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martedì 28 gennaio 2014

Marco Briganti... un vero capitano in "Rosso e Blu"


A fine gara, stremato ma sempre leader insieme ad Alex
(foto M.Signoretti)
Ha salutato tutti in punta di piedi. Con un po' di commozione, qualche turbamento, un buon contratto in una nuova piazza ma soprattutto la nostalgia per una lunga stagione di quasi 6 anni che difficilmente dimenticherà. Come i suoi tifosi difficilmente potranno dimenticarlo.
"Siamo tutti Briganti", recitava uno striscione che la curva ha esibito per mesi quasi ad avvertire avversari, pubblico e perfino il mondo del calcio. Nessuno avrebbe potuto rubare ai tifosi rossoblù quel sogno che stavano vivendo.

Le cento presenze di Briganti (foto Settonce)
E Marco Briganti, ironia del nome, ne era un simbolo per come sapeva darsi e spendersi in campo come nello spogliatoio.
Ora il capitano inizia una nuova avventura. In pochi mesi il Gubbio saluta i suoi due capitani, per motivi e dinamiche diverse. E anche con stati d'animo alquanto differenti.
Marco Briganti, 32 anni da Città di Castello, era ormai eugubino a tutti gli effetti. Non solo per una questione temporale ma soprattutto emotiva.

 
Il giorno dell'esordio, contro la Cisco Roma di Ciofani
Era arrivato per altro in una delle piu anonime stagioni del filotto di C2 di inizio secolo. A chiamarlo era stato Loris Beoni, che lo aveva avuto alla Sansovino, insieme a Borgogni, Zacchei e altri giocatori che a differenza di Briganti sono arrivati e ripartiti, senza lasciare impronta alcuna.
Lui, in silenzio, era arrivato un po' dopo, a settembre inoltrato ma si era subito integrato in un gruppo che aveva i suoi leader indiscussi, come Sandreani, Bruni, Fiumana, Farina o come Corallo.
 
L'esordio subito di fuoco, contro la Cisco Roma di Daniel Ciofani e un 2-0 per i rossoblù di quelli da ricordare, condito dal primo giallo e da un duello con il suo futuro compagni di squadra non senza scintille. Perchè Marco, ragazzo buono, educato, per bene, in campo sapeva farsi rispettare: essere leali non significa essere dei pirla e dalle sue parti si passava difficilmente. A fine stagione anche il primo gol, contro la Sangiustese in un 3-1 di pieno maggio con la testa ormai già alla stagione successiva.
 
Rossoblù in festa, nell'anno più bello (foto M.Signoretti)
Già la prima del grande filotto targato Simoni-Torrente: nel quale Briganti è stato tassello irrinunciabile al centro della difesa e in quella dorsale di landiana memoria che ha trascinato felicemente la storia rossoblù fino alla serie cadetta. Senza dubbio le sue stagioni migliori, con la chicca di una doppietta niente meno alla Salernitana in un 3-1 memorabile di dicembre 2010, che segnò la consapevolezza della forza incontenibile di quel gruppo, del feeling straordinario con la piazza e della possibilità di fare davvero l'impresa.
 
L'esordio in B da capitano, a Grosseto (foto Settonce)
Poi la serie B, con alti e bassi, ma con Marco Briganti sempre ad uscire dal campo a testa alta. Nella consapevolezza di non aver mai tirato indietro la gamba o di aver risparmiato sudore, anche se gli avversari si chiamavano Rolando Bianchi, Maccarone o Ciro Immobile.
Con la Salernitana la doppietta e con la Salernitana anche l'ultima partita. Un po' inaspettata, come il suo saluto. Che ci dice tanto, che ci dice quasi tutto.
 
Insieme a Sandreani, due capitani veri...
(foto M.Signoretti)
Un ciclo si sta chiudendo. E' nella natura delle cose e del tempo. L'arrivederci è stato repentino, senza dare modo di ripercorrere questi 6 anni. Ma forse era quello che voleva proprio lui.
Evitare gli addii e guardare avanti. Sapendo di avere sempre il rossoblù nel cuore.
Il tempo per un saluto non c'è stato. Quello, per dire grazie, a un bravo ragazzo e ad una persona per bene come Marco Briganti, si trova sempre.


Da "Il Rosso e il Blu" di Fuorigioco - 27.1.14
Musica sottofondo: "Ciao" - Vasco Rossi - 1987







 

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