Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

sabato 17 agosto 2013

Tra un pensiero e l'altro... tra l'Isola del Giglio e Giannutri... tra il II sec. dopo Cristo e oggi

Come appare dal porto dell'Isola del Giglio,
il relitto del Costa Concordia
Può una nave in avaria, semirovesciata, incagliata, irrimediabilmente arenata, diventare una sorta di scoglio turistico e di meta voyeuristica?
Provate a fare un salto all'isola del Giglio e vi accorgerete che, a distanza di 20 mesi da quel gennaio 2012, è ancora così. Anche se l'apparenza, alla fine, inganna.
E quel che potrebbe sembrare uno stucchevole escamotage per attirare curiosi, in realtà - scavando e raccogliendo notizie (come è del resto, proprio, del nostro mestiere) - si scopre verità ben diversa.


Isola del Giglio, 16 agosto. La curiosità era tanta, inutile negarlo. L'aliscafo che ci ha portati da Castiglione della Pescaia al lembo di terra marina incastonato nel Tirreno e "più chiacchierato" dell'ultimo anno e mezzo, si sta avvicinando.
E' una giornata calda ma leggera. Attraversare il promontorio dell'Argentario (nome di origini latine, perchè da queste parti anche allora erano i banchieri a dettare legge, e si comprarono la penisola con i profitti del proprio mercantaggio di monete, appunto argentee) significa godere del vento e delle correnti di questo spicchio d'Italia. Spontanee e vibranti come il dialetto maremmano - lasciato a riva dopo un paio di giorni vissuti placidamente a due passi da Follonica - profondo e intenso come il blu cobalto che ci circonda.


Riuscite a intravederla sullo sfondo sfocata? E' lei,
l'isola di Montecristo
Dovrebbe essere l'isola di Montecristo - appena intravisto nella leggera foschia che ci scorta nei 90' di traversata - la vera attrattiva. Se non altro perchè, ho appena appreso dalla puntuale e brillante guida a bordo, per metterci piede bisogna prenotare almeno 8 anni prima: le porte dell'isola si aprono infatti un solo giorno all'anno per pochi eletti.
No, non è lo scoglio che rimanda la mente al misterioso personaggio di Dumas, il motivo saliente di questa gita.
Inevitabile che lo sguardo e la curiosità siano travolti dal fatto di cronaca. Dall'istintivo senso della "notizia" (che notizia ormai non è). E che non appartiene solo a chi della notizia ha fatto mestiere ma un po' a tutti.

Sull sfondo, i due scogli dove ha cozzato la chiglia
della nave da crociera del com. Schettino
Se è vero che non appena spunta alla vista il porto dell'isola del Giglio, è l'intero gruppo passeggeri seduto ordinatamente sul ponte dell'imbarcazione, ad alzarsi in piedi e cominciare ad armeggiare con i-phone e macchinette digitali.
Perchè quel pachiderma bianco, incurvato, quasi chino, di fronte al porto, appollaiato su se stesso e un po' macabro nel suo immobilismo - solo a pensare che ancora qualche vittima non è stata ritrovata, un brivido corre nitido - diventa l'ineluttabile "monumento" da immortalare. In una sorta di museo della cronaca che non ha biglietto di ingresso. Ma solo di silenzio.

Lo splendido scorcio della spiaggia delle Cannelle
E dopo una rapina occhiata ai due scogli sui quali si è incrinata la reputazione del comandante Schettino e una buona fetta del fatturato della Costa Crociere, si scende a terra. Lì, l'enorme imbarcazione sembra quasi osservarti. Algida e poderosamente inutile. Fa da sfondo ad altre foto, diventa una sorta di soprammobile rispetto all'isola - quella vera - che finalmente ti travolge. Con i colori delle sue piccole abitazioni, con i meandri dei vicoli nei quali si dimena, con il fascino delle insenature nelle quali ci si può perdere. Con lo sguardo prima, con le membra, immersi nel verde e nell'azzurro, poi.
Chiacchierando poi con qualche isolano - la regola d'arte è che basta un taxista per sapere tutto di dove ti trovi -  si scopre che in realtà la Costa Concordia è stata una iattura per l'Isola del Giglio: primo perchè il turismo della "curiosità", morboso ed effimero, si limita a un paio d'ore e non lascia traccia. Secondo, perchè la Costa Concordia occupa da mesi quello che era il molo di approdo di scafi e yacht d'alto lignaggio, insomma quei turisti che non hanno il problema dell'Imu o della Tarsu, per i quali fermarsi e lasciare un 500 euro a cena, non dà problemi ma alza il Pil dell'isola.

Giannutri: e sullo sfondo, le colonne della villa
romana del II sec. d.C.
Insomma i flash, ancora una volta, nascondono la realtà.
Meglio allora godersi la spiaggia delle Cannelle, una baia fiabesca che sorge a due chilometri dal porto, con una passeggiata di mezz'ora, infastidita dal sole cocente, ma ripagata da una vista mozzafiato e da un mare semplicemente paradisiaco. Che, detto da un fan della montagna, è un bel voto...
Meglio godersi la successiva nuotata nelle acque di Giannutri, minuscola isola che concludeva il tour della giornata, dove il relax sensoriale di un mare d'altri luoghi, è arricchito dalla lussuria emozionale di un luogo d'altri tempi. Praticamente l'unica isola dove poter nuotare accanto a delle colonne del II secolo d.C.
Resti di una civiltà che non aveva tecnologie e informatica, e non ha lasciato scafi incagliati ai propri posteri...

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