"In Europa sarebbe difficile vedere uno spot nel quale il papà e i figli sono a tavola e la mamma è in piedi per servirli. In Italia invece è normale vedere una donna servire".
Parole del Presidente della Camera dei Deputati. Ormai Laura Boldrini sembra diventata incontenibile. Una sorta di fiera irascibile, una Giovanna d'Arco col bollino (e senza casco) blu, che contro (quasi) tutto e tutti, non manca giorno per colpire con uno di suoi interventi. Che poi - accanto ad affermazioni incontrovertibili - ce ne siano alcune non del tutto coerenti con il ruolo, è questione secondaria. Che negli stessi casi, somiglino a esternazioni dal vago e nostalgico sapore "sessantottino", è solo una nostra deprecabile interpretazione. Che, infine, la Presidente sia espressione di un partito che oggi si dichiara di opposizione ma che senza l'apparentamento al famigerato PD sarebbe ramingo al di fuori dell'arco parlamentare, è dettaglio poilitico insignificante.
Già perchè il Presidente della Camera - veste teoricamente super partes che in passato è stata calzata da altre donne non certo prone ma diametralmente diverse dalla Boldrini sul piano caratteriale (Nilde Jotti) o su quello partitico (Irene Pivetti) - dovrebbe di ruolo istituzionalmente dialogare con tutti.
L'attuale numero 1 di Montecitorio non pare pensarla sempre così.
Preferisce evitare un incontro con l'ad di Fiat, Marchionne, ufficialmente per impegni precedentemente presi. E soprattutto perchè la Presidente della Camera è "dalla parte dei lavoratori".
Ora Marchionne non sarà un campione di simpatia, probabilmente dovessimo scegliere un compagno di burraco guarderemmo altrove, prenotare un'ora a tennis con lui neanche a pensarci: ma la Fiat è pur sempre quell'aziendina che ancora oggi (chissà per quanto?) dà lavoro anche in Italia - certamente dopo aver usufruito di molte leggi made in Italy fatte su misura come neanche i gessati dell'Avvocato. La Fiat non è certamente una onlus, Marchionne non gareggerà mai per il Nobel della pace. Ma non andare neanche a parlarci, che significato ha? Risolve forse una delle precarie questioni intorno alle quali si macerano i lavoratori di Termini Imerese?
Oggi la Presidente - sulla quale a questo punto avrei timori perfino a dire che una "donna affascinante" (perchè rischierei di passare per "maschilista") - si compiace che la Rai non trasmetta più "Miss Italia", kermesse a suo dire che svilisce il ruolo della donna. E aggiunge, che perfino la pubblicità stereotipata del "Mulino bianco" - quella della famigliola sorridente e pettinata che fa colazione tutta insieme, con la mamma che porta a tavola i biscotti - è quasi uno schiaffo alla parità femminile.
Premesso che non sono un fan di "Miss Italia" - e la sua mancata messa in onda non cambierà di mezzo minuto l'eventuale insonnia di settembre - e premesso che lo spot del "Mulino bianco" raffigura una realtà ormai rara (perchè quasi del tutto estinta, cioè quella della famiglia - nell'unica accezione che questo termine ci offre), ci sarebbe da considerare un aspetto non secondario: che se davvero "Miss Italia" creasse i danni che le vengono attribuiti, l'operazione benedetta dalla Presidente pasionaria è di pura facciata.
Semplicemente perchè "Miss Italia" non finisce qui - per dirla alla Carlo Conti - ma continua. Solo che non si vedrà sulle reti di Mamma Rai. Insomma un po' come la polvere in salotto quando arriva la benedizione pasquale del parroco: si alza il tappeto, e si spazza sotto.
Il gioco è fatto (e la coscienza è pulita). Comunque consoliamoci: per una "Miss Italia" che esce, non mancheranno quiz e reality show con fesserie congeneri che entrano ( a partire dal gioco dei pacchi che, ahimè, sarà affidato al simpaticissimo Flavio Insinna, che nonostante questo continua a beneficiare di tutta la mia stima).
Nei quali format non sarà il ruolo della donna, ma l'intelligenza di uomo e donna messi insieme ad essere sottoposto alla berlina...
P.S. Non ricordo se a pranzo o a cena a casa mia sia io o mia moglie a "servire a tavola". Non ci ho mai pensato, semplicemente perchè non ho considerato questo gesto "servile" nè nei suoi confronti nè nei confronti dei miei figli. Semmai lo considero un Servire in senso nobile. Che è sinonimo di dare e di darsi nel più alto dei suoi significati. Ma questa forse è un'idea che in certe aree - vicine alla Presidente della Camera - e in certe epoche - cui sembrano ispirarsi i ragionamenti - non ha alcun diritto di cittadinanza. Neanche con lo ius soli...
lunedì 15 luglio 2013
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