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mercoledì 18 settembre 2024

Il mio "diario bianconero": Quanto ci era macata. La Champions. E soprattutto questa Juve in Champions. Con una splendida "imitazione d'autore"...

Quanto ci era mancata. Ma anche quanto era mancata la Juventus a questa competizione. La Champions torna allo Stadium e la Juve torna a fare la Juve. Dopo i 90' apatici e preoccupanti di Empoli - che a distanza di mesi mi hanno costretto ad "abbandonare" la partita all'80' in preda allo sconforto più totale - la massima competizione europea, nella nuova formula da "Superlega taroccata" (con monsieur Ceferin pronto a tutto e al suo contrario pur di non perdere le chiavi del "giocattolo") restituisce sorriso, buonumore, gol e fiducia. Peccato per il gol finale incassato con mezza squadra mentalmente con il Badedas in mano, sarebbe stata la quinta partita su 5 senza subire reti. Con un PSV che non è il Real ma neanche il Como.

Tre gol, tre storie da raccontare, più una quarta di chi il gol non lo trova più (soprattutto quando si incaponisce).

I primi 20' non sono dissimili dal "piattume" avvilente visto con Roma ed Empoli. Squadra sotto ritmo, poco intraprendente, PSV più in gamba e a tratti perfino insidioso. Fino a quando Kenan Yldiz decide di salire in cattedra con la più classica delle imitazioni "d'autore": affondo a sinistra, palla accarezzata sul destro, finta di corpo a suggerire al difensore un'azione laterale, e invece sempre col destro colpo da biliardo a baciare (anzi, schiaffeggiare) l'incrocio interno per arrotondarsi in rete. Un boato liberatorio, quello scatenato dal numero 10 più precoce della storia bianconera: il suo è il gol più giovane in Coppa Campioni, battuto il record di Alex Del Piero (autore di una parabola simile, a Dortmund, all'inizio di una stagione che avrebbe regalato la Coppa). Si sprecano le comparazioni. Inutile fare paragoni. Ancora è presto. Kenan per ora ha superato anagraficamente la prima prodezza del Capitano. La strada è imboccata. C'è solo da fare il tifo per lui. Senza caricarlo troppo (per volergli davvero bene).

A breve arriva il raddoppio: azione caparbia di Nico Gonzales, palla in mezzo, Vlahovic non si capisce se la tocchi o la sbucci, mette tutti d'accordo Mc Kennie che la infila di giustezza. Lui che doveva andarsene per il secondo anno di fila. Lui che rifiuta la Champions con l'Aston Villa, fa dannare Giuntoli per trovare una contropartita all'operazione Douglas Luiz, e alla fine per il secondo anno di fila prenota un posto da titolare. O quanto meno da titolare meno sporadico delle attese.

Ripresa e stavolta è Vlahovic a vestirsi da uomo assist. L'apertura è ariosa per Nico Gonzales che penetra da solo e infila con freddezza il povero portiere olandese. Che 3 gol li avevi presi in 5 giornate nel suo modesto campionato. Eppure il PSV aveva sempre vinto. Incuteva una qualche prudenza. E per 20' aveva pure messo apprensione. Invece il 3-0 è fotografia limpida, perchè oltre ai gol ci sono le occasioni del primo tempo e della ripresa, c'è un dinamico Koopmeiners sempre più protagonista sulla trequarti, un gigantesco Locatelli finalmente padrone del ruolo, mentre dietro non si corrono rischi: Gatti e Bremer sono due corazzieri del Quirinale, Cambiaso te lo ritrovi ovunque, come la sabbia nelle scarpe la domenica, e Kalulu timbra ancora con la puntualità di un ferroviere di Berlino.

Chi manca all'appello? E' la quarta storia di questo nuovo esordio europeo. E porta il nome di Dusan Vlahovic. Ha un gol sulla coscienza ad Empoli, lanciato a rete in modo sontuoso da Nico. Contro gli olandesi della ripresa, quasi allo sbando nelle azioni di rimessa bianconere, potrebbe andare in gol anche un attaccante di Lega pro. Lui riesce a non riuscirci. Litiga col pallone, con il basso ventre del portiere avversario, con il campo, con la dea bendata. Con tutti, e soprattutto con se stesso, con cui non riesce a far pace quando passa 90' a controllare palla a 20 metri o a incocciare con le gambe dei difensori. Dusan sta diventando un problema. Oggi fa arrabbiare, tra due mesi, se sarà ancora così, dovrà preoccupare. Noi ma soprattutto Giuntoli (ed Elkann). Resto convinto che l'errore primordiale sia suo. Non aver spalmato il faraonico stipendio elargito a suo tempo da un management scriteriato, è una Spada di Damocle che gli pende in testa ogni 90'. Per togliersela di mezzo dovrebbe segnare più o meno con la media di Halland. Non lo farà. Almeno per ora non è in grado di farlo. E allora il buon senso dovrebbe prevalere. Ma preferisce andarsene a 100 km/h contro un muro. Dybala, Chiesa e Rabiot non hanno evidentemente insegnato.

Per una volta lasciamo stare le ombre: i gol divorati (che speriamo di non ricercare a fine girone dove la differenza reti potrebbe contare), il gol subìto, qualche giocatore rimasto in campo forse anche troppo (come Gatti, ripensando al Napoli sabato prossimo), altri che continuano a zoppicare (Douglas Luiz). Guardiamo alle luci. Quelle citate e qualche altra. Come Danilo. Bello rivederlo in campo, ancor più bello rivederlo reattivo nei recuperi difensivi. La Juve che gioca su 5 fronti non potrà fare a meno di lui. Lo sa bene Thiago Motta. Che poi è il vero artefice di questa sceneggiatura.

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