Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

mercoledì 25 marzo 2015

"Don Matteo" torna a Spoleto? Meglio il patto con Assisi...

Potrà sembrare una pia consolazione. Ma leggere che la Lux Vide ha riconfermato Spoleto come sede della decima edizione di “Don Matteo” il giorno prima della firma del protocollo tra i comuni di Gubbio e Assisi, fa un po' meno male.

Non nascondiamoci dietro un dito. In molti avevano sperato che qualcosa si potesse recuperare sulla strada “perduta” dopo l'addio nel 2012-2013 della popolare fiction – dovuta ad una serie di incongruenze, mancanze istituzionali (da Gubbio), vuoti progettuali ma anche da una serie di “combinazioni non meglio identificate” che portavano anche a Palazzo Donini.

Coperta in extremis con una giustificazione poco plausibile la vicenda dei tanti mila euro spesi dalla Regione per promuovere la fiction a Spoleto, resta da chiedersi – per ora senza risposta dai diretti interessati – come mai in 13 anni dal Palazzo politico più importante dell'Umbria nessuno, dalla Lorenzetti alla Marini, si sia mai scomodato per venire a prendere un caffè in Piazza Grande, davanti la scacchiera del prete detective, salvo poi precipitarsi all'ombra del Duomo spoletino in occasione del primo ciak nella nuova location.
Che da Spoleto c'abbiano saputo fare (e anche rifare, vista la decima edizione alle porte) è fuori discussione: le associazioni di categoria, il consorzio albergatori e la lobby della ricettività ha di nuovo serrato le fila, con il comune, non appena si è profilata la “minaccia” che Gubbio tornasse all'assalto. In questo va riconosciuto che almeno il sindaco Stirati ci ha provato, intessendo nuovi rapporti e un tentativo di dialogo con il gruppo Bernabei. Salvo correzioni in corsa, purtroppo il tentativo non è andato.

Ma per una fiction che saluta – con tanto di testimonial neo cittadino onorario (anche se ormai Terence Hill è più popolare come guardia forestale del fiabesco lago di Braies a Dobbiaco) – molte altre finestre e opportunità si possono aprire.
Proprio il protocollo tra i comuni di Assisi e Gubbio è la grande novità di questo periodo. Qualcuno lo battezzerà come frutto della spinta elettorale della candidatura Ricci. Sarà anche questo, fatto sta che l'accordo non ha precedenti e – quel che è peggio – negli anni precedenti nessuno c'aveva neppure pensato. Neanche una telefonata tra Palazzo Pretorio e Piazza del Comune ad Assisi.
Del resto cosa volete che abbiano in comune queste due città (come si chiedeva un amministratore eugubino pochi anni fa)?
Niente, a parte la figura del santo più conosciuto al mondo, che ha dato il nome all'attuale Pontefice, che ha percorso i sassi del sentiero che conduce alla Chiesa della Vittorina e al ribattezzato Parco della Riconciliazione, dove ha ammansito il lupo – parabola simbolo di pace più famosa al mondo – dove ha vestito il suo primo saio e curato i lebbrosi.

La risposta è volutamente ironica ma anche da queste colonne, chi vi scrive, la proponeva dall'inizio degli anni Novanta. E' passato, ahinoi, quasi un quarto di secolo. 
Meglio tardi che mai... 

GMA


Editoriale "Gubbio oggi" - febbraio 2015

lunedì 16 marzo 2015

"Sugar Queen": la favola di un mancato magistrato che diventa rinomata cake designer...

Una storia contro la crisi. Soprattutto contro la disoccupazione femminile e intellettuale: è quella raccontata nel libro “Sugar Queen” da Cristina Zagaria, giornalista di Repubblica autrice del volume presentato a Gubbio al ristorante Federico da Montefeltro su iniziativa della Fondazione Mazzatinti in collaborazione con il Comune. 
Il libro racconta la storia di Giada Balderi, napoletana, laureata 110 e lode in legge, aspirante magistrato, mamma di una bimba e con un secondo "marmocchio" in arrivo. Quanto basta per vedersi sbarrate le strade professionali, se non rifugiandosi in un misero incarico collaterale in uno studio legale partenopeo con poco più che un rimborso spese a fine mese.
Insomma il miglior viatico per chiudersi in casa e mettersi a pulire le fughe delle mattonelle con l'acido, mansione cui finisce per dedicarsi per sfinimento (ed esaurimento nervoso incipiente).
La sua "seconda vita" in realtà nasce per caso: quando sembra tutto perso, quando il destino sembra riservarle un futuro da cenerentola - senza neanche la speranza di trasformare una zucca a mezzanotte - si mette d'impegno a realizzare la torta di compleanno per sua figlia Mirea.
Non una torta qualsiasi, ma una torta da guinness, con tanto di principesse - come desiderato dalla piccola. Oggi Giada è diventata una delle piu' famose cake designer in Italia con il suo laboratorio Sugar Queen di Napoli.

