Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

sabato 16 marzo 2019

Zeitgeist 2018: come ripercorrere una profonda delusione, in 90' di frenetica rimonta...

Quando CR7 diventa #irReal c'è solo da applaudire. E riconoscere la superiorità di un avversario spaziale. Consolazione? No, secondo me è solo spirito sportivo. 
(Per chi può capirlo...) #forzajuvesoprattuttoinserecomequesta.

Avevo scritto proprio così, più o meno un anno fa, nel mio profilo di facebook. Perchè di fronte ad una prestazione e ad un gesto tecnico come la "rovesciata del 2018" c'era solo da alzarsi e applaudire. Senza neanche sapere quale fosse il risultato della gara. Poi al ritorno successe di tutto, dalla rimonta costruita in modo pazzesco ai bidoni della spazzatura al posto del cuore, nel finale... ormai è storia. Storia di episodi, che spesso decidono intere stagioni sportive.

Non so come andrà a finire questa di stagione. So già però che nel mio personalissimo Zeitgeist 2019 una serata come quella di martedì avrà il suo posto.
Perchè è vero che bisogna sempre crederci, che non bisogna mollare mai, che fino alla fine forza Juve, che bla bla bla... ma stavolta nessuno dei tifosi pensava che ad una squadra solida e granitica come l'Atletico, ad una difesa d'acciaio come quella dei colchoneros, che ad un tecnico irriducibile come il Cholo, si potessero fare 3 gol, senza subirne, di cui due di testa (dopo che nell'intera stagione CR7 ne aveva segnato solo 1, con la complicità di Donnarumma, nella finale di Supercoppa a migliaia di chilometri da qui).

Invece è successo: chi doveva crederci, lo ha fatto, chi doveva reagire, ha dimostrato innznaitutto a se stesso, di poterci riuscire. Il resto lo ha fatto uno stadio che è un catino infernale (se vuole). Che ho avuto la fortuna di "assaggiare" due volte, l'ultima proprio nel 2018 in un sabato che doveva essere anonimo, con lo scudetto già conquistato, ma che resterà scolpito per il commiato di un monumento sportivo come Gigi Buffon. Anche lui è ormai fuori dalla corsa Champions, come il suo PSG gravido di stelle, come il borioso Real, come il sempre insidioso Bayern.

Le emozioni di martedì sera diventeranno leggenda a seconda di come andrà a finire questa corsa: che resta ripida, che il sorteggio con l'Ajax non ha certo ammorbidito, che bisognerà modellare, forgiare, e lucidare, come un gioiello prezioso, per almeno altre 5 partite.
Ma intanto c'è stato martedì. Una di quelle serate che ti consumano di una tensione insospettabile, ti corrodono col passare dei minuti, tanto da chiederti che senso abbia in fondo contorcersi per una partita di calcio. Ma è così.
E l'urlo liberatorio al triplice fischio finale è qualcosa di irriconoscibile, che si rivela a se stessi, dopo aver vissuto in piena "frittura" l'intero corso della partita, accanto ad un padre - che se possibile, è ancora più appassionato di te - e ad un figlio che, beato lui, non ha fatto nulla per imboccare altre "strade" di tifo e passione.

Anzi, proprio con Giovanni è stato ancor più bello condividere i momenti da Zeitgeist del 2018 in bianconero, prima all'Olimpico, in una delle più scialbe prestazioni della Juventus, culminata però nell'invenzione balistica, tecnica e atletica di Paulo Dybala, che si è letteralmente inventato il gol vittoria al 93' facendo scatenare l'intero settore di tifosi bianconeri in curva Sud.
Poi in un sabato di fine maggio, la partita dell'addio di Buffon, con la spensieratezza di un risultato inutile per la classifica ma la consapevolezza di una parentesi comunque da ricordare, di un omaggio da onorare ad un grande campione di sport e una bella giornata insieme ad amici "di quelli che non ti annoi sicuro".

Giornate belle, intense, appese al vincolo condizionale di un risultato (che se poi è negativo, chi ti alleggerisce le ore del rientro?) ma attraversate da quella doppia striscia in bianco e nero che ti senti addosso, tanto da condirci anche una delle torte di compleanno di Giovanni (con i minuscoli giocatori del Subbuteo) o da immortalare con la maglia di CR7 in completo nero.
Roba che solo un anno fa, a pensarla, ti avrebbero misurato la febbre...

Ora CR7 è dalla nostra parte. Lo abbiamo scritto anche sulla sabbia - il giorno dell'annuncio, in una spiaggia della Sardegna più aspra e sorprendente. Facciamo balenare addosso questo sogno ancora per un po'. E se non basterà, anche quest'anno, ci culleremo la serata di un 12 marzo in cui tutto quello che non avresti mai creduto potesse accadere, c'è stato davvero...
Dal post di "Under pressure" un'ora prima della gara, all'adrenalina del pre-partita (una delle rare occasioni in cui l'ho visto davvero) fino alla gioia di rivedere highlights e commenti all'infinito. Come se quella serata non dovesse più spegnersi.
E' proprio vero.
Quando l'asticella si sposta in alto, e tu dimostri di poterla superare, nulla ti appare più come prima...