LE FERIE ISLAMICHE
Il Sole 24 Ore – Centro nord – 21 novembre 2003
La macelleria di Majid. La conoscono con questo nome, a Gualdo Tadino. Un negozio come tanti del centro storico della cittadina umbra, ma con una particolarità: in poco tempo è diventato un punto di incontro per la comunità islamica nel Gualdese. Tra gli assidui della macelleria – dove si preparano piatti tipici arabi, e non solo di carne – c’è anche Hedi Khirat, 40 anni, algerino, presidente del circolo nordafricano di Gualdo.
Da lui è partita la richiesta a sindacati e associazioni di categoria: poter godere della pausa festiva nei giorni di celebrazione delle ricorrenze islamiche.
Quella che potrebbe apparire quasi una questione “personale”, investe circa 500 immigrati musulmani solo nel comprensorio di Gualdo, per non dire delle decine di migliaia che si trovano in tutta Italia.
La richiesta è stata “sposata” dalla Cgil locale. Anche perché, ci confida Khirat, “saremmo ben disposti a recuperare questi giorni festivi e lavorare nelle giornate di festività cattolica”.
Un caso che potrebbe assurgere alla ribalta nazionale: per la prima volta le parti sociali avviano contatti, seppur informali, per disciplinare questa materia.
“La nostra opinione di massima è positiva – spiega Ulderico Falconi, direttore regionale di Assindustria – Potremmo dare un indirizzo alle aziende associate, concordando sull’opportunità di agevolare il godimento di queste ricorrenze. Dai nostri riscontri, laddove non contrasta fortemente con esigenze produttive, le ferie vengono già concesse”.
La presenza di lavoratori islamici nella sola Umbria è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi anni (la ricostruzione e lo sviluppo dell’edilizia hanno richiamato forza lavoro): le comunità più numerose sono magrebine e, oltre al capoluogo, si trovano nel Folignate e Gualdese in comparti come l’edilizia, ma anche il meccanico e la ceramica. “Le festività in questione sarebbero solo due giorni all’anno – spiega Khirat – a cavallo del Ramadam”. Per l’esattezza la fine del Ramadam (che quest’anno cadeva il 24 novembre) e la cosiddetta “Pasqua musulmana” o festa del sacrificio, 70 giorni dopo. “Non si tratterebbe di vera e propria festività – spiega Alberto Arata, del servizio sindacale di Assindustria Perugia – visto che è un istituto disciplinato da Legge dello stato. Non è competenza delle parti sociali aggiungere festività a quelle previste. Ogni singola azienda invece determina le ferie. Si può dunque auspicare che subordinatamente a esigenze aziendali, possa essere presa in considerazione la richieste di ferie per queste ricorrenze”. I sindacati hanno comunque avviato contatti con tutte le assocategorie: una procedura che, seppur informale, su questo tema non ha precedenti. E non si esclude possa aprire la strada a novità legislativecome già avviene ad esempio per le festività ebraiche.
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venerdì 21 novembre 2003
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