ancora le gradinate di San Pietro, come gli scalini incandescenti della Palestra del Liceo, i gradoni più moderni della palestra dell'Istituto d'arte fino all'attuale “teatro” della Polivalente.
 

Dove gioie sportive e qualche amarezza si sono accavallate, ma sempre con un unico denominatore comune: la passione per la pallacanestro più sana, l'appartenenza ai colori biancazzurri, la voglia di indicare una strada. Nel panorama sportivo e anche sociale della nostra comunità.
Con la forza di un tiro da tre, un “ciaf”, morbido e inesorabile. Capace, però, dopo 40 anni, di lasciare il segno.
 
GMA
 
 
 
Editoriale libro "1973-2013 - 40 anni del Basket Gubbio"