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venerdì 14 giugno 2013

Quel punto interrogativo: da boutade a scottante attualità...

Ricordate lo scorso anno di questi tempi? Comparve in piazza Oderisi, nel centralissimo corso di Gubbio, un enorme cubo bianco con un gigantesco punto interrogativo per ogni lato verticale. La "trovata pubblicitaria" - legata alla Notte Bianca dello sport che sarebbe tornata, con grande successo, a settembre - suscitò più di un quesito, enigmatica com'era. Poi l'arcano fu svelato. Ebbene oggi quell'iniziativa assume quasi un significato profetico.
Perchè non solo in piazza Oderisi, ma in molte altre piazze, vie e vicoli della nostra città andrebbe esposto un enorme cartellone (o un altro cubo, se preferite, salvo problemi di traffico connessi) con tanto di punto di domanda.

Dove andremo a finire?
Questa è invece la domanda, sottintesa nel simbolo interrogativo, ma di stridente attualità, legata alla comunità eugubina. Che dopo quasi 50 anni si ritrova affidata alle direttive di un commissario prefettizio, con buona pace del voto degli eugubini, espresso appena 2 anni fa.
Senza tornare ai motivi e alle dinamiche, non poco controverse, che hanno decretato la caduta dell'esecutivo cittadino, la politica eugubina e più in generale la comunità è chiamata ora a pensare - e alla svelta - al futuro della città. Senza aspettarsi che il commissario da solo faccia miracoli, o tiri fuori da uno dei cassetti di Palazzo Pretorio la bacchetta magica.
Centro storico, Puc 1 (parcheggio San Pietro), Puc 2 (ex ospedale), revisione del Piano regolatore, valorizzazione dei contenitori e degli eventi culturali, pulizia e manutenzione delle strade, viabilità e salute pubblica, futuro del nuovo ospedale. L'elenco delle problematiche in capo alla residenza municipale potrebbe proseguire almeno per qualche altra pagina. Segno da un lato, che chi ha governato finora non ha risolto questi nodi. Segno al tempo stesso, che non potranno essere i prossimi 12 mesi a cambiare, come d'incanto, lo stato dell'arte.

La politica è uscita sconfitta dalla vicenda commissariamento. La politica non solo degli ultimi due anni, ma di un'intera stagione politica dagli anni Novanta ad oggi. La politica non solo dei partiti di maggioranza ma anche di quelli che in maggioranza sono stati e perfino di quelli che hanno soggiornato sempre nei banchi di opposizione. Nessuno, in parole povere, può dirsi estraneo alla debacle politica che dal 24 maggio l'appello senza risposta del presidente del consiglio comunale ha formalmente decretato.
Cosa accadrà in questi 11/12 mesi che separano la città dalle nuove elezioni è difficile dirlo. Di sicuro, Gubbio avrà bisogno di una nuova guida. Una guida autorevole, nella persona come nella squadra di governo, sostenuta da un partito o da una coalizione coesi e affidabili. Aperti al dialogo con la città, in tutte le sue componenti, capaci di individuare le reali priorità, di rappresentare la comunità eugubina autorevolmente anche fuori dai confini locali, autonomi come il ruolo politico-istituzionale richiede, ma non rinchiusi in ideologiche posizioni di principio che, oggi come oggi, alla città e al suo futuro non servono.

La crisi bussa alle porte molto più minacciosamente di quanto l'opinione pubblica sta avvertendo. Non solo per i venti nefasti che arrivano da Fabriano - dove al caso Merloni si aggiunge pesantemente il nuovo caso Indesit che coinvolge centinaia di lavoratori dell'Eugubino - ma per le prospettive di un'economia locale chiamata a non perdere la bussola e a cercare, come Diogene con la lanterna, quale possa essere la migliore direttrice futura.
Su tutto questo, il ruolo dei prossimi inquilini di Palazzo Pretorio sarà determinante. Più che in passato. Per evitare che la città si ritrovi con un cumulo di cubi e di punti interrogativi per strada...

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