Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

mercoledì 15 gennaio 2014

La toppa, il buco, le lezioni da imparare e la signorilità...



La toppa, qualche volta, e' peggio del buco.
Non le toppe che le nostre nonne accuratamente ricamavano sui golf usurati, all'altezza dei gomiti. Anzi, quelle sono tornate prepotentemente di moda, su giacche e pullover. Oggi le troviamo già stampate, come quid esclusivo di alcuni capi firmati. Come fossero un prodotto di serie...
La toppa a cui mi riferisco e' la falla che precipitosamente il governo regionale ha tentato di coprire sulla storia di "Don Matteo" e dei 679 mila euro che da Palazzo Donini sono partiti in direzione Roma: una parte (poco più del 20%) destinati alla Rai per la messa in onda di una serie di "pillole" promozionali. Il resto, la fetta piu' consistente, bonificati a Lux Vide, la casa di produzione di "Don Matteo" ben lieta di incassare questa somma (poco meno di 500 mila euro) formalmente per confezionare le 13 pillole pubblicitarie dedicate ad altrettanti siti umbri. Che a detta dei nostri amministratori regionali dovrebbero garantire al turismo in Umbria gli stessi effetti delle pillole blu...
 
E' bastata una conferenza stampa, indetta congiuntamente dagli assessori di Turismo e Agricoltura, per quietare momentaneamente le acque. "Con la scelta di Lux Vide di trasferirsi armi e bagagli a Spoleto la Regione non c'entra nulla" (e ci mancherebbe), " abbiamo solo voluto dare un nuovo impulso alla promozione sfruttando un canale sicuro come quello di "Don Matteo"".
Il ragionamento ci sta. E' la toppa della fattispecie.
Ma il buco - diciamocela tutta - ancora si vede.
Intanto perché ci si chiede come mai in 15 anni di "Don Matteo" a Gubbio (il primo fax della Lux Vide è datato 1998 e la fiction, su cui non tutti credevano, doveva chiamarsi "Il diavolo e l'acqua santa"), a nessuno nei palazzi perugini - compresi i consiglieri regionali eugubini - sia mai venuta in mente un'idea importante e coinvolgente come questa messa in campo ora.
 
 
Sicuramente c'e stata una carenza di rapporti istituzionali e anche di propositività da Gubbio: il Comune ha fatto bene il suo lavoro con Lux Vide (lo attesta anche una recente dichiarazione di un ex responsabile di produzione, Alberto Saracchi) ma il dialogo con la Regione - con cui poter costruire progetti a costo zero per la collettività eugubina progetti del genere - e' evidentemente mancato. "Don Matteo" funzionava alla grande, repliche comprese, Gubbio ne era più che soddisfatta. Poteva bastare così.
Le buone iniziative portate avanti anche in sinergia con Terence Hill (campagne di sensibilizzazione, campagne di solidarietà, iniziative sociali, cui l'attore di origini umbre non si è mai sottratto) sono state frutto di proposte endogene, più che apprezzabili, che però non coinvolgevano nessun altro territorio che non fosse quello di Gubbio. Rimanendo, con la loro eco, fatalmente confinate in margini ristretti.
Poi la nuova amministrazione ha pregiudicato anche la bontà dei rapporti costruiti, e l'addio ne è stata diretta conseguenza.
 
Oggi il caso "Don Matteo" si rivela uno schiaffo all'immagine della città ma anche una lezione per la comunità eugubina.
Che non ha saputo - con i suoi ex amministratori, in primis - ne' gestire un dialogo con la Regione quando i rapporti con Lux Vide erano idilliaci, ne' gestire il rapporto con Lux Vide quando e' emersa da parte della troupe romana l'esigenza di tagliare le spese, non capendo, a Gubbio, il rischio che l'operazione potesse perfino salpare per altri lidi.
"Don Matteo e' Gubbio e Gubbio e' Don Matteo".
Questa frase, sentita ripetere a iosa dagli stessi responsabili di produzione e' stato il classico guanciale sul quale chi aveva le chiavi della politica cittadina  e dei rapporti con le stanze romane si e' fatalmente adagiato, sottovalutando le possibili conseguenze.
Resta il fatto che le risorse necessarie a persuadere Lux Vide a non smontare le tende, sulla carta, non c'erano. Non le aveva il comune di Gubbio ne' gli operatori turistici locali (la posta messa sul piatto non è bastata), ma probabilmente neanche il comune di Spoleto - che nel frattempo ha rivelato buchi di bilancio clamorosi. L'idea che all'interno di quei 679 mila euro di matrice regionale ci possa essere anche la "parcella" per il trasferimento di Lux Vide a Spoleto - scusate la diffidenza - non è peregrina. E non è stato dimostrato il contrario dalla conferenza stampa perugina.
La lezione dovrà servire però agli eugubini su due fronti.
 
