C'è voluto del tempo perchè il 25 aprile diventasse davvero la Festa della Liberazione. E non solo la festa di alcuni a scapito di altri. Un po' come le ferite che ci mettono a cicatrizzarsi, anche questa ricorrenza ha avuto bisogno di qualche decennio di rodaggio, perchè non fosse solo a tinta rossa. Non appartenesse solo a quella parte del Paese che, pur nella legittima rivendicazione delle proprie idee - al netto di quanto la Storia ha poi decretato - non rappresentava tutto il Paese. E neanche tutti coloro che quella Liberazione avevano contribuito a costruirla e soprattutto a mantenerla nei decenni successivi.
Ma lasciamo stare la storia, almeno stavolta.
Sì perchè questo 25 aprile 2014 ha un nome e un cognome: Carol Wojtyla. Qualcuno dirà, ma chi? Giovanni Paolo II?
Sì, proprio lui. Che domani, in data 26 aprile, sarà proclamato Santo da Papa Francesco, insieme a Papa Roncalli, il Pontefice del Concilio Vaticano II.
Wojtyla però è anche un'icona di libertà. Lo è per il suo popolo, lo è per la Polonia, che non a caso vive questi giorni come una sorta di festa nazionale. Una delle aree più martoriate dell'Europa, costretta a subire gli "ismi" peggiori del XX secolo - dopo averne viste di tutti i colori anche in quelli precedenti - ed essere trasformata in "merce di scambio" proprio alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, dal famigerato patto Moltov-Von Ribbentrop (ebbene sì, nazisti e stalinisti scesero a patti, prima di darsele in guerra).
Con Lech Walesa, leader di Solidarnosc, il sindacato che si oppose al regime comunista polacco |
Wojtyla fu il primo a parlare di libertà. Una libertà inseguita e conquistata negli anni, attraverso le parole, l'esempio, le esortazioni.
13 maggio 1981, Papa Wojtyla è stato appena colpito dal colpo di pistola di Ali Agcà |
Oggi quell'uomo è proclamato santo. In Polonia è venerato fin da quegli anni.
Perchè riuscì, senza sparare un colpo, ma con la forza della fede e l'illuminazione della sapienza, laddove guerre, milizie, eserciti in passato avevano fallito.
Per l'Europa - dilaniata dalla crisi e dal giogo dei patti di stabilità - oggi le libertà da cercare sono altre, apparentemente meno cruente ma non meno inquietanti per il futuro. Servirebbe un altro Wojtyla, anche senza la veste papale, per iniettare quella stessa energia che vedevamo scorrere nei milioni di persone che lo invocavano, in ogni piazza della terra.
La folla oceanica di Varsavia lo osanna |
E tra qualche anno sui libri di storia leggeremo di questo Papa diventato santo: magari anche per la sua straordinaria capacità di unire i popoli, di sostenere gli ultimi, di parlare ai giovani, di richiamare l'irresistibile forza evocativa della fede. E perchè, capace anche di liberare la sua nazione. Senza aprire il fuoco. Se non quello delle anime...
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