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lunedì 11 aprile 2005

A tu per tu con Sergio Matteini Chiari

L’evoluzione del diritto in campo urbanistico INTERVISTA a SERGIO MATTEINI CHIARI, pres. Sezione Corte d’Appello di Perugia
Il Sole 24 Ore – centro Nord – 11 aprile 2005

Era il 1984 quando un gruppo di “giuristi” umbri costituirono un comitato spontaneo per la realizzazione di un particolare appuntamento culturale: un Convegno nazionale sul tema della “Tutela penale del patrimonio artistico”. La sede del convegno venne fissata a Gubbio, ritenuta legittimo centro di riferimento per un tema così importante e significativo. Di quel comitato – oggi divenuto associazione denominata “Centro di Studi Giuridici Città di Gubbio – Studium Tuta Ikuvium onlus” – fu dalla prima ora ed è tutt’oggi instancabile animatore il giudice Sergio Matteini Chiari, a quel tempo pretore a Gubbio, ora Presidente della Sezione di Corte d’Appello di Perugia. Doveva essere un appuntamento mirato, si sperava non episodico; divenne l’inizio di una serie di convegni di respiro nazionale e internazionale che andarono a toccare tematiche relative alla tutela dell’Ambiente, del Paesaggio, dei Beni culturali anche attraverso l’analisi dell’evoluzione normativa in campo urbanistico. “L’origine dell’attuale associazione fu del tutto spontanea – ricorda Matteini Chiari – Un gruppo di “addetti ai lavori” (avvocati, studiosi e ricercatori di diritto) appassionati dall’idea di poter offrire un contributo costruttivo nell’analisi dell’evoluzione normativa e giurisprudenziale su determinate tematiche a noi care. Chissà che freudianamente – rileva con ironia - non abbiamo obbedito ad un istinto geo-culturale legato al fatto che in fondo Gubbio era sede dell’Ancsa (Associazione Nazionale Centri Storici). Ne è scaturita una serie di appuntamenti che hanno coinvolto illustri giuristi che non solo hanno dato il loro assenso a partecipare ma sono diventati componenti di questo ideale “cenacolo culturale”. Entro il 2005 si svolgerà il nono convegno sulle “Responsabilità in materia ambientale” con importanti riflessi legati all’attualità (conseguenze della riforma federalista). Insomma abbiamo intenzione di andare avanti ancora per molto”.
Tra i contributi culturali di spessore, fin dalle prime iniziative del Centro Studi, vanno ricordati quelli del prof. Pier Giorgio Ferri (Avvocatura Generale Stato) e del prof. Adalberto Albamonte (Corte di Cassazione), così come del celebre Massimo Severo Giannini o del prof. Nicola Greco, che ancora oggi cura le relazioni conclusive dei convegni. E più specificamente in campo urbanistico, l’on. Pierluigi Mantini o il prof. Franco Giampietro, fondatore dell’Associazione Giuristi Ambientali.
Ma il giudice Sergio Matteini Chiari ha concretizzato questa sua “vocazione” per i temi della tutela dell’ambiente e del territorio anche attraverso una sua opera: il “Prontuario degli illeciti”, volumetto tascabile (uscita biennale, è alla decima edizione) che in 400 pagine offre una guida dettagliata nel settore elencando schematicamente e scientificamente il precetto, la sanzione, l’autorità competente, la procedura penale o amministrativa: dall’inquinamento atmosferico o da rifiuti, alla tutela dei beni culturali e ambientali, dalle normative urbanistiche all’inquinamento elettromagnetico: “E’ uno strumento di ausilio alle forze dell’ordine – così lo definisce il Presidente della Sezione di Corte d’appello perugina – di rapida e agevole consultazione, che punta più a stimolare un’azione preventiva che non semplicemente sanzionatoria”.
Una chiave di lettura che rimbalza sovente anche dai convegni del Centro Studi, nell’analisi del rapporto tra la tutela dell’Ambiente in senso lato e la sua applicazione in campo urbanistico: “Nell’ultimo convegno “Ambiente e impresa” (novembre 2002) si è approfondita una delle questioni centrali, lo “sviluppo sostenibile”. Tra le conclusioni essenziali, per dirla con il prof. Bruno Cavallo (Università Perugia) si è sottolineato che la gestione del territorio suddiviso per piccoli ecosistemi consente una vera tutela preventiva: meglio, dunque, partire dal particolare ed estendere l’esperienza in un ambito più ampio che non il procedimento inverso con l’enumerazione di concetti nobili ma astratti, se lasciati distanti dall’applicazione specifica in un determinato habitat. Nella stessa circostanza è stato detto che lo strumento urbanistico più classico, il Piano Regolatore Generale, resta il punto di riferimento cardine per la gestione del territorio, per garantire la giusta sintesi tra le esigenze dello sviluppo produttivo e la tutela dell’ambiente, inteso sempre come patrimonio complesso fatto di beni paesaggistici ma anche culturali e artistici. Tutto questo l’obiettivo primario di privilegiare la funzione preventiva della politica di tutela rispetto a quella sanzionatoria, che pure ha visto specificare proprio attraverso uno dei nostri convegni il principio del “chi inquina, paga””.
Giusto il tema del quarto dei convegni promossi dal Centro Studi eugubino: “Il principio “Chi inquina, paga” dovrebbe seguire una logica anche in campo urbanistico: chi svolge attività impattanti non solo deve preoccuparsi di salvaguardare a priori l’ambiente, ma anche contribuire al suo ripristino. Prima che fossero enunciati questi principi e arrivassero le conseguenti norme, ad esempio, nel nostro Paese sono andati compromessi chilometri di coste”. E in Umbria come è la situazione?
“Non siamo indietro – precisa Matteini Chiari - a livello urbanistico ci sono normative che guardano avanti, la Regione è tra le prime ad attuare normative quadro nazionali, con legislazioni commentate in modo favorevole. Segno di una certa sensibilità. Su alcuni settori ancora si potrebbe fare meglio. Come in materia di cave dove c’è una disciplina ancora carente: ad esempio sarebbe sufficiente per le imprese un’unica autorizzazione omnicomprensiva, e dall’altro si dovrebbe puntare ad un maggiore controllo nelle attività di cava: spesso le norme ci sono, ma è il numero di controllori a scarseggiare. Nell’ambito culturale invece aver previsto nelle commissioni edilizie un componente della Soprintendenza (fin dagli anni ’90) ha rappresentato una garanzia all’avanguardia per questa regione”.

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