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sabato 14 giugno 2014

Comincia l'era Stirati: obiettivo, voltare pagina. A cominciare dalla Giunta...



Gli Eugubini non hanno avuto dubbi. Il 73% di Filippo Mario Stirati al ballottaggio – dove ha partecipato poco più della metà degli aventi diritto, comunque ben al di sopra delle medie partecipative di città come Foligno o Perugia – parla chiaro.
Ora, forte della legittimazione delle urne, il Professore dovrà cominciare a tessere la sua tela. Con un vincolo non da poco: l'approvazione del Bilancio in tempi record e prim'ancora l'individuazione della Giunta, di cui per il momento è stato fatto un solo nome, quello del prof. Augusto Ancillotti (destinazione Cultura).
A Filippo Stirati, dopo la lunga ed estenuante campagna elettorale, tocca ora l'onore ma soprattutto l'onere di capitalizzare la fiducia della gente in interventi immediati. Per dimostrare risolutezza nel voler cambiare pagina.
 
La definizione della Giunta sarà di per sé già un primo banco di prova e una cartina al tornasole, per capire dove esattamente si collochi il confine tra la volontà di “dare discontinuità” alla politica eugubina e la necessità di far quadrare gli equilibri in una coalizione eterogenea come forse nessun'altra in passato (se si eccettua la sola tacita alleanza Prc-Forza Italia del 2001, che aprì il decennio Goracci).
Tra le anime della coalizione Stirati si condensa la giovanile energia civica di “Scelgo Gubbio” (i fautori della prim'ora nella candidatura del Prof.), con la militanza di non pochi veterani che nella lista “Liberi e Democratici” hanno ottenuto il ritorno sugli scranni di Palazzo Pretorio. Senza contare Psi e Sel che pur con risultati elettorali minori, qualcosa vorranno pur contare nella partita.

Una delle "patate bollenti" per Stirati: l'ex ospedale
Gubbio ha bisogno di competenza e di affidabilità” ha ribadito anche dopo l'elezione il neosindaco, assicurando che su questi principi sarà disegnato il nuovo governo cittadino. E' quello di cui la città ha assolutamente bisogno.
Insieme ad un clima di ritrovata serenità – pur nelle differenti posizioni – che sarebbe, questo sì, già un enorme punto di distacco dal quindicennio lasciato alle spalle.

Chi esce malconcio dalle urne eugubine, oltre al centrodestra praticamente liofilizzato, è il Pd. Che, dopo la scoppola nei 90', ai calci di rigore del ballottaggio non si è neanche presentato, se è vero che al candidato Palazzari sono mancati ben 1.000 voti (su quasi 5.000) tra il 25 maggio e l'8 giugno. Difficile pensare siano rimasti arenati sulle rive dell'Adriatico.
Quanto al futuro politico del Pd eugubino, ci vorrebbe una sfera di cristallo di quelle buone. Di sicuro non è una priorità per il Pd regionale, che ha altri problemi cui pensare dopo il ribaltone perugino targato Romizi e alla vigilia di un'altra stagione elettorale (quella per le Regionali 2015) che adesso fa venire i brividi anche nelle menti più soporifere del primo partito regionale.
GMA

Da editoriale "Gubbio oggi" - giugno 2014
 

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