Puoi perdere una partita. Puoi perdere all'ultimo minuto un campionato - come accadde 19 anni fa a pochi chilometri da qui sotto un diluvio e in una partita durata 2 ore e mezza. Puoi perdere una finale di Champions - ed è accaduto anche spesso.
Ma non puoi perdere l'identità della tua maglia.
Nell'era della bulimia cromatica scatenatasi ormai da tempo sulle seconde divise calcistiche - all'appello manca solo di giocare a torso nudo con le bretelle - l'ultimo baluardo del senso di appartenenza che un tifoso poteva ancora vantare, era rappresentato dalla prima maglia della propria squadra.
Anche qui la fantasia e prima ancora l'esigenza di marketing, avevano intaccato da tempo crismi e coordinate cartesiane, in diverse squadre.
La Juventus, finora, si era quasi del tutto salvata. E' vero, l'alternanza tra bande larghe o strettissime, era ormai cervellotica. Specie per chi nostalgicamente ha ancora in testa e nel cuore la t-shirt stretta con la scritta Ariston, il quadrante nero alle spalle, di inizio anni 80. Ma tra tante soluzioni grafiche più o meno condivisibili, aveva mantenuto un principio basilare e inconfutabile: la maglia a strisce bianconere.
Ora con la divisa 2019-2020 è caduta anche l'ultima retrovia della dignità.
Conciarsi come un Siena qualsiasi, con una maglia che fa pensare più che ad un calciatore, ad uno sbandieratore di Sansepolcro - con tutto il rispetto per la loro storia - è inadeguato, inconcepibile e addirittura offensivo nei confronti della storia ultra120ennale di questa squadra.
Nessuna contropartita economica, nessuna opportunità commerciale, nessun business nel far East di tifosi che in modo sincopato ripetono canzoni e slogan di cui non sanno neppure il significato, può giustificare questa scelta.
Chi ha pensato a questa foggia, non solo non ha idea di cosa sia la Juventus, ma prima di tutto non ha idea di cosa sia lo spirito dei tifosi juventini. Almeno quelli veri.
Sono sempre stato contrario allo sciopero dei tifosi, per qualsiasi motivo - specie quando magari si protesta contro una società che stringe i cordoni della borsa e lascia meno spazio ai bagarini.
Stavolta capirei. Stavolta vien voglia di dire: Non tiferò questa squadra travestita da giocoliere di un corteo medioevale in costume, da pedone di Marostica, da fromboliere di una sagra di paese. Vincete quel che volete - con questa maglia spero davvero il meno possibile - ma fate passare alla svelta questo 2019-2020.
Sembrerà stupido, puerile e incomprensibile, ma con quella roba addosso non è più la mia squadra.
La Juve è solo a strisce bianconere...
Ad maiora...
domenica 12 maggio 2019
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