Le due scolaresche di Castel Ritaldi alla Biblioteca comunale |
Ne ho avuto conferma la scorsa settimana, con due appuntamenti nel territorio Trevano, legati al mio "Nel segno dei padri", a pochi giorni della Giornata della Memoria. Prima a Campello sul Clitunno e poi a Castel Ritaldi.
La curiosità con cui i ragazzini si avvicinano a questa storia, capendo, col passare dei minuti, dal racconto e soprattutto dalle immagini, che non si sta parlando della "storia dei libri" (apparentemente lontana anni luce dalla realtà) ma di vita vissuta, è sempre sorprendente. E per certi versi, spiazzante, un po' come le domande che arrivano, copiose, al termine dell'incontro.
In genere proprio queste sono un termometro: se c'è stato interesse, non solo non c'è stato brusìo durante la presentazione, ma soprattutto c'è una pioggia di mani alzate alla fine. Non perchè ci sia qualcosa di pre-confezionato, magari a lezione, magari con qualche suggerimento dalla cattedra; che fa comunque piacere, perchè magari poi la risposta genera altre domande.
I quesiti migliori sono quelli che sbucano fuori dall'istintivo interrogarsi di un ragazzino su questa storia così bella, per quanto triste, e l'inaspettata capacità di un cosiddetto "millenials" di catapultarla con il presente.
Al termine della presentazione a Mirto (ME) |
L'incontro a Campello sul Clitunno, aperto dal Sindaco |
"Vi ricorda niente tutto questo?". E la risposta di uno di loro è stata pronta e immediata: "Gli sbarchi!".
E nel mio Zeitgeist 2018 non possono mancare le frasi, gli sguardi, le strette di mano ma anche gli scenari, le sale, le aule come pure i contesti, i contorni, gli ambienti assolutamente straordinari che hanno ospitato un'occasione di presentazione del mio libro. Luoghi in cui, in alcuni casi, non avrei certamente messo piede, se non fosse stato per questa circostanza.
Come posso dimenticare, ad esempio, l'esperienza al Carcere di Spoleto, in un'aula spoglia, un po' disadorna, costellata di piccoli banchi con quella formica inconfondibilmente verde ombrato a fare da cornice. E la curiosità serpeggiante tra i detenuti, di sottopormi a qualche quesito su quella strana storia che avevano appena letto nelle ore loro concesse.
La Sala presentazioni della Biblioteca Marciana |
Università Pegaso di Catania |
Pupi Avati al consesso nazionale MASCI di Spoleto |
"Ho letto il bellissimo libro che Marinelli Andreoli ha dedicato alle vicende drammatiche dei nazisti a Gubbio nell'ultima guerra. Stemperate dal fatto che gli eredi dei trucidati e degli uccisi - pur trovandosi dalla parte opposta della barricata - si siano incontrati dopo tanto tempo nello spirito affettuoso dello scambio epistolare. Il più poetico e suscettibile di riflessioni profonde, capace di stabilire ponti di intimità tra mondi lontani. E l'epilogo che riguarda Guglielmina è commovente. Uno spunto forte per la trama di un film diviso tra tempo bellico e attuale...". Un auspicio che mi inorgoglisce e mi spinge a proseguire nel lavoro di ricerca anche sotto questo profilo, come gli ho confidato nei pochi istanti in cui sono riuscito ad avvicinarlo a Spoleto, in ottobre, ospite d'eccezione dell'Assemblea nazionale del MASCI (movimento adulti scout) di cui lui stesso fa parte.
Infine, in questo ipotetico tour nazionale, "dalle Alpi alle Piramidi" (aspettando di arrivare fino al Reno), non può mancare anche il palcoscenico di Acqui terme, il piccolo e suggestivo borgo dell'Astigiano che ospita la più prestigiosa rassegna letteraria dedicata ai romanzi storici: essere su quel palco, come finalista, accanto a Roberto Giacobbo, che presentava la serata, e al pm De Paolis - che ho ritrovato a distanza di un anno dopo la sua cortese presenza all'Ambasciata italiana presso la S.Sede del giugno 2017 - è stato un motivo di emozione speciale.
Era bastato leggere l'albo d'oro dei vincitori del premio "Acqui storia" per capire di trovarsi in un luogo speciale, in un'occasione straordinaria, davanti ad ospiti davvero eccezionali, come l'ultranovantenne... tra i pochi superstiti dell'eccidio di Cefalonia, tra le pagine più tragiche per l'esercito italiano in quell'8 settembre 43, vicenda che ha ispirato a suo tempo il premio stesso (nell'isola greca, infatti, si trovava proprio la Divisione Acqui).
Era bastato scorgere all'ingresso del teatro gli stand con i libri dei finalisti di questa rassegna, e vedere il proprio libro accanto a nomi del Gotha letterario nazionale, per avere la sensazione di trovarsi in una sorta di "viaggio onirico", dal quale era difficile e pure fastidioso doversi destare il giorno dopo.
Lo Zeitgeist di "Nel segno dei padri" mi ha regalato tanto, anche in questo 2018. Lasciando aperte le porte per un 2019 ancora foriero, chissà, magari anche di un altro libro...
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