A parlare è Steve Mc Curry. Non un oratore, non un filosofo, non un poeta. Ma uno dei più importanti e conosciuti fotoreporter al mondo. E' americano, è celebre per il suo scatto della "bambina afgana" che è l'impronta artistica di un'epoca.
Tra qualche secolo continueranno ad ammirarla, identificandovi un periodo storico, speriamo non di decadenza: come si farà con il Colosseo, con la Gioconda o con le arie di Verdi.
Una sensazione strana averlo a casa, o meglio in giardino, alla vigilia della Festa dei Ceri 2014. Con un appuntamento approntato al volo, on the road, grazie all'amico e fotografo Paolo Tosti. Con cui proprio 10 anni fa ho condiviso la straordianaria esperienza di Pamplona. E di "Estafeta". Per un'intervista esclusiva e speciale: dato che in Umbria, ormai, bazzica da tempo. Ma nessuno è mai riuscito ad avvicinarlo. Passa per essere uno scontroso, un burbero. Niente di più falso.
Arriva, affiancato da alcuni membri della sua troupe, entra dalle colonne di Barbi e inforca il cortile. Valutiamo se realizzare l'intervista nella tavernetta che attende, nel giro di qualche ora, l'arrivo di alcuni amici santantoniari. E' colpito gustosamente dal buffet di salumi e formaggi, con tanto di cesta di fave, già pronto per la sera. "Grazie ma non mangio in servizio" sembra dire quando cortesemente dice di no alla mia offerta. Si sofferma però sulle foto.
Quelle foto che lo incuriosiscono: in particolare due. Una è in bianco e nero, l'altra a colori. Nota che si tratta dello stesso identico scorcio: "It's the same place!" sussurra. Gli spiego che una ritrae mio padre, l'altra mio fratello: sono le birate della sera, hanno 30 di differenza l'una dall'altra. "Wonderfull" commenta quando gli spiego che non è così raro che un figlio prenda il cero nello stesso punto dove anni prima lo aveva preso il padre. I Ceri sono anche questo.
Poi si sale, in giardino. Non lo avevo allestito certo come un set fotografico. Solo dopo la registrazione mi accorgerò che sullo sfondo, per qualche istante, compare perfino la mia Vittoria, mentre gioca con un passeggino e la sua bambola. Almeno non dovrò chiedere la liberatoria ai genitori...
Quindi l'intervista. Che si scioglie via, veloce, in poco più di 6 minuti. Non c'è molto tempo ma ce n'è abbastanza per capire che Steve non sta qui solo per gli ormai famosi 75 mila euro investiti dalla Regione per l'operazione. Chi critica, non sa (o forse finge di non saperlo) che Steve Mc Curry è un veicolo potenziale di immagine e promozione ben più rilevante di questi denari, con i 450 mila visitatori nelle mostre che ha realizzato solo quest'anno, e con un brand (il suo nome) che da solo ha la forza per aprire le porte della conoscenza e della curiosità in ogni angolo del pianeta.
Ma si sa, Gubbio è anche culla di fantastiche chiusure mentali.
Alcune sue frasi sono parole che escono dai binari del protocollo, della circostanza. E la conferma me la darà qualche giorno dopo proprio Paolo Tosti, rivelandomi che il 16 maggio, a 24 ore dai Ceri, in un contesto del tutto differente (Salone del Libro a Torino), intervistato dai cronisti Mc Curry dichiarerà: "Cosa mi piace dell'Italia? Ieri ero a Gubbio, alla Festa dei Ceri. Dovreste essere lì per capire il segreto di quanto può essere amato questo Paese".
L'intervista? Basta ascoltarla e cogliere alcuni spunti:
http://www.trgmedia.it/playYouTube.aspx?id=5568
"La Festa dei Ceri è una delle più grandi tradizioni italiane che tiene uniti i paesi, le famiglie, i loro amici. Penso che sia incredibile la passione con cui le persone partecipano a questo evento. E' tutto molto spettacolare".
"Il
primo elemento, essenziale, da cogliere in una foto è l'emozione, il sentimento,
la storia di questo luogo, delle persone, mostrando la gente e il
modo in cui vive e perfino si veste per la festa. In definitiva anche i colori, le
divise, la moltitudine contribuisce al fascino di uno scatto".
"
La
prima cosa che ho notato, arrivando a Gubbio questa volta, e mi ha
colpito molto, a parte il clima di festa, è l'ospitalità della
gente, sono molto amichevoli, aprono le proprie case, le taverne,
offrono il cibo, c'è un'atmosfera di calore invitante. Credo che
chiunque al mondo dovrebbe almeno una volta provare questa bella
sensazione".
"La foto migliore? E' quella che devo ancora fare. E' quella che devo ancora scattare, così come
un'esperienza prossima o un compito che ci sarà assegnato, sono
sempre impregnati delle nostre speranze, delle nostre previsioni e
dei nostri desideri più forti. Penso che l'attesa che una grande
foto, come un'esperienza unica od una bella opportunità, siano dietro
l'angolo, è qualcosa per cui tutti speriamo e che tutti sogniamo".
La foto di Mc Curry dedicata a Gubbio in "Sensational Umbria" |
"Giallo, Azzurro o Nero? Beh, mi
piacciono tutti i colori! A parte gli scherzi, sono un outsider, un
intruso, un forestiero, quindi mi limito ad augurare a tutti e tre i
Ceri il meglio. Credo davvero che la Festa dei Ceri sia una delle
esperienze più coinvolgenti in Italia e forse al mondo".ù
Il prossimo anno potremo apprezzare il lavoro e la creatività di Steve Mc Curry, in una mostra che - al momento ufficiosamente - sarà allestita proprio a Gubbio. Dove, quando e come, ancora non si sa. Speriamo possa essere duratura e possa trovare nella comunità eugubina quella sensibilità e quella lungimiranza che, spiacevoli vicende hanno un po' offuscato alla vigilia dei Ceri.
Ringrazio Steve, lui ci saluta. "Nice to meet you". Accarezza il mio labrador, lo scioglie dal guinzaglio (lo avevo legato, perchè quando arrivano estranei, preferisco così), sorride e se ne va.
"Next time".
Magari già "Next year!".
Thank you so much, Steve!
Magari già "Next year!".
Thank you so much, Steve!
Fotoservizio - Marco Signoretti (giunto di corsa in bici, avvertito appena 15' prima dell'intervista... grazie di cuore anche a lui di queste istantanee).
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