La Madonna di Raffaello torna a Foligno: un momento dell'inaugurazione di sabato scorso |
Intendiamo, ovviamente, senza voler apparire blasfemi, lo straordinario successo dell'esposizione temporanea del capolavoro di Raffaello al monastero di S.Anna.
Un'operazione
venuta a galla appena un mese e mezzo fa, grazie ad Eni e alla
sinergia istituzionale folignate, ma in realtà messa in piedi da un
paio d'anni in virtù di una semplice raccolta di firme.
Il Gonfalone del Corpus Domini attribuito nel 2004 a Raffaello |
Ironia
della sorte, a 10 anni esatti da un altro Raffaello, quello
“giovanile” scoperto, attribuito e poi contestato, a Gubbio, con
il Gonfalone del Corpus Domini.
A
Foligno l'ambizioso e illusorio sogno di qualche mese fa, non solo si
e' trasformato in una mostra evento reale, ma ha prodotto numeri che
neppure i piu' entusiasti e ottimisti fautori avrebbero osato
sperare.
"Lo sposalizio della Vergine": da Città di Castello proveranno a farlo tornare |
Catalizzare
la presenza di quasi 50 mila persone in appena 10 giorni, per
un'opera per altro non lontana e irraggiungibile (che come in
passato, si potrebbe andare a rimirare senza patemi ai Musei
Vaticani) e' impresa non da poco. E a suo modo, anche un precedente
di cui dovrebbero far tesoro le istituzioni di casa nostra (Città di
Castello già si sta mobilitando per lo “Sposalizio della
Vergine”). Sia quelle regionali, quelle specializzate e anche
coloro che aspirano a diventare le istituzioni cittadine.
L'evento,
la perla artistica, come anche architettonica, la mostra rara o di
forte richiamo, continua a fare la differenza. E se lo fa in frazioni
di tempo limitate, come a Foligno, figuriamoci cosa accadrebbe se la
proposta dovesse abbracciare un arco temporale piu' ampio.
Gubbio
ricorda ancora l'esperienza praticamente irripetibile della Mostra
dei Dinosauri, nel 2011.
Una
felice parentesi che non ha avuto seguito con altre "imprese"
similari, sia per l'impossibilità di fruire di spazi adeguati, sia
per le difficoltà a reperire risorse (ad eccezione di quanto
costantemente messo a disposizione dalla sola Fondazione Carisp
Perugia).
Eppure
non mancherebbero i filoni tematici sui quali costruire eventi o idee
in grado di incidere sensibilmente anche sulla proposta culturale
cittadina: gli Umbri - pensando alla collocazione quasi "punitiva"
di un documento raro come le Tavole Eugubine - o la parabola
Francescana del Poverello e il lupo - di enorme potenzialità
soprattutto dopo l'avvento del Pontefice che ha scelto il nome di
Francesco - non possono essere dettagli o questioni secondarie per
chi si candida a rappresentare l'istituzione comunale nei prossimi 5
anni. Fermo restando che anche dall'interlocuzione costruttiva con le
altre istituzioni, dipende la bontà di una proposta e la fattibilità
concreta della stessa.
In
attesa di sapere come finirà il rebus di alcune candidature, intorno
al quale purtroppo gravitano le attese maggiori, attendiamo fiduciosi
di capire chi intende fare cosa.
Sperando
che non si apra un'altra stagione di eterne divisioni, di laceranti
ideologismi, di strumentali crociate.
Gubbio,
se non si è capito, non può più permetterselo.
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