"Il
coraggio di osare" e' stato il carburante prolifico di una serie
di iniziative destinate a fare da ponte - almeno in questa fase - tra
due periodi intensi, come quello della Mostra del Tartufo e della
parentesi natalizia con l'attrattivo magnetismo dell'Albero di Natale
più grande del mondo, che attende di essere acceso da un secondo
Pontefice nel giro di appena 4 anni. Un po' come ogni anno sanno fare gli straordinari campanari dalla torretta di Palazzo dei Consoli.
Osare
significa battere nuove strade, intraprendere sentieri che potrebbero
apparire improponibili ai piu' scettici. O forse a chi pensa che
preservare questa città dai rischi di un deprimente futuro sia
semplicemente conservare lo status quo.
Chissà qualche anno fa cosa si sarebbe pensato se qualcuno avesse proposto di distendere per l'intero tracciato di corso Garibaldi un'enorme crescia al testo, farcita addirittura di crema di cioccolato.
L'intuizione lanciata quest'anno nell'ambito di Chocotartufo ha già fatto bingo, riuscendo a riempire il cuore del centro storico come solo gli eventi folcloristici e la stessa Mostra del tartufo erano capaci di garantire.
E
in una sorta di passaggio del testimone, la settimana successiva,
Gubbio lancia un'altra sfida sempre nell'ambito della promozione
eno-gastronomica (che non e' di serie B se si pensa quali risultati
siano stati raggiunti altrove): la scommessa dei "Secondi
d'Italia" (dopo che i "Primi" sono esplosi a Foligno
sulle ceneri della nostra Festa della Pasta) con "Quinto
Quarto", il festival dei tagli poveri del vitellone bianco di
Chianina, una provocatoria kermesse dedicata a piatti quasi
dimenticati per decenni, spariti dalle tavole familiari, soppiantati
da surgelati e crocchette ma che ora sono pagati a peso d'oro nei
ristoranti degli chef pluristellati.
Valga
per tutti l'esempio della "coradella", piatto forte della
tradizione locale e sempre piu' apprezzato anche da turisti e
forestieri. A Milano, in una minuscola ciotola, lo chiamerebbero
finger food: e andrebbe a ruba.
Il
coraggio di osare: per fare del brand Gubbio qualcosa di piu'
attrattivo. Per fare di semplici ma efficaci idee, qualcosa più che
un semplice diversivo.
La
citta' ha bisogno di eventi?
Associazioni e privati ci dicono che
tentare si puo' e si deve. Osando, coerentemente. Ma osando. Anche a
dispetto di chi storce la bocca.
Editoriale "Gubbio Oggi" - novembre 2014
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