Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

venerdì 21 agosto 2015

L'estate sta finendo. Anche se è la più lunga nella storia del Gubbio...

L'estate sta finendo. 
La cantavano a metà anni 80 i Righeira ma dopo un trentennio il motivo potrebbe essere eletto a inno ufficiale del Gubbio.
L'estate sta finendo ed è certamente la più lunga della storia ultracentenaria dei rossoblù: perchè a 2 settimane dal via del campionato il Gubbio non sa ancora con certezza in quale campionato giocherà.
Colpa di un sistema che naviga nella totale incertezza da anni e che si riduce a risolvere le questioni di giustizia sportiva solo al fotofinish. Nulla di cui sorprendersi, se pensiamo che a fine maggio fu rivoluzionata la griglia playout per un ricorso pendente da 8 mesi prima.
Colpa anche di un Gubbio che, a bocce ferme lo si può dire, la scorsa stagione ha fatto di tutto per complicarsi la vita. E alla fine c'è riuscito con un suicidio perfetto, a costruire una retrocessione semplicemente impensabile al giro di boa.
Sarà corsa contro il tempo, comunque.

Lo sarà se la sentenza di primo grado che catapulta all'indietro di due categorie il Teramo e di una il Savona, consentirà ai rossoblù di tornare tra i professionisti. Perchè la squadra è quasi tutta da costruire. E la cosiddetta amalgama richiederà qualche buona partita di campionato prima di entrare a regime.
Sarà corsa contro il tempo anche se – e l'ipotesi è francamente improbabile – dovesse tutto essere ribaltato nel processo d'appello. Perchè anche per una serie D il Gubbio dovrebbe completare il suo mosaico, con la questione fuoriquota che farà la differenza.

Restando realisti, senza farsi trasportare da eccessivo ottimismo, si può dire che ad oggi il Gubbio ha un piede e mezzo in Lega pro. Che vedrà scritto il suo nome nel girone e nei calendari che saranno stilati la prossima settimana. Ma che saprà solo al 100% di essere tornato in terza serie i primi di settembre, a pochi giorni dalla prima trasferta, chissà dove, magari proprio a Siena dove solo qualche anno fa l'Inter di Ibra vinceva i suoi scudetti (nella foto a sinistra).

L'estate sta finendo. Ma mai come quest'anno è stata vissuta in apnea da queste parti. Un sacrificio che deve essere anche un monito a non ripetere gli errori del passato: con la prima squadra così come col settore giovanile.

E poi c'è Magi. Che forse è la garanzia maggiore sul fatto che – anche di rincorsa – la squadra avrà una sua identità.


Editoriale de "Il Rosso e il Blu" - 21.8.15