E' stata una pessima giornata quella di ieri per il mondo delle radio e tv locali del nostro Paese: l’assemblea della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame del Disegno di legge (cosiddetto decreto legge “Milleproroghe”) ha approvato un emendamento che prevede che le imprese radiofoniche e televisive locali non abbiano più diritto alle provvidenze editoria (di cui all’art. 11 della legge n. 67/87, all’art. 8 della legge n. 250/90 e all’art. 23 della legge n. 422/93).
Cosa significa? Che la maggior parte delle tv e radio locali rischiano di scomparire, perché "poggiano" una corposa fetta del proprio fatturato (dal 25% al 35%) su queste provvidenze.
Per i non addetti, ricordo che queste vengono erogate dal Ministero delle Comunicazioni sulla base di una graduatoria stilata dal Corecom regionale (organismo di controllo) su criteri oggettivi (fatturato-n. dipendenti): per la cronaca TRG da
"Tale soppressione, proposta inaspettatamente martedì in tarda serata, senza alcun preventivo confronto con l'associazione delle radio-tv locali Aeranti-Corallo e con il sindacato dei giornalisti FNSI, avviene, peraltro, con efficacia retroattiva a decorrere dal 1° gennaio 2009, cagionando gravi problemi alle imprese, in un periodo di forte crisi delle vendite pubblicitarie, che confidavano su tali provvidenze cui avevano diritto in base alla legge.
Aeranti-Corallo sta organizzando una serie di iniziative di protesta finalizzate ad un recupero legislativo delle norme soppresse".
Un dato su tutti: a fine gennaio è stato rinnovato un contratto nazionale per le piccole emittenti radio-tv che interessa circa 1.600 giornalisti. L'impatto di un "taglio" così importante andrebbe non solo a mettere a repentaglio questi numeri, ma almeno altrettanti posti di lavoro relativi ad altre figure (tecniche e amministrative) che sono al di fuori del contratto di lavoro giornalistico.
Senza contare cosa significherebbe tutto questo per il tanto decantato PLURALISMO DELL'INFORMAZIONE.
La mia personale speranza - non tanto per il piccolo orticello che ci riguarda ma per la "salute" dell'informazione in genere, di cui l'informazione locale è ormai una colonna nevralgica - è che ci sia un passo indietro.
Nei prossimi giorni ci saranno trasmissioni e servizi su questo. Mi auguro che anche i non addetti ai lavori possano dare un proprio contributo.
giovedì 25 febbraio 2010
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