Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

domenica 21 febbraio 2010

La differenza tra vincere e avere mentalità vincente:

La differenza tra vincere e avere mentalità vincente...
C'ho pensato ieri sera, vedendo quello che accadeva a S.Siro (Inter-Sampdoria). Di fronte a decisioni arbitrali che sembravano limpide - e comunque conseguenza di un nervosismo serpeggiante tra le due squadre - si è assistito ad una catena di reazioni (con tanto di mimica) da parte di Josè Mourinho che andrebbe sottoposta a qualche esperto di comunicazione e al tempo stesso di psicologia.
Non simpatizzo per l'Inter, ma nonostante questo non ho difficoltà ad ammettere che si tratta ormai da anni della squadra più forte, meglio attrezzata e indiscutibilmente favorita alla vittoria dello scudetto. Un organico talmente superiore agli altri, che potrebbe permettersi di giocare in 10 o in 9, e qualche volta anche senza allenatore.
Proprio per questo, vedere tecnico, squadra e l'intero stadio "imbufalirsi" di fronte a due espulsioni (nel caso di Samuel, praticamente due interventi entrambi da rosso diretto) sacrosante, mi è sembrato molto strano.
O forse molto spiegabile. C'ha provato, meglio e prima di me, Mario Sconcerti da Sky calcio: "Quello che si è visto al Meazza non è da società calcistica leader in Italia. Consentire ad un allenatore e a dei giocatori di avere questi comportamenti - per altro di fronte a decisioni che ci stavano tutte - segnala la carenza di una mentalità. Che non sempre si accompagna alla capacità di vincere".
Come dire: vincere non significa avere mentalità vincente. Che è anche capacità di accettare le decisioni arbitrali (avverse)...
Su Mourinho poi andrebbe aperto un capitolo (post) a parte: sicuramente senza di lui i giornali e le tv avrebbero avuto molto meno da scrivere. Se non esistesse bisognerebbe inventarlo ed è senza dubbio personaggio a 360 gradi. Così come è da considerare uno stratega acuto e intelligente, sia in campo che fuori dal campo nella comunicazione. Talvolta però esagera nella dietrologia (quest'anno ce l'aveva persino col calendario che metteva all'ultima giornata Milan-Juve...) e nell'esasperare pre-partita, post-partita e anche il durante...
Forse ieri sera l'unica decisione sensata (credo sia stata di Moratti) è stato il silenzio stampa: qualche collega ci sarà rimasto male, non potendo scrivere e ricamarci su, ma avremmo rischiato di accendere un'altra settimana di veleni.
Il che non significa che non avverrà da domani...

Mourinho: come lo vedete?

9 commenti:

  1. espulsioni sacrosante ma di limpido c'è un rigore su Etoo'o toccato alla caviglia destra dal difensore doriano, ammonito per simulazione mentre Pozzi si sarà tuffato una decina di volte....e appena ora ho visto un rigore netto per il Bari contro il Milan
    mmmmmmm ma che è successo in Bari-Inter?

    La verità è che in Italia non si è mai vista una squadra dominante come l'Inter subire queste decisioni arbitrali (i cartellini rossi sommati dai nerazzurri negli ultimi 5 mesi la juve moggiana li ha presi in 10 anni!!) al solo scopo di mantenere vivo un campionato senza storia

    Quindi il comportamento di Mou è più che legittimo e giustificato

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  2. Caro anonimo,
    il comportamento di Mou non credo sia nè legittimo nè motivato.
    Non è legittimo proprio perché le immagini chiaramente dimostrano che Tagliavento aveva ragione (è stato anzi apprezzato per la capacità di non subire la cosiddetta "sudditanza psicologica" di juventina memoria ... lo dico io così non me lo replichi subito...).
    Non è motivato perché la squadra nerazzurra ha compiuto una mezza impresa nel riuscire non solo a non perdere in 9 contro 11 ma addirittura a non far tirare in porta quella che in fondo era la quarta in classifica fino a domenica sera.

    Ma questo, se permetti, mi sembra più che un fattore attenuante, un fattore aggravante del comportamento sia di Mourinho, che ha precise responsabilità verso la squadra e anche il pubblico (posso capire la trans agonistica dei giocatori) ma soprattutto della società.
    A cominciare da Moratti che sembra ormai "plagiato" dagli atteggiamenti del suo allenatore, tanto da intervenire oggi solo per lamentarsi che il Giudice sportivo ha comminato le squalifiche (si poteva aspettare giovedì?).

    Credo che l'Inter sia la squadra più forte del campionato e abbia tutte le carte in regole per essere protagonista anche in Europa.
    Ma resto dell'idea - disponibile comunque ad essere convinto del contrario - che il primo mattone di una vittoria non è l'esuberanza (per averne conquistate altre in precedenza) ma l'umiltà e la mentalità vincente.
    Da quello che è accaduto questi giorni, ad Appiano Gentile se ne vede pochina.
    Il tempo ci dirà se ci stiamo sbagliando...

