A fine gara, stremato ma sempre leader insieme ad Alex (foto M.Signoretti) |
"Siamo tutti Briganti", recitava uno striscione che la curva ha esibito per mesi quasi ad avvertire avversari, pubblico e perfino il mondo del calcio. Nessuno avrebbe potuto rubare ai tifosi rossoblù quel sogno che stavano vivendo.
Le cento presenze di Briganti (foto Settonce) |
E Marco Briganti, ironia
del nome, ne era un simbolo per come sapeva darsi e spendersi in
campo come nello spogliatoio.
Ora il capitano inizia una
nuova avventura. In pochi mesi il Gubbio saluta i suoi due capitani,
per motivi e dinamiche diverse. E anche con stati d'animo alquanto
differenti.
Marco Briganti, 32 anni da
Città di Castello, era ormai eugubino a tutti gli effetti. Non solo
per una questione temporale ma soprattutto emotiva.
Il giorno dell'esordio, contro la Cisco Roma di Ciofani |
Era arrivato per altro in
una delle piu anonime stagioni del filotto di C2 di inizio secolo. A
chiamarlo era stato Loris Beoni, che lo aveva avuto alla Sansovino,
insieme a Borgogni, Zacchei e altri giocatori che a differenza di
Briganti sono arrivati e ripartiti, senza lasciare impronta alcuna.
Lui, in silenzio, era arrivato un po' dopo, a settembre inoltrato ma
si era subito integrato in un gruppo che aveva i suoi leader
indiscussi, come Sandreani, Bruni, Fiumana, Farina o come Corallo.
L'esordio subito di fuoco, contro la Cisco Roma di Daniel Ciofani e
un 2-0 per i rossoblù di quelli da ricordare, condito dal primo
giallo e da un duello con il suo futuro compagni di squadra non senza
scintille. Perchè Marco, ragazzo buono, educato, per bene, in campo
sapeva farsi rispettare: essere leali non significa essere dei pirla
e dalle sue parti si passava difficilmente. A fine stagione anche il
primo gol, contro la Sangiustese in un 3-1 di pieno maggio con la
testa ormai già alla stagione successiva.
Rossoblù in festa, nell'anno più bello (foto M.Signoretti) |
Già la prima del grande
filotto targato Simoni-Torrente: nel quale Briganti è stato tassello
irrinunciabile al centro della difesa e in quella dorsale di landiana
memoria che ha trascinato felicemente la storia rossoblù fino alla
serie cadetta. Senza dubbio le sue stagioni migliori, con la chicca
di una doppietta niente meno alla Salernitana in un 3-1 memorabile di
dicembre 2010, che segnò la consapevolezza della forza incontenibile
di quel gruppo, del feeling straordinario con la piazza e della
possibilità di fare davvero l'impresa.
L'esordio in B da capitano, a Grosseto (foto Settonce) |
Poi la serie B, con alti e
bassi, ma con Marco Briganti sempre ad uscire dal campo a testa alta.
Nella consapevolezza di non aver mai tirato indietro la gamba o di
aver risparmiato sudore, anche se gli avversari si chiamavano Rolando
Bianchi, Maccarone o Ciro Immobile.
Con la Salernitana la doppietta e
con la Salernitana anche l'ultima partita. Un po' inaspettata, come
il suo saluto. Che ci dice tanto, che ci dice quasi tutto.
Insieme a Sandreani, due capitani veri... (foto M.Signoretti) |
Un ciclo si sta chiudendo.
E' nella natura delle cose e del tempo. L'arrivederci è stato
repentino, senza dare modo di ripercorrere questi 6 anni. Ma forse
era quello che voleva proprio lui.
Evitare gli addii e guardare
avanti. Sapendo di avere sempre il rossoblù nel cuore.
Il tempo per
un saluto non c'è stato. Quello, per dire grazie, a un bravo ragazzo
e ad una persona per bene come Marco Briganti, si trova sempre.
Da "Il Rosso e il Blu" di Fuorigioco - 27.1.14
Musica sottofondo: "Ciao" - Vasco Rossi - 1987
Da "Il Rosso e il Blu" di Fuorigioco - 27.1.14
Musica sottofondo: "Ciao" - Vasco Rossi - 1987
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