Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

mercoledì 19 giugno 2013

Si fa presto a dire "mettiti in fila": cronaca di una mattina... esasperante

Capita di fare le file. Ultimamente le azzecco quasi tutte. Nel senso che quando devo sceglierne una - ad es. alla posta per pagare l'IMU - indovino puntualmente quella con l'"omo nero". Nella fattispecie o nelle sembianze di un utente logorroico, pedante, petulante, insistente e snervante; o di un addetto al servizio la cui affabilità è seconda solo al frenetico e vorticoso ritmo da bradipo davanti al pc.
(a proposito, ma non era sospesa l'Imu? E' una delle domande che mi sono fatte nei 35' di attesa. E comunque, ho concluso, non è la prima tassa da abolire, ce ne sarebbero almeno una decina di più gravi e nevralgiche per "alleggerire" il peso delle imposte... e anche delle file).


Ma capita anche di fare altre file. Quelle col numeretto, che ti lasciano immaginare che potrai cavartela in pochi minuti. Ad esempio al CUP del Silvestrini - lo chiamo ancora così l'ospedale di Perugia, anche se su giornali, tv e internet siamo costretti a usare la formula completa di S.Maria della Misericordia.
Di Marie e di Misericordie credo ne siano cadute sul campo parecchie oggi, intorno all'ora di pranzo, quando mio malgrado mi trovavo ad attendere di pagare il ticket.


Mi mancavano 44 numeri quando ho premuto il tasto e la macchinetta ha sputato il suo tagliandino, con quel rumore beffardo che già da solo sembra prenderti per i fondelli. 44 posizioni non sono tante con 8 sportelli davanti. Peccato che nel giro di qualche minuto - era l'ora di pranzo - dietro quegli sportelli è rimasto un solo addetto. Morale, 1 ora e 20 di attesa per veder faticosamente scorrere davanti a me la quarantina di "compari di sventura", ognuno con un decibel di incazzatura più alto del precedente.
Non sono mancate neanche le classiche scene all'italiana: un signore che si aggira intorno agli sportelli con un biglietto (sicuramente non quello che sarebbe dovuto scattare a breve), curiosando al di là delle plance forse in cerca di un amico o un conoscente. Quest'ultimo esce dalla porta di servizio, consulta i documenti e i referti del curiosone, li prende in consegna rassicurandolo con una pacca sulla spalla. E lui, sollevato dal rischio di dover fare la fila (come tutti), ringrazia e dalla gioia regala perfino il suo biglietto al primo utente visto a fianco, e intanto incredulo aveva osservato tutta la scena.

Trovarsi in queste situazioni - tra l'altro con il cartello dell'URP (Ufficio relazioni con il pubblico) che giganteggia (ma l'ufficio era chiuso) finisce per generare anche nelle persone più insospettabili, i più tribali istinti di reazione: che in fondo, in una fila come quella vissuta al Cup di Perugia, è un po' anche istinto di sopravvivenza.
Ma al danno, arriva via internet perfino la beffa.
So che chi sta leggendo non ci crederà, ma in quegli stessi minuti in cui la fatica dell'attendere l'Araba Fenice del mio numero era seconda solo allo sforzo immane di trattenersi dal mandare a quel paese l'intero corpo dipendente della Usl perugina, in quegli stessi minuti, mi arriva sul blackberry questa e-mail. (Giuro!)

"Il 15 maggio la Fondazione GIMBE ha lanciato la consultazione pubblica del progetto Salviamo il Nostro SSN (Sistema Sanitario Nazionale), per coinvolgere tutti cittadini italiani – insieme a professionisti sanitari e Istituzioni – nell’identificare criticità e suggerire possibili soluzioni per un Servizio Sanitario Nazionale sostenibile.
Il progetto, concepito in una fase particolarmente critica per la sanità pubblica, nasce dalla consapevolezza che, nonostante i tagli, il SSN rimane sostenibile perché una percentuale consistente della spesa sanitaria viene attualmente sprecata in maniera intollerabile.
Considerato che un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico rappresenta una conquista sociale irrinunciabile per l’eguaglianza e la dignità di tutti i cittadini italiani, Le propongo di pubblicare un intervento del Presidente, il dott. Nino Cartabellotta, nel formato (intervista, articolo, altro) più idoneo alle esigenze della Sua rivista.
Per ulteriori informazioni: www.salviamo-SSN.it".



Non volevo crederci. A parte il 15 maggio, che già farebbe ridere. Ma di primo acchito ho pensato ad una sorta di "Scherzi a parte". Fortunatamente non avevo uno specchio, perchè forse lo sguardo era quello di Micheal Douglas in "Un giorno di ordinaria follia". Poi in realtà mi sono rincuorato. In fondo, grazie a quella e-mail, avevo trovato lo strumento migliore per sfogare l'irrefrenabile rabbia covata in quei 70-80' di attesa.
E ho così  risposto con una mia e-mail al collega estensore (responsabile ufficio stampa Fondazione Gimbe):

"Mi permetto un piccolo umile sfogo: sono al CUP dell'ospedale di Perugia, sto aspettando da 45' di pagare il ticket, ho il n.544 e dalle 13.30 ad ora (sono le 14.20) il timer e' passato da 500 a 522. Su 8 sportelli presenti solo 2 sono attivi e con ritmi da rag. Filini. Da giornalista non ho problemi a dare spazio alla Vs nobile iniziativa, da cittadino spero che il SSN chiuda al più' presto lasciando senza lavoro i dipendenti fannulloni e menefreghisti che mi stanno di fronte e soprattutto i loro superiori incapaci e i referenti politici che li hanno messi dentro al SSN.
Questo ovviamente senza polemica.
Grazie
P.s. Sara' mia premura svolgere un'indagine sul SSN in Umbria, temo che dopo il servizio saranno in pochi ad aderire alla Vs campagna. Lodevole ma un tantino utopistica.
Buona giornata (almeno a voi che non siete in fila da 50')".

La fila è durata fino ad un'ora e 20'. In mezzo due ragazze hanno provato anche a vendermi un cesto di frutta con ricavato in beneficenza, ma quando hanno sentito cosa avrei voluto fare con quelle pesche, sono state loro a chiedermi di non comprarle...
La fila l'ho conclusa con mia sorella - che al Silvestrini ci lavora - e che non ho visto così sorpresa di quell'immagine da "rifugio profughi del biglietto Cup".
Non ho motivo di dubitare che poi dentro gli ambulatori ci siano professionalità e sapienze tra le massime in circolazione. E che la nostra salute, ancora oggi, nel SSN sia in buone mani. Peccato che prima di arrivare a quegli ambulatori, la trafila sia estenuante e ti tiri fuori il peggio che gli istinti più reconditi potrebbero generare.
Stasera a casa magari ci riderò sopra. E domani, rileggendo questo pezzo-ricordo, mi sentirò un po' ridicolo e penserò quanto si rischia seriamente di "sclerare" di fronte ad uno sportello pubblico, in un pomeriggio d'estate a 36 gradi, circondato da altri cittadini col morale sotto le scarpe.
Però, anche a bocce ferme, non sarebbe male che un assessore, un consigliere regionale o comunale, un sindaco o soprattutto un dirigente Asl, facciano due passi per la sala Cup nelle ore di cambio-turno.
Così... tanto per avere un'idea... di come va il mondo.






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