Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

venerdì 7 giugno 2013

Quelle testimonianze che arrivano da lontano...


Qualche volta c'è bisogno di ascoltare la voce che arriva da lontano, per apprezzare di più quanto di grande abbiamo la fortuna di vivere e quanto di prezioso ci circonda.
Le testimonianze sono due. Diverse tra loro ma accomunate da un filo conduttore: la passione non solo e non tanto per la Festa dei Ceri. Ma per i valori che sa esprimere: scavalcando confini, varcando limiti, scavando nel cuore della gente. Pur con lingua e tradizioni diverse, riesce a farsi capire. E a diventare un'insostituibile esigenza emozionale...

La prima testimonianza è in una lettera - che ho scelto per la rubrica "La mia festa dei Ceri" nell'ultima puntata de "L'Attesa" 2013 - è l'ennesima dimostrazione. Arriva da Jessup, Pennsilvania, dove i Ceri sono solo una sbiadita riproduzione, in un paesino della periferia americana, di quanto accade ogni 15 maggio a Gubbio. Ma lo spirito, quello, non ha bisogno di architetture magnificenti. O c'è o lo devi simulare. Come forse in tanti sono costretti a fare laddove la pietra ne camuffa l'autenticità morale. La lettera non è in italiano perfetto. Ma traspare, limpida, una passione che è anche un messaggio. Di cui fare memoria e tesoro.

"Quest'anno per me e stato un anno che non posso dimenticare. A Jessup corriamo con la stessa passione che avete a Gubbio. Anno dopo anno andiamo avanti con forza e proviamo a fare la corsa più vicino come fate voi a Gubbio. Durante tutto l'anno abbiamo lavorato e abbiamo preparato per la statua di Sant'Ubaldo. Una settimana dopo i ceri ancora sto pensando allo spirito che abbiamo avuto sabato scorso. Quella bellissima statua che abbiamo ricevuto dalla Città di Gubbio e tutte le persone che hanno fatto la statua... ha portato qualcosa, per tanti anni, mancava qui a Jessup... lo spirito di Sant'Ubaldo. 


Quando ho visto tutti gli anziani che hanno portato quella statua pensavo che c'è qualcosa di molto particolare quest' anno... nel senso che pensavo che Sant'Ubaldo è stato a Jessup con noi per la nostra festa. Ovviamente, ci sono tanti immigrati qui che hanno la devozione verso Sant'Ubaldo, ma il giorno dei ceri, ogni persona sulla strada ha sentito quello spirito e quella passione. Qualcuno può vedere quello spirito e quella devozione negli occhi aperti e commossi di tutti i ceraioli e cittadini. 

Per me, e per tutti noi qui a Jessup, quest'anno è un simbolo della nostra amicizia tra Jessup e Gubbio. E la cosa più importante da capire è che S. Ubaldo assolutamente ha portato collaborazione e devozione per i santi e per la tradizione dei ceri oltreoceano. Ai  cittadini di Gubbio voglio dire.... vi ringraziamo. Questa festa antica sarà qui per l'eternità. 
Siamo due città, ma uno stesso cuore, una stessa passione. W. S. Ubaldo, S. Giorgio, S. Antonio!   

Michael Cappellini - Jessup (Pennsilvannia - Usa)


La seconda testimonianza è nella storia di un gruppo di turisti olandesi capitati quasi per caso a Gubbio il 15 maggio 2006. Invitati ad una festa che forse consideravano una delle "solite rievocazioni italiche", ne sono rimasti letteralmente folgorati. E da quel 2006 non sono voluti mai mancare.
Quella che si vede infatti è una semplice foto di gruppo davanti alla statua di S.Ubaldo, in cima a Corso Garibaldi, il 15 maggio 2013. 

