Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

domenica 21 febbraio 2010

Ma chi ha paura di Emanuele Filiberto?

Mi sono chiesto più di una volta in questa settimana da dove nascessero le tante polemiche sulla partecipazione di Emanuele Filiberto a Sanremo.

D'accordo, non è un cantante. Ma non è il primo "non cantante" che prova a farlo.
Il problema, forse, è che gli altri non si chiamavano Savoia...

Non mi sento monarchico, e non credo che oggi esista un "rischio monarchia" in Italia (semmai i problemi sono altri...). Mi chiedo allora il motivo di certi pregiudizi, da parte di una fetta di pubblico (sia in sala che da casa), che ha fischiato - come avrebbe detto il Principe De Curtis - "a prescindere".

La canzone? Non sto a giudicare. Può piacere o non piacere. A me piace nella parte del tenore - a proposito, il meno noto dei tre ma decisamente il più talentuoso.



La domanda però me la pongo (e ve la pongo) ugualmente.

Forse che la partecipazione di Emanuele Filiberto di Savoia a Sanremo sia una sorta di lesa maestà ad un'Italia radical chic che ha digerito male il ritorno dei "reali", ancora peggio la popolarità che questo signore di 40 anni sta riscuotendo da un paio d'anni a questa parte?

Per la verità il primo a scoprirlo fu Fabio Fazio - uno che ai salottieri di casa nostra non dovrebbe dispiacere. Ma ancora i Savoia se ne stavano a Ginevra.

Ora c'è quasi la sensazione che qualcuno tema che il rampollo abbia troppa popolarità.

A me non dispiace questa sua aria, non so quanto voluta, quasi "stralunata", apparentemente ingenua, ma non troppo. Acuta quanto basta, a volte opportunamente infantile.

Una cosa non gli si può di sicuro contestare: la capacità di rispondere con un sorriso anche alle più acide provocazioni. Da questo punto di vista, si potrebbe anche definire "esemplare".


E voi che mi dite?

GMA

5 commenti:

  1. E' l'unico dei Savoia simpatico

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  2. Ogni volta che ci sono polemiche o addirittura fischi contro di lui me ne dispiaccio. E' una persona carina, educata e sta semplicemente cercando di entrare nel mondo dello spettacolo, come molti altri. E' questa la sua colpa???
    La canzone non è un granchè....ma anche questo fa parte di Sanremo e di molti altri concorsi televisivi, musicali e cinematografici (neanche la gara di briscola della festa paesana la vincono sempre i migliori!)

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  3. La risposta è NESSUNO...nessuna ha paura di Emanuele Filiberto...Su diciamocelo non è il primo nè l'ultimo NON cantante a cantare,NON ballerino a ballare ma in fondo chi se ne frega!Il problema è questo suo atteggiamento di ostentata "popolarità",questo suo voler per forza dimostrare di essere uno show-man nato e per cui lo vediamo alle prese praticamente con tutto quello che riguarda il tubo catodico e dintorni... Forse che lo vedremo presto a Zelig o a condurre Porta a Porta....di certo non lo vedremo al TG4...!!!
    A me quello che davvero infastidisce è il suo atteggiamento da primo della classe, la sua faccina dolce che sembra sempre un canarino appena caduto dal nido ma che sotto sotto "esige" un trattamento che secondo me non merita...non perchè io sia antimonarchica,semplicemente perchè penso che Emanuele Filiberto non sia niente di più di Nessuno. Mi fermo qui....

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  4. Caro Giacomo... La mia (e spero di non essere l'unico) non è paura, è solo un rispolverare una non tanto vecchia questione. Un paio d'anni fa, se ben ricordi, i Savoia chiesero allo Stato italiano un risarcimento di 260 milioni di euro per i danni morali subìti in 54 anni di esilio. Ripeto per i deboli, 260 milioni di euro!!! 170 dei quali li esigeva Vittorio Emanuele, gli altri 90 proprio quel simpaticone di Emanuele Filiberto, sì lui, quello che risponde sempre con il sorriso.... Era l'epoca della fugace parentesi di Prodi (toccata e fuga) in quasi un quindicennio di debordante potere berlusconiano (adagio, molto adagio), che volle fortemente il rientro degli esiliati in Italia (amore mio). Quanto ai proventi dell'eventuale vittoria processuale, sarebbero andati a una neonata "Fondazione Emanuele Filiberto di Savoia" che li avrebbe destinati "in opere di beneficienza e di sostegno alle fasce sociali più disagiate".
    Oggi le comiche. La benemerita famiglia ex reale, il cui augusto avo Vittorio Emanuele III appose fra l'altro, nel '38, la propria firma alle leggi razziali nazifasciste, (robetta da poco, ci mancherebbe) rimase però con un palmo di becco, ma in Italia (amore mio) nulla va mai perduto, specialmente in un'Italia (amore mio) così tanto bisognosa di eroi senza macchia; e, volatilizzatosi Prodi, la monarchia catodico-berlusconiana ha forse trovato il modo di rifondare il Savoia coi soldi degl'ipnotizzati e onnivori contribuenti, attraverso trasmissioni tv, ospitate e, adesso, la vittoria morale (?) al Festival. Perciò caro Giacomo, a me Filiberto non fa paura. Fa solamente, perdonami la parola, schifo. Giuliano Rossi

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  5. Rispetto pienamente la tua opinione. E la condivido nella parte che riguarda le leggi razziali, il giudizio su Vittorio Emanuele (il papà di Filiberto) che è salito alla ribalta delle cronache unicamente per le proprie incapacità se non addirittura per azioni o dichiarazioni che fanno accaponare la pelle.
    Francamente su Emanuele Filiberto penso che si debba avere un giudizio quanto meno più imparziale: primo perché è nato (mi sembra) nel 1971 e non può certo "pagare" per gli errori dei suoi avi.
    Secondo perché, proprio per prendere le distanze da certi atteggiamenti del "casato", ha saputo proporsi in maniera diversa e distinta, senza rinnegare le origini (e nessuno gliel'ha chiesto) ma senza omologarsi al clichè di Palazzo.
    Lo stesso "mettersi in gioco" attraverso talent show e Sanremo - nell'Italia di oggi che purtroppo (e sono ancora d'accordo con te) è catodico-dipendente (pensa che io ci lavoro col tubo catodico) - lo vedo come un tentativo di sentirsi tra la gente.
    E mi sembra che il tentativo stia riuscendo.
    Se un giorno si scoprisse (provandolo) che in questo suo modo di fare ci sono secondi fini... allora sarei d'accordo con te in toto. Anche se forse con toni e aggettivi più smussati (ma quello fa parte del carattere...).
    Un abbraccio e continua a intervenire, mi raccomando!

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