Il primo e' quello - atavico - di imparare ad avere rapporti costruttivi al di la delle colonne d'Ercole di Belvedere. Non e' possibile continuare a promuovere politiche di autarchia, di autosufficienza, di autonomia carica di orgoglio ma senza prospettiva. Senza dialogo con Perugia, Assisi e la stessa Gualdo il futuro non e' nero. Semplicemente non e'.
E se la proposta di lasciare l'Umbria, avanzata dal "Maggio Eugubino" va presa come provocazione da elettroshock, una bella scarica da defibrillatore non guasterebbe intanto nelle stanze a noi più familiari.
Secondo, e' necessario talvolta capire che il problema e la causa del nostro isolamento non sta solo altrove. E' forse figlio anche di un atteggiamento di chiusura (mentale) che ormai va superato.
 
Una dimostrazione lampante e signorile e' quella del Commissario D'Alessandro, che proprio in questa occasione - anziche' imbracciare l'ascia di guerra (cosa che non sarebbe ne' nel suo ruolo, ne' nelle sue corde caratteriali)  - ha lanciato la proposta di conferire a Terence Hill la cittadinanza onoraria di Gubbio. Preannunciando di invitare per l'occasione tutto lo stato maggiore di Lux Vide e anche il sindaco di Spoleto.
Un coupe de teatre che e' esemplare di come si possa dimostrare di avere dignità, autonomia, autorevolezza, senza per forza "picchiare duro".
 
Proprio come "Don Matteo" nei finali delle sue puntate. O come Terence Hill nella seconda parte della sua carriera artistica (sulla prima, i cazzotti volavano eccome...)
Riconoscendo semplicemente la bontà di un rapporto ormai consolidato - quello con Terence Hill, rimasto intimamente legato a Gubbio ( come il suo straordinario biglietto d'addio dimostro') - e la grandezza di un gesto che e' anche sinonimo di grandezza di colui che lo promuove. E della comunità che rappresenta.
E' proprio questo lo stile che e' mancato per troppi anni nella nostra citta'.







 

 



 

 

 

 

 

 

4 commenti:

  1. da facebook -

    Sintesi: quando i buoi sono scappati tutti archiudemo il recinto... La fiction tanto snobbata in loco ma amata segretamente è risultata più "interessante" per l'indotto che per la qualità ormai datata del format, e mi spiace che si sia persa un'occasione enorme come il consolidamento del legame televisivo, di certo c'è un curioso risveglio di attenzione in primis dalla città poi dalla regione che va a presiedere trionfante al primo ciack, curioso.... Bravo Giacomo, condivido il tuo post
    Sandro Lux

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  2. altre da facebook -



    Sabrina Fiorucci - hai detto bene ,chiusura mentale,credo non ci sia cosa peggiore, vediamo che succede alle prossime comunali !!

    Claudio Manciani - giusto il discorso, vale anche per il riconoscimento dei ceri da parte dell'Unesco

    Tonina Fiorucci - ben detto hai proprio centrato il tema....la mentalità ristretta di certi eugubini

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  3. Scusa Giacomo, posso aggiungere un elemento alla tua analisi puntuale? Chi mastica di televisione (per mestiere) sa che 13 "spottoni" pubblicitari trasmessi in prima serata su Rai Uno a listino non costano affatto 158.600 euro, mentre la loro produzione - a cura della Lux Vide - non costa 520.400 euro (per un totale di 679.000 euro). Le cifre di queste operazioni sono esattamente invertite. Quindi, al di là di cosa appare nei contratti (dove le cifre saranno di sicuro e formalmente giuste al posto giusto), qualche dubbio in proposito a me - francamente - viene. Dubbio, ripeto, non certezza...
    Daniele Morini

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  4. Ancora da facebook -


    Bravo Giacomo!!!! condivido in pieno la tua analisi....sicuramente una lezione per tutti noi eugubini e un'autocritica assolutamente da fare....ma, lasciamelo dire, un episodio, questo di Don Matteo, che lascia anche una certa amarezza!!!!
    Annalisa Cecchini

    Concordo in tutto Giacomo meno che il conferimento della cittadinanza onoraria a Terence Hill. Non che non la meriti, non che la cosa in sé non mi conquisti (tutt'altro) ma farlo ora......a buoi fuggiti.....fa il rumore delle dita che