Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

domenica 26 gennaio 2014

Il "prodigio" di Raffaello... quello di Foligno

La Madonna di Raffaello torna a Foligno:
un momento dell'inaugurazione di sabato scorso
Alzi la mano chi non ha pensato negli ultimi 10 giorni, almeno una volta, al “prodigio” della Madonna di Foligno.
Intendiamo, ovviamente, senza voler apparire blasfemi, lo straordinario successo dell'esposizione temporanea del capolavoro di Raffaello al monastero di S.Anna.
Un'operazione venuta a galla appena un mese e mezzo fa, grazie ad Eni e alla sinergia istituzionale folignate, ma in realtà messa in piedi da un paio d'anni in virtù di una semplice raccolta di firme.
 
Il Gonfalone del Corpus Domini
attribuito nel 2004 a Raffaello
Ironia della sorte, a 10 anni esatti da un altro Raffaello, quello “giovanile” scoperto, attribuito e poi contestato, a Gubbio, con il Gonfalone del Corpus Domini.

A Foligno l'ambizioso e illusorio sogno di qualche mese fa, non solo si e' trasformato in una mostra evento reale, ma ha prodotto numeri che neppure i piu' entusiasti e ottimisti fautori avrebbero osato sperare.
 
"Lo sposalizio della Vergine":
da Città di Castello proveranno
a farlo tornare
Catalizzare la presenza di quasi 50 mila persone in appena 10 giorni, per un'opera per altro non lontana e irraggiungibile (che come in passato, si potrebbe andare a rimirare senza patemi ai Musei Vaticani) e' impresa non da poco. E a suo modo, anche un precedente di cui dovrebbero far tesoro le istituzioni di casa nostra (Città di Castello già si sta mobilitando per lo “Sposalizio della Vergine”). Sia quelle regionali, quelle specializzate e anche coloro che aspirano a diventare le istituzioni cittadine.
L'evento, la perla artistica, come anche architettonica, la mostra rara o di forte richiamo, continua a fare la differenza. E se lo fa in frazioni di tempo limitate, come a Foligno, figuriamoci cosa accadrebbe se la proposta dovesse abbracciare un arco temporale piu' ampio.

Gubbio ricorda ancora l'esperienza praticamente irripetibile della Mostra dei Dinosauri, nel 2011.
Una felice parentesi che non ha avuto seguito con altre "imprese" similari, sia per l'impossibilità di fruire di spazi adeguati, sia per le difficoltà a reperire risorse (ad eccezione di quanto costantemente messo a disposizione dalla sola Fondazione Carisp Perugia).

Eppure non mancherebbero i filoni tematici sui quali costruire eventi o idee in grado di incidere sensibilmente anche sulla proposta culturale cittadina: gli Umbri - pensando alla collocazione quasi "punitiva" di un documento raro come le Tavole Eugubine - o la parabola Francescana del Poverello e il lupo - di enorme potenzialità soprattutto dopo l'avvento del Pontefice che ha scelto il nome di Francesco - non possono essere dettagli o questioni secondarie per chi si candida a rappresentare l'istituzione comunale nei prossimi 5 anni. Fermo restando che anche dall'interlocuzione costruttiva con le altre istituzioni, dipende la bontà di una proposta e la fattibilità concreta della stessa.

In attesa di sapere come finirà il rebus di alcune candidature, intorno al quale purtroppo gravitano le attese maggiori, attendiamo fiduciosi di capire chi intende fare cosa.
Sperando che non si apra un'altra stagione di eterne divisioni, di laceranti ideologismi, di strumentali crociate.
Gubbio, se non si è capito, non può più permetterselo.


Da editoriale "Gubbio oggi" - febbraio 2014

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