    Mi fa piacere se continueremo questa piacevole conversazione.
    Cordialmente
    GMA

    P.S. Il rigore a Bari era sacrosanto, hai ragione. Ma che c'entra Mourinho e l'Inter in tutto questo? Forse è accaduto una volta che il tecnico portoghese abbia ammesso che un errore arbitrale ha favorito la sua squadra? (ed è successo. Credimi...)

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  3. La mentalità si costruisce nei decenni.
    In Italia ce l'hanno solo Juve e Milan; o meglio la Juve di Moggi e il Milan di Berlusconi, quindi mentalità coincide con sicurezza nei propri mezzi, certezza del proprio potere. Fattori che partono da situazioni esterne al calcio, lontane dai campi e dagli aspetti tecnici. Poi arriva tutto il resto. Lo stile, la società, il comportamento dei giocatori e degli allenatori. Da Interista dico che la dirigenza dell'Inter non ha capacita manageriali per costruire un squadra di "classe", con mentalità vincente.
    Resteremo sempre incompiuti. Ma almeno speriamo di vincere sta benedetta Champions.

    Mattia

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  4. Avere una mentalità vincente non significa vincere a tutti i costi. Chi ha praticato sport di squardra a tutti i livelli, sa benissimo che la mentalità vincente è un insieme di fattori, rispetto dell'avversario, umiltà, capacità di reazione, agonismo, concentrazione, intelligenza, spirito di sacrificio.... Quando tu riesci a mettere insieme tutte queste componenti allora hai una mentalità vincente. Poi il risultato finale è una conseguenza sicuramente molto spesso positiva. Ciò naturalmente non esclude la sconfitta, anzi è proprio nelle grandi sconfitte e delusioni, che un gruppo trova gli stimoli necessari per diventare un grande gruppo "vincente". Negli sport individuali, invece il discorso cambia ma questo è un altra storia.
    Ciao Boso

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  5. Dimenticavo, una componente fondamentale, che si chiama "abitudine alla vittoria"

    Boso

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  6. Boso ha centrato uno degli aspetti emersi in questi giorni di polemiche: abitudine a vincere - gestione del fattore-vittoria senza esasperarne la ricerca ossessiva - e lealtà e correttezza verso gli avversari. Anche quando sono palesemente inferiori (sul piano tecnico).
    L'aspetto più fastidioso del personaggio-Mourinho è la scarsa (se non nulla) considerazione che dimostra di avere verso gli avversari (in particolare alcuni colleghi allenatori): prima del suo arrivo mai avevamo sentito un tecnico dare dell'asino ad un altro, dirgli che era vecchio o che non aveva vinto niente. E pensare che nel nostro campionato non sono mai mancate le polemiche anche aspre e cariche di veleni.

    Ma personaggi come Viola o Boniperti (penso al duello Roma-Juve, al famoso "er gol de Turone") ma anche come l'avv. Peppino Prisco, appartengono ad un altro calcio. Un'altra era. Alla quale non mancavano difetti (calcioscommesse anni 80) ma con uno stile e un clima decisamente lontani anni luce.

    Poi come avete scritto giustamente, si può vincere o perdere. Spesso per un palo interno o per una zolla. O si può finire in B, per una intercettazione di troppo... Ma questo è un altro capitolo (che magari apriremo con un altro post).
    Continuate a scrivere.

    GMA

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  7. Mourinho è un mediocre allenatore, un ottimo motivatore, un cinico comunicatore, e un genio del marketing...
    Complimenti a lui per le immense ricchezze che riesce ad intascare...

    Mattia

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  8. Il mondo del calcio (e non solo quello purtroppo) è pieno di "millantatori": gente che si autoproclama, si autodefinisce, si autocertifica. Salvo poi lasciare ad altri i cocci che ha sparso per strada.
    Mourinho ha la capacità magnetica di aver catalizzato su di sè aspettative, tensioni e umori dell'intera piazza interista (Presidente compreso). E sa capitalizzarla (1 milioni di euro al mese di stipendio).
    Alla fine si faranno i conti (fermo restando che per Moratti probabilmente gli zeri di un contratto sono solo dei tratti di inchiostro su un foglio di carta).

    Vorrei far notare, ad esempio, con quali parole, quale spirito, quale compostezza un personaggio non certo "perdente" (sia da giocatore che da allenatore) come Carlo Ancelotti ha commentato ieri una partita persa, che però a fine primo tempo avrebbe potuto avere una svolta pesante (rigore non dato, espulsione di Samuel, Inter in 10 e senza Samuel al ritorno).
    Proviamo a immaginare a parti invertite quali sarebbero stati i commenti del suo collega avversario, titolare della panchina dell'Inter.
    Non è difficile immaginare (considerato cosa ha detto e fatto 4 giorni prima per decisioni arbitrali che invece erano legittime)...

    Ecco: quella di Ancelotti (che ha sottolineato il torto subito, ma in forma assolutamente civile e lontana da qualsiasi vittimismo) è mentalità. E sportività.

    Il calcio avrebbe bisogno di tanti personaggi così. E Mourinho, tutt'al più, dovrebbe restare l'eccezione. Non il modello.

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  9. Forse sarebbe meglio cambiare il nome del post, da parliamo di .. sport a
    parliamo di calcio
    Ciao e buon lavoro
    Andrea Frondizi

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