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giovedì 25 luglio 2024

Il mio "Diario Olimpico": da Zeus che maledice il Var, alla Santa Inquisizione dei social...

Zeus Olimpio non deve essere di buonumore in questi giorni. La fiamma sotto la Torre Eiffel non è ancora accesa e già divampano le polemiche intorno a Parigi 2024.


Il
black out delle linee ferroviarie a poche ore dalla cermonia di apertura accende il primo allarme su una edizione dei Giochi Olimpici su cui torna a gravare l'ombra di sabotaggi in un clima di dissidi internazionali. Non tanto per l'assenza forzata della Russia, quanto per la presenza di Israele. Nessuno ne parla chiaramente, ma quanto accadde nel 1972 a Monaco rappresenta un precedente oggi ancora più preoccupante. In un contesto di conflitto allora diverso ma non dissimile da quello attuale.


La
prima figuraccia di questa XXXIII Olimpiade dell'era moderna si chiama VAR . E verrebbe da dire, non poteva essere altrimenti. Nella prima gara del torneo di calcio (che da 20 anni non vede più qualificata l'Italia, medaglia di bronzo ad Atene con Gentile in panca) Marocco-Argentina si conclude in modo surreale: recupero da record planetario, di 16 minuti, gol del pareggio argentino al 106', disordini sugli spalti, ripresa del gioco dopo un paio d'ore, tempo nel quale gli addetti alla revisione elettronica del gioco, devono aver maturato la decisione di annullare. Notizia di cui la Albiceleste allenata da Mascherano è venuta a conoscenza praticamente in albergo. Dopo Collina a Perugia nel 2000, pensavamo di averle viste tutte (e li non c'era nemmeno la scusa del Var). Anche Zeus deve aver lanciato uno dei suoi fulmini sullo schermo a bordo campo...


La
prima delusione in casa azzurra invece si chiama Jannik Sinner : a poche ore dall'apertura dei Giochi il giocatore numero 1 al mondo annuncia di dare forfait per una tonsillite. Non mancano letture dietrologiche, che tornano a mettere in cattiva luce l'immagine del ragazzo di San Candido. Secondo alcuni, poco sensibile al fascino della bandiera tricolore - giudizio viziato anche dalle sue origini altoatesine e dall'immancabile accento teutonico che appartiene ad ogni essere vivente che venga al mondo da quelle parti. Peccato che in 3 anni sia già alla seconda Olimpiade saltata. Uno sforzo in più - per esserci e rappresentare l'Italia - ce lo saremmo aspettato. Ma fare "caciara" intorno a Sinner sembra diventato uno sport parallelo a quello del tennis (soprattutto per molti che scambiano questa disciplina con la racchetta agitata un paio di volte in riva al mare). Già perchè nel frattempo questo sport ci sta regalando un periodo senza precedenti, con 6 giocatori nei primi 50 al mondo, un ritrovato Berrettini (che però a Parigi non ci sarà, nonostante l' assenza di Sinner) e una insalatiera da difendere il prossimo autunno. Se non arriverà la medaglia d'oro, pazienza. E non è detto che senza Sinner non possa accadere lo stesso qualcosa di prezioso: in fondo, uscito lui, sul prato verde di Wimbledon altri due azzurri hanno raggiunto la semifinale. E nessuno si è scandalizzato. Preoccupano di più gli haters in costante delirio sui social : che sembrano dimenticare i traguardi impensabili, solo qualche anno fa, toccati dal nostro tennis negli ultimi 12 mesi. E sparano a zero come parlassero di Ocleppo qualsiasi. Zeus direbbe: vi meritate il padel...


A proposito di Alto Adige, il pensiero finale, prima ancora che la fiamma si accenda e senza ancora sapere chi sarà il tedoforo finale, va ad un grande assente:
si chiama Alex Schwarzer , ha appena concluso la squalifica per una provetta di doping di cui si è dimostrata la manomissione, 8 anni fa. La giustizia sportiva internazionale - con la stessa sensibilità e capacità autocritica di un Bernardo Gui, Inquisitore del "Nome della Rosa" - non ne ha voluto sapere. Negando di fatto 3 edizioni dei Giochi al marciatore altoatesino. Che qualche giorno fa, in condizioni di salute precarie, è tornato a concorrere ma solo per veder sorridere i suoi figli. Un caso di "errore giudiziario" clamoroso e che grida vendetta, anche per il silenzio del mondo CONI di cui è stato circondato. E un po' come accadde a Marco Pantani - lasciato solo sotto il diluvio di delegittimazione dell'opinione pubblica ipocrita e belante - anche a Schwarzer servirà tempo per riacquisire dignità e riconoscimento delle proprie vittorie. Fortunatamente da vivo.


Tra poche ore i Giochi Olimpici saranno aperti: e questa piccola modesta finestra vuol essere un giocoso diversivo per raccontare trionfi, delusioni, storie, personaggi destinati ad entusiasmarci in queste due settimane per poi, come in ogni post Olimpiade, ad affievolirsi nel giro di qualche fine settimana. Tornando a lasciare spazio al Re Football. Fino ad allora però godiamoci questa raccolta di storie a cinque cerchi.
Non sarà la settima Meraviglia del mondo antico - come quella statua di 12 metri in oro e avorio dedicata proprio a Zeus Olimpio. Ma ci appassionerà come pochi altri momenti di questo straordinario evento agonistico: chiamato Sport.


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