Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

mercoledì 24 febbraio 2010

Quattro candidati per la Presidenza della Regione: quattro donne. Per la serie..."Speriamo che sia femmina"

Una situazione quanto meno anomala ma non per questo spiacevole. Una specie di record da parte della nostra regione in barba alle cosiddette “quote rosa”.
Da dieci anni per la verità la Regione è diretta da una rappresentante del gentil sesso, quella Rita Lorenzetti che per altro si è sempre segnalata per il carattere forte, l’indole battagliera e il piglio fermo. Nei confronti di tutti, o quasi. Quando non si è trattato, suo malgrado, di dover mediare le problematiche di coalizione.
Forse però il messaggio che arriva da queste candidature è davvero di rinnovamento: non entriamo nel merito dei programmi – e non vogliamo cadere nella constatazione un po’ superficiale, un po’ campanilistica, in chiave femminile – che comunque sia, se è un donna è meglio.
E’ un segnale importante quello che arriva dall’Umbria anche per quanto accade a livello nazionale.

La politica, si voglia o meno, deve fare i conti con molti suoi malesseri: tra questi anche un rapporto, non sempre limpido e solare, con quella che è la sfera privata dei suoi rappresentanti. Fermo restando che la sfera privata dovrebbe rimanere tale – anche per chi riveste carica pubblica (finché le scelte private non incidono sugli interessi di tutti) – di certo su questo fronte gli esempi che la cronaca negli ultimi mesi ha offerto hanno detto che le “donne al potere” non solo sono poche ma sembrano meno distratte da tentazioni extra-politiche.

E in generale che di una donna al posto di comando ci si può, tendenzialmente, “fidare di più”.

Tendenzialmente. Sempre, senza generalizzare.

In questo, si può dire, almeno gli elettori umbri potranno stare forse tranquilli.

Come scrive Maria Latella nel suo ultimo editoriale su “A”: speriamo che le donne candidate dimostrino ai maschietti quanto sia un’illusione pensare che “fottere” sia l’altra faccia del potere politico…

Vedremo poi, chi governerà ma anche chi sarà chiamato a fare opposizione, se la politica in rosa, al di là della facciata, saprà dimostrare quella “sensibilità femminile” per le tematiche che spesso restano emarginate nell’ombra: ad esempio, la tutela della famiglia, della maternità, o più semplicemente dei servizi a beneficio dell’infanzia. Che anche una Regione può decidere di perseguire o trascurare.

Per capire se la candidatura-rosa non sarà solo un facile slogan (come le energie rinnovabili, di cui oggi tutti parlano), ma sarà effettivamente un motivo di svolta.

Un’ultima curiosità: tra un anno e qualche mese si vota anche per le Comunali a Gubbio. Perché non pensare anche ad un candidato femminile da queste parti?

Ovviamente, che non sia solo di facciata…

GMA

3 commenti:

  1. Il diavoletto mi dice che il miglior candidato per questa volta sarebbe stato un ometto.
    Si chiama Ricci, fa il sindaco ad Assisi; ma non è bello e affascinante come impone Silvio Berlusconi.
    e poi con lui, il PDL rischierebbe di vincere.
    ce li vedi Lignani, Rossi, la Modena in giunta a governare???!!!...molto meglio rubare un lauto stipendio senza avere troppi impegni;;))))

    Mattia Martinelli

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  2. Ho parlato personalmente con Claudio Ricci, persona (prima ancora che politico) stimabile, pragmatica e anche molto comunicativa. Si dice che "non sia piaciuto" al Cavaliere e se così fosse vorrebbe dire che - oltre ad essere sbagliato il "fermarsi alle apparenze" - il premier è circondato da personaggi che non sanno raccontargli come vanno le cose. L'amministrazione ad Assisi è apprezzata e forse il modello avrebbe potuto funzionare.
    Conosco anche Fiammetta Modena, personaggio altrettanto stimabile che da anni si adopera dai banchi dell'opposizione. E sono certo saprà dare un contributo.
    Vedremo come andrà a finire il 29 marzo e chi avrà avuto ragione. Penso però che molti assisiati siano contenti di avere per un altro anno il loro sindaco.
    Quanto alla "comodità" di fare opposizione mi trovi d'accordo: meglio stare nella stanza "senza bottoni" che sobbarcarsi l'onere di governo. Vale per Roma come per Perugia.

    Questa riflessione però mi suggerisce un'altra constatazione: che la forza di una leadership è inversamente proporzionale al numero di yes man di cui il leader si circonda.
    Per chi ha responsabilità e deve assumere decisioni è molto più utile avere vicino chi sa dirti di no. Chi sa solo chinare la testa, può far comodo, ma il più delle volte è altamente deleterio.
    GMA

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  3. Alla fine i candidati - o meglio le candidate - sono rimaste tre. E' rimasta fuori la Coscioni (Radicali) non senza polemiche. E non senza rimpianti per i commentatori vouyeur.
    Non cambia invece il senso di quanto espresso in precedenza. Tre candidate, tre esponenti "rosa"... in attesa di capire se ci sarà davvero una svolta anche nel modo di interpretare e gestire la cosa pubblica regionale.

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