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lunedì 4 agosto 2014

Aspettando l'effetto-Nibali, un'idea per il (ciclo) turismo locale

Ernst Hemingway scriveva che per conoscere a fondo il fascino di una terra bisogna percorrerla in bici. "Solo sudando per le sue salite ed esaltandosi nelle sue discese, si puo' cogliere la personalita di un luogo".
Sara' che le recenti gesta di Vincenzo Nibali hanno riacceso l'entusiasmo per le due ruote piu' mitiche. Sara' che l'idea di andare alla ricerca di flussi turistici alternativi e legati ad ambiente e patrimonio naturalistico e' quasi un dovere. Sta di fatto che anche dalle nostre parti - in Umbria e perche' no, nel comprensorio Eugubino - i tempi sono piu' che maturi per riflettere sulle opportunità che un turismo di nicchia così in crescita, in Italia come in Europa, potrebbe aprire. E la facilita' relativa con cui potrebbe attecchire. Proprio perché a sua volta si tratta di un circuito che tende a toccare luoghi non facilmente accessibili, lontani dai traffici caotici. Ambienti come i nostri che, almeno per una volta, sono avvantaggiati dall'isolamento viario.

Un recente studio commissionato dal Parlamento Europeo alla European Cyclists' Federation, ci dice che sarebbero 25,6 milioni i cicloturisti pernottanti nel mondo, per un valore complessivo di 54 miliardi di euro all'anno. I casi studio europei mettono in evidenza come lo sviluppo di itinerari cicloturistici possano avere interessanti ricadute sulle economie locali, in termini di creazione di imprese e posti di lavoro.

Gli esempi cui ispirarsi sono quelli delle ciclovie dell’Alto Adige che restano, purtroppo, un unicum in Italia.
E' in auge un interessante progetto che vorrebbe ripercorrere con jna pista ciclabile l'antico itinerario ferroviario da Fossato di Vico ad Arezzo: un'idea a suo modo originale e ambiziosa che - legandosi agi itinerari Francescani e alla Via Francigena (che già godono di una certa pubblicità in ambito ciclo turistico) - potrebbe diventare occasione di richiamo per italiani e stranieri non alternativa ma complementare ai flussi attuali.

Il cicloturismo appare al tempo stesso, uno degli "strumenti" piu' idonei per favorire una piu forte coesione nella proposta turistica di un comprensorio - Eugubino-Gualdese - che non e' mai riuscito a coalizzarsi davvero nella proposta di un pacchetto unico: pur avendo molte "cartucce" da sparare. Ognuno pero ha voluto farlo con la propria doppietta ( con risultati alquanto modesti).

Non e' solo un problema nostro, tanto che Paesi europei con un decimo del nostro patrimonio artistico ci sorpassano pedalando a doppia velocità.
Se e' vero che la crisi ci porta a cambiare abitudini di vita (come quella di lasciare l’auto a casa e optare per la bicicletta) e' altrettanto vero che un pensierino concreto su questo versante andrebbe fatto, da istituzioni regionali e locali.
 
Tra gite domenicali, raduni, escursioni a corto e medio raggio per il weekend o anche veri e propri tour di più giorni on the road, solo considerando le 142 associazioni FIAB (Amici della Bicicletta) presenti in Italia, queste organizzano ciascuna ogni anno una trentina di gite e vacanze sulle due ruote, con una media di trenta partecipanti e 50 km percorsi: un totale di 4.200 escursioni e viaggi l’anno, che muovono quasi 130.000 persone in tutta Italia, per un totale di 6.300.000 km, pari a 157 volte e mezzo il giro del mondo.
La meta sono itinerari selezionati, con un giusto mix di citta' d'arte e ricchezze naturalistico-ambientali: che anche il nostro comprensorio possa aspirare a farne parte sarebbe una novità auspicabile.
GMA
 
editoriale "Gubbio oggi" - agosto 2014

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