Che c’è di particolare?  Nulla in apparenza, in realtà qualcosa fuori dall’ordinario c’è eccome, qualcosa che testimonia il profondo legame per i Ceri di Gubbio, di alcune persone che, pur essendo nate a migliaia di chilometri di distanza e senza avere alcun familiare o antenato di origini italiane, tanto meno eugubine, non hanno potuto fare a meno negli ultimi anni di essere qui a festeggiare.                                                                                                                  
L'alzata del 2006

Capita, nell’ormai lontano 2006, che il signore terzo da destra nella foto, signore olandese che chiamiamo Rens, viene invitato ad assistere alla festa del 15 maggio. E’ una giornata bellissima, piena di sole e del consueto calore eugubino; lui sa già molte cose sull’evento, ha letto molto e visto tanti filmati, ma niente vale l’esperienza diretta. 
Durante la processione dei santi, la sera di quel 15 maggio 2006, la promessa che non sarebbe più mancato negli anni a seguire. “Cose che si dicono sempre”, pensano i presenti. Invece no, da quell’anno l’amico Rens si è presentato puntuale all’appuntamento di Gubbio, insieme con le figlie Lou e Robin e tanti amici eugubini con cui rimane in contatto durante l’anno. Non fa dunque eccezione neanche quest’anno. Il gruppo si è puntualmente ricomposto, insieme con un  altro amico, Paolo, anche lui “eugubino d’adozione” per il 15 maggio. 
Niente di meglio quindi, di un bello scatto collettivo, da dedicare ovviamente alla città tanto amata.                                                                                                                                                                                          


1 commento:

  1. Mi sono soffermata a guardare le immagini della Festa dei Ceri made in Jessup. Ho fatto un sospiro, poi una pausa di riflessione. Un sospiro. Ho ricominciato a pensare e poi ho scelto di mettere da parte l’incertezza, di sospendere quella sorta di gelosia. Grazie al mio sforzo ho come tolto un velo dagli occhi e ho potuto vedere quelle immagini con il cuore e ho visto la statua di Sant’Ubaldo che la città di Gubbio ha donato ai ceraioli di Jessup. Ho visto quel volto paterno e familiare impregnato d’amore tale e quale al Nostro, ho visto gli anziani sotto le stanghe e inaspettatamente si sono accesi i colori tutt’intorno e ho riconosciuto un certo Azzurro, un certo Nero e un certo Giallo. Quella proiezione d’oltreoceano mossa e scolorita della Festa dei Ceri, ai miei occhi si è incarnata di passione. Posso giurarti che quel filo sottile che sospettavo esserci tra noi e loro si è ispessito. Quanto sento e scrivo mi costa, perché ammetto a me stessa l’esistenza di una forma d’amore parallela alla nostra di eugubini e ceraioli… eppure questa forma d’amore parallela è sostenuta, mantenuta viva e resa….come dire, confidenziale dalla stessa sorgente. Quella statua dimostra quant’è grande il nostro amore per Sant’Ubaldo, anzi, l’amore di qualcuno che sa estendere certi limiti umani del saper amare e lo sa offrire. Grazie a quella statua, non solo gli abitanti di Jessup sono “storditi” da una presenza viva, ma allo stesso modo noi gioiamo stupiti nello scoprirne l’immensità. Ho riguardato le immagini e ho temperato il sospetto adattandomi alle esigenze, allo stile di vita e alla maniera americana. Ho capito che è la forma di contagio che ho tentato di descrivere in un altro commento e dentro a quel contagio c’è una forma di responsabilità unica, ragguardevole. Dentro alla presenza fisica di molti eugubini, testimoni della nostra fede e spettatori della “loro” celebrazione, ho avvertito la consapevolezza eugubina, la responsabilità del trasmettere la parte più pura dello Spirito della Festa che va al di là delle storture che talvolta i nostri occhi vedono e che passano agli orecchi, i quali ne registrano i suoni stonati.
    Siamo veramente favoriti dal cielo se possiamo constatare quanto viaggi veloce nel tempo e si espanda nello spazio il nostro legame con il Patrono Ubaldo; legame che si modifica nei secoli, legame che si adatta ai tempi, che esce dai confini e che rimane immutato.
    Michela

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