E' un 7 settembre 2024 che passerà agli annali della storia del Perugia calcio.
Dopo 13 anni Massimiliano Santopadre lascia la guida della società e cede il 100'% delle quote ad un gruppo imprenditoriale guidato dall'argentino Javier Faroni. Un epilogo che appena 1 mese fa sembrava improbabile, che ha vissuto sulle montagne russe negli ultimi mesi - con ipotesi di cordate anche locali che però sono sfumate - ed è decollato dopo una fase interlocutoria sottobosco, nel mese di agosto.
Una svolta che ha restituito ottimismo ed entusiasmo ad un ambiente nel quale ormai il rapporto tra Santopadre e la piazza era logorato da tempo, nonostante sul piano dei risultati, sportivi e finanziari, l'imprenditore romano ha garantito continuità e soprattutto sostenibilità economica. In tempi in cui anche società più blasonate e altolocate sono precipitate nell'anonimato dei dilettanti o sono state salvate con numeri negativi i cui zeri sfiorano il numero degli scudetti.
Cosa potrà fare ora Faroni e dove potrà arrivare il Perugia non si può dire, perchè il calcio non è una scienza esatta, perchè se investi e spendi non è detto che il campo ti dia ragione, perchè le categorie, a cominciare dalla serie C, hanno tutte una loro complessità e richiedono tempo per poterle calcare da protagonisti. Di sicuro la svolta era necessaria, per un ambiente ormai intossicato dall'incomunicabilità tra vertice societario e tifoseria che nel bene o nel male finiva per riflettersi anche sui risultati della squadra.
Vedremo se l'effetto Faroni si farà sentire subito: se ci saranno cambiamenti immediati o, come auspicabile con buon senso e prudenza, se l'ingresso sarà graduale e la stagione - che pur di risultati potrebbe produrne - sarà di assestamento. Intanto vanno agli archivi le foto della firma, le prime parole di Santopadre in attesa della prima conferenza stampa di Faroni, che debutta sulle tribune di Carpi da neo presidente.
In quasi 120 anni di storia, da Romeo Gallenga Stuart, passando per Lino Spagnoli, Franco D'Attoma, Spartaco Ghini e Luciano Gaucci, fino a Massimiliano Santopadre, le redini vanno al primo presidente straniero della storia del Grifo. Un altro segno dei tempi.
Nessun commento:
Posta un commento