Da sin. Giada Balderi e Cristina Zagaria
Il libro racconta questa favola: per dimostrare che credere in ciò che si fa, ma anche credere in ciò che non si pensava di poter fare, resta il segreto di sorprese inaspettate. Che per qualcuno significano anche lavoro, gratificazione e futuro.
Un messaggio positivo, incoraggiante, ottimistico, tanto più che proviene dal Sud, da Napoli, città che quanto ad opportunità non può certo dirsi una Silicon valley.
Cristina Zagaria ha saputo dipingere questa storia con i tratti forti ed energici di chi ha a che fare quotidianamente con la cruda realtà della cronaca, ma anche con la delicatezza e lo stile che si richiede ad uno stilista di colori e di sapori, quale la protagonista del libro sa diventare.

In sala, per la presentazione del libro che ho avuto la fortuna di introdurre, anche due cake designer eugubine, Marta Pierucci ed Eleonora Pierotti titolari della "Bottega delle Dolcezze", da pochi mesi una novità nel panorama eugubino che sa abbinare pasticceria tradizionale alle nuove decorazioni in pasta di zucchero. Con una simpatica dimostrazione che ha arricchito la presentazione di Sugar Queen.
Marta è ingegnere, Eleonora studentessa. Il presente e il futuro, fino a qualche settimana fa, era appeso ad un esame o ad una prospettiva professionale appannata dalla solita cronica crisi.
Che per molti altro non è che un pretesto per non scommettere su se stessi.
Loro no, loro hanno scommesso. E sognano di poter diventare, nel piccolo mondo eugubino, delle Sugar Queens... In bocca al lupo!

domenica 15 marzo 2015

S.Croce della Foce: arriva il finanziamento, si apre finalmente un nuovo capitolo

Per una volta la parola “resurrezione” arriverà prima ancora della Passione.
La metafora, lungi dal voler sembrare blasfema, si presta alla perfezione per la chiesa di Santa Croce della Foce di Gubbio.
Ieri è stato il giorno in cui è stato svelato il piano per finanziare i lavori strutturali per la splendida chiesa barocca simbolo dei riti della Passione a Gubbio e sede dell'antica Confraternita di S.Croce della Foce che organizza ogni anno la suggestiva Processione del venerdì santo.
Occasione propizia perchè venisse illustrato nel dettaglio il piano che vede in campo oltre alla Confraternita di S.Croce della Foce, presieduta da don Giuliano Salciarini, che mai si è tirata indietro nel sollecitare un intervento risolutore, il sindaco Stirati e il consulente ministeriale Rocco Girlanda, grazie al quale sarà possibile attivare un finanziamento importante – si parla di circa 2 milioni e mezzo – per l'intero intervento di riconsolidamento.

Anche il FAI, il Fondo Ambiente Italiano, era presente con la presidente regionale Nives Tei e il delegato eugubino Claudio Fiorucci: l'associazione – che proprio la prossima settimana rinnova in tutta Italia la fortunata iniziativa delle Giornate FAI di Primavera, per favorire la fruizione più ampia e diffusa di alcuni dei tesori artistici del Belpaese. Sono state oltre 12 mila – come anticipato nei giorni scorsi - le firme raccolte nella campagna dei “Luoghi del cuore” a favore di S.Croce della Foce, giunta 25ma nella graduatoria nazionale.
Un attestato ulteriore dell'importanza con cui viene vissuta la missione di recupero di questo vero gioiello architettonico cui la comunità eugubina è legata anche e soprattutto per i riti della Passione.

La chiesa oggi si presenta chiusa, in ogni senso: interdetta all'accesso nell'unica navata che la caratterizza con le preziose decorazioni barocche e il soffitto a cassettoni già oggetto di restauri negli anni scorsi. Inagibile nel presbiterio e nella sacrestia. Ma le ferite più profonde sono quelle testimoniate già lo scorso anno dalle immagini di TRG, le fondamenta, con l'intera zona absidale che sta scivolando verso il fiume Camignano con rischi di crollo resi ancora più serrati dallo sciame sismico che negli ultimi 18 mesi ha interessato il nostro territorio.
Con il piano operativo che illustrato, infine, non si porrà solo rimedio ad una situazione di precarietà preoccupante, risolvendo definitivamente i problemi della chiesa e della sua stabilità.
Si metterà anche la parola fine alla vicenda parallela al lento degrado della chiesa: quella che ha visto polverizzarsi i finanziamenti che fin dal 1999 erano previsti per S.Croce dal PIR e che, prima derubricati a classe 3a a classe N (ovvero di un'opera rinviabile), quindi tra il 2007 e il 2009, quando i fondi previsti 10 anni prima potevano essere recuperati, nulla è stato fatto. Un vulnus burocratico e politico che sarà messo alle spalle.

E se anche quest'anno, come è stato annunciato, i tradizionali riti della Passione subiranno variazioni logistiche – la Processione del Cristo Morto partirà dalla chiesa di S.Domenico per girare verso via Vantaggi e raggiungere il "pietrone" – ci sarà almeno la certezza che i disagi non saranno perenni: e che un nuovo capitolo nella storia di questo sito finalmente si apre.