Sara' che le recenti gesta
di Vincenzo Nibali hanno riacceso l'entusiasmo per le due ruote piu'
mitiche. Sara' che l'idea di andare alla ricerca di flussi turistici
alternativi e legati ad ambiente e patrimonio naturalistico e' quasi
un dovere. Sta di fatto che anche dalle nostre parti - in Umbria e
perche' no, nel comprensorio Eugubino - i tempi sono piu' che maturi
per riflettere sulle opportunità che un turismo di nicchia così in
crescita, in Italia come in Europa, potrebbe aprire. E la facilita'
relativa con cui potrebbe attecchire. Proprio perché a sua volta si
tratta di un circuito che tende a toccare luoghi non facilmente
accessibili, lontani dai traffici caotici. Ambienti come i nostri
che, almeno per una volta, sono avvantaggiati dall'isolamento viario.
Un recente studio
commissionato dal Parlamento Europeo alla European Cyclists'
Federation, ci dice che sarebbero 25,6 milioni i cicloturisti
pernottanti nel mondo, per un valore complessivo di 54 miliardi di
euro all'anno. I casi studio europei mettono in evidenza come lo
sviluppo di itinerari cicloturistici possano avere interessanti
ricadute sulle economie locali, in termini di creazione di imprese e
posti di lavoro.
Gli esempi cui ispirarsi
sono quelli delle ciclovie dell’Alto Adige che restano, purtroppo,
un unicum in Italia.
E' in auge un interessante
progetto che vorrebbe ripercorrere con jna pista ciclabile l'antico
itinerario ferroviario da Fossato di Vico ad Arezzo: un'idea a suo
modo originale e ambiziosa che - legandosi agi itinerari Francescani
e alla Via Francigena (che già godono di una certa pubblicità in
ambito ciclo turistico) - potrebbe diventare occasione di richiamo
per italiani e stranieri non alternativa ma complementare ai flussi
attuali.
Il cicloturismo appare al
tempo stesso, uno degli "strumenti" piu' idonei per
favorire una piu forte coesione nella proposta turistica di un
comprensorio - Eugubino-Gualdese - che non e' mai riuscito a
coalizzarsi davvero nella proposta di un pacchetto unico: pur avendo
molte "cartucce" da sparare. Ognuno pero ha voluto farlo
con la propria doppietta ( con risultati alquanto modesti).
Non e' solo un problema
nostro, tanto che Paesi europei con un decimo del nostro patrimonio
artistico ci sorpassano pedalando a doppia velocità.
Se e' vero che la crisi ci
porta a cambiare abitudini di vita (come quella di lasciare l’auto
a casa e optare per la bicicletta) e' altrettanto vero che un
pensierino concreto su questo versante andrebbe fatto, da istituzioni
regionali e locali.
Tra gite domenicali,
raduni, escursioni a corto e medio raggio per il weekend o anche veri
e propri tour di più giorni on the road, solo considerando le 142
associazioni FIAB (Amici della Bicicletta) presenti in Italia, queste
organizzano ciascuna ogni anno una trentina di gite e vacanze sulle
due ruote, con una media di trenta partecipanti e 50 km percorsi: un
totale di 4.200 escursioni e viaggi l’anno, che muovono quasi
130.000 persone in tutta Italia, per un totale di 6.300.000 km, pari
a 157 volte e mezzo il giro del mondo.
La meta sono itinerari
selezionati, con un giusto mix di citta' d'arte e ricchezze
naturalistico-ambientali: che anche il nostro comprensorio possa
aspirare a farne parte sarebbe una novità auspicabile.
GMA
editoriale "Gubbio oggi" - agosto 2014
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