Ora,
forte della legittimazione delle urne, il Professore dovrà
cominciare a tessere la sua tela. Con un vincolo non da poco:
l'approvazione del Bilancio in tempi record e prim'ancora
l'individuazione della Giunta, di cui per il momento è stato fatto
un solo nome, quello del prof. Augusto Ancillotti (destinazione
Cultura).
A
Filippo Stirati, dopo la lunga ed estenuante campagna elettorale,
tocca ora l'onore ma soprattutto l'onere di capitalizzare la fiducia
della gente in interventi immediati. Per dimostrare risolutezza nel
voler cambiare pagina.
La
definizione della Giunta sarà di per sé già un primo banco di
prova e una cartina al tornasole, per capire dove esattamente si
collochi il confine tra la volontà di “dare discontinuità” alla
politica eugubina e la necessità di far quadrare gli equilibri in
una coalizione eterogenea come forse nessun'altra in passato (se si
eccettua la sola tacita alleanza Prc-Forza Italia del 2001, che aprì
il decennio Goracci).
Tra
le anime della coalizione Stirati si condensa la giovanile energia
civica di “Scelgo Gubbio” (i fautori della prim'ora nella
candidatura del Prof.), con la militanza di non pochi veterani che
nella lista “Liberi e Democratici” hanno ottenuto il ritorno
sugli scranni di Palazzo Pretorio. Senza contare Psi e Sel che pur
con risultati elettorali minori, qualcosa vorranno pur contare nella
partita.
Una delle "patate bollenti" per Stirati: l'ex ospedale |
“Gubbio
ha bisogno di competenza e di affidabilità” ha ribadito anche dopo
l'elezione il neosindaco, assicurando che su questi principi sarà
disegnato il nuovo governo cittadino. E' quello di cui la città ha
assolutamente bisogno.
Insieme
ad un clima di ritrovata serenità – pur nelle differenti posizioni
– che sarebbe, questo sì, già un enorme punto di distacco dal
quindicennio lasciato alle spalle.
Chi
esce malconcio dalle urne eugubine, oltre al centrodestra
praticamente liofilizzato, è il Pd. Che, dopo la scoppola nei 90',
ai calci di rigore del ballottaggio non si è neanche presentato, se
è vero che al candidato Palazzari sono mancati ben 1.000 voti (su
quasi 5.000) tra il 25 maggio e l'8 giugno. Difficile pensare siano
rimasti arenati sulle rive dell'Adriatico.
Quanto
al futuro politico del Pd eugubino, ci vorrebbe una sfera di
cristallo di quelle buone. Di sicuro non è una priorità per il Pd
regionale, che ha altri problemi cui pensare dopo il ribaltone
perugino targato Romizi e alla vigilia di un'altra stagione
elettorale (quella per le Regionali 2015) che adesso fa venire i
brividi anche nelle menti più soporifere del primo partito
regionale.
GMA
Da editoriale "Gubbio oggi" - giugno 2014
GMA
Da editoriale "Gubbio oggi" - giugno 2014
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