Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

mercoledì 23 aprile 2014

Dalla Fontana di Trevi da "tutto esaurito"... all'autista che "no speak english": Roma, e in fondo l'Italia, è anche questo


Se guardiamo questa foto, sembra quella di un pubblico da stadio. In attesa del concerto di una rock star o di una partita di calcio tipo finale Champions.
Il sole cocente, di un aprile da estate precoce, non riusciva a tenere lontana la calca di persone - per lo più straniere - attratte da quell'angolo così accattivante e magnetico. Giusto il tempo di un flash, o di un più pratico "selfie", giusto per immortalare la propria presenza accanto a quello spettacolo.
La foto ci propone uno spaccato di un lunedì di Pasquetta nel cuore della nostra Capitale. Per qualcuno non sarà nulla di nuovo, o nulla di eccezionale. Per me - forse un po' meno abituato a scene da "assalto alla diligenza" così oceaniche - l'instantanea qualche pensiero l'ha suscitato.

Anche perchè dall'altra parte, non c'era nè la rock star, nè la partita di Champions.
Ma c'era quello che appare nella seconda foto: la Fontana di Trevi.
In una Roma stracolma di forestieri, dove ogni pertugio del centro, tra piazza di Spagna e piazza del Popolo, tra San Pietro e i fori imperiali, tra Colosseo e Villa Borghese, era la folla, lo sciame, anzi lo tsunami di flussi turistici, a fare da filo conduttore, quasi senza soluzione di continuità.
Non ci sarebbe da sorprendersi più di tanto, considerando l'enorme giacimento di tesori artistici, culturali e architettonici del Belpaese, e in particolare della sua Capitale. Città eterna, secondo la tradizionale definizione. Sperando non lo sia anche per i suoi difetti.

Già, perchè se è vero che la Fontana di Trevi è tra gli esemplari più "cliccati" dei nostri giacimenti, il nostro petrolio, dice qualcuno con una definizione calzante, è altrettanto vero che girando in una qualsiasi giornata primaverile per Roma, ci si accorge come ancora le "raffinerie" non siano esattamente le migliori. Pér non parlare poi di taluni benzinai.
Un paio di esempi per capirci:

1) salgo sul pullman per raggiungere Piazza San Pietro - dopo aver constatato che per qualche oscuro motivo la metro è bloccata, e una folla da naufragio del Titanic, mi spinge fuori dai bassifondi della stazione Termini. Noto un paio di turisti anglosassoni che tentano inutilmente di conferire con l'autista del pullman: la loro richiesta è banale ("where is the center?"), domanda quasi comica trattandosi di Roma. Non abbastanza per il tizio, dalla faccia svogliata, con immancabile auricolare (che avrà ascoltato? I dieci comandamenti dell'Atac?) che braccia al volante, ha risposto secco: "I no speak english", senza neanche curarsi di aggiungerci un "sorry" educato e opportuno (vista la figura che inconsapevolmente ha fatto fare a se stesso, all'azienda per cui lavora e a tutto il suo Paese).
A Berlino, l'estate scorsa, tanto per fare un paragone, l'autista di un pullman ci aveva spiegato, in un inglese più che commestibile, come e dove andare, senza problemi...

2) salgo su uno dei pullman turistici scoperti, di quelli che ti fanno fare il giro di Roma in un'ora, anche qui con auricolare. Disorganizzazione totale, con un tizio cingalese che ha tentato di appiopparci un pacchetto convenienza per famiglia (ma valido solo per quattro e noi eravamo in 5), con un altro tizio che ci ha fatto scendere dal pullman dopo appena 2 fermate per cambiare mezzo, e con un'illustrazione turistica, via auricolare, approssimativa, spezzettata e in perfetto... dialetto romanesco.

Ecco, ho pensato. Sono orgoglioso di appartenere ad un Paese che ha gioielli come la Fontana di Trevi, presi d'assalto da migliaia di persone ogni giorno.
Mi vergogno, al tempo stesso, che il mio Paese butti nel cesso questi tesori, affidando la propria immagine a soggetti che non sanno minimamente cosa sia il marketing e la promozione turistica.

Mi auguro che il nostro premier - così attento al "prodotto Italia" e al petrolio di cui ancora oggi dispone (fonte inesauribile finchè non faremo deperire pure questo) - mandi qualcuno a dare un'occhiata a quanto succede nei luoghi di alto respiro della nostra Italia.
Pompei ha bisogno di restauri importanti. Ma è l'Italia tutta che necessita di un profondo restyling: soprattutto quando si parla di "raffinare" il greggio che fortunatamente ci ritroviamo. E di istruire gli incauti benzinai cui è affidato il delicato compito di non rovinarne la preziosa distribuzione...

Detto questo un'ultima riflessione spassionata: un lunedì di Pasquetta in una Roma primaverile e quasi estiva, non ha prezzo. Per tutto il resto... Aspettiamo fiduciosi...

Nessun commento:

Posta un commento