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MEGLIO TARDI CHE MAI... FORSE
MEGLIO TARDI CHE MAI... FORSE
La
nostra città ha un nuovo cittadino onorario. Alla veneranda età di
93 anni, il maestro per eccellenza del cinema e del teatro italiano,
Franco Zeffirelli, tiene in mano la pergamena che lo elegge cittadino
onorario di Gubbio. Lui, fiorentino nel dna, nel carattere
irascibile, nella sensibilità acuta per ciò che è bello e
affascinante, ha almeno avuto miglior sorte di chi, fiorentino
d'origine, da Gubbio era stato diversamente omaggiato (grazie a Cante
Gabrielli) finendo ramingo in quel di Ravenna. E mentre a distanza di
quasi 800 anni arrivano le scuse al Sommo Poeta, in extremis arriva
un ideale grazie a Franco Zeffirelli, che per primo, tra il 1968 e il
1971 – decisamente in tempi non sospetti e con una Gubbio ben
diversa da quella che i restauri e la ristrutturazione tra anni 70 e
80 hanno riconsegnato – fece della Città di Pietra il palcoscenico
di se stessa, sorprendendo forestieri quanto gli eugubini stessi,
scegliendola quale scenografia naturale di due capolavori della
storia del cinema, l'uno celebrato con i premi (Romeo e Giulietta)
l'altro con l'immaginario collettivo (se si parla di un film di San
Francesco, ovunque nel mondo si pensa all'opera di Zeffirelli).
L'emozione
di questa giornata è nell'opportunità felice di poter passeggiare
con lo sguardo nei salotti del maestro fiorentino, nella sua
splendida residenza romana: un carosello di volti, protagonisti, star
internazionali che fanno riflettere un attimo su chi sia davvero
quest'uomo. E anche su quanto tempo una città irascibile e a suo
modo “ghibellina” come Gubbio abbia perso prima di coniugare il
suo nome con questo grande artista: che 20 o 30 anni fa avrebbe, lui
sì, potuto generare opportunità inimmaginabili di promozione e
immagine per Gubbio. Come poi nei fatti ha indirettamente dimostrato uno dei
suoi “discepoli” artistici, Paolo De Andreis. “Spero
che gli Eugubini sappiano la fortuna che hanno” le profetiche
parole di Zeffirelli.
EDUCAZIONE...
DIFFERENZIATA
Entro
il 2016 la nostra città, come le altre in Umbria, dovrà raggiungere
quota 60% nella raccolta differenziata. E' lodevole lo sforzo con cui
l'amministrazione comunale (e l'assessore Tasso in primis) si prodiga
per incentivare questo che dovrebbe essere semplice “Senso Civico".
A distanza però di quasi 15 anni dall'introduzione del nuovo sistema
ancora troppi eugubini non sanno che pesci pigliare. O meglio, non
sanno neanche che i pesci vanno nell'organico.
La foto a fianco è emblematica, di pochi giorni fa: in un solo gesto, due errori madornali. Il primo è deporre in strada due diversi “raccolti” differenziati (considerando che solo uno, almeno quel giorno, sarebbe stato ritirato). L'altro errore, è mettere l'organico in una qualsiasi busta nera di plastica – rendendolo di fatto inutilizzabile. Ecco, scene di questo tipo ancora sono fin troppo diffuse nei vari punti della città che ospitano il poco gradevole spettacolo della raccolta differenziata. Ci saranno pure state carenze informative, ma i primi a fare mea culpa, stavolta, devono essere quei cittadini che non la fanno differenziata o che la fanno “tanto per tenere pulita la coscienza”. Quella almeno, siamo sicuri, non deve finire nell'organico...
La foto a fianco è emblematica, di pochi giorni fa: in un solo gesto, due errori madornali. Il primo è deporre in strada due diversi “raccolti” differenziati (considerando che solo uno, almeno quel giorno, sarebbe stato ritirato). L'altro errore, è mettere l'organico in una qualsiasi busta nera di plastica – rendendolo di fatto inutilizzabile. Ecco, scene di questo tipo ancora sono fin troppo diffuse nei vari punti della città che ospitano il poco gradevole spettacolo della raccolta differenziata. Ci saranno pure state carenze informative, ma i primi a fare mea culpa, stavolta, devono essere quei cittadini che non la fanno differenziata o che la fanno “tanto per tenere pulita la coscienza”. Quella almeno, siamo sicuri, non deve finire nell'organico...
E
MALEDUCAZIONE INDIFFERENZIATA
Altra
questione, è quanto è capitato, loro malgrado, ai cassonetti di
S.Vittorino: per gli autori geniali di questo gesto – ribaltarli e
gettarli in un dirupo - non servono incontri, informazione mirata e
incentivi. Come per chi imbratta ogni fine settimana vicoli e piazze
del centro storico. Per loro la bellezza, decantata da Zeffirelli, fa
rima con “monnezza”.Da editoriale "Gubbio oggi" - marzo 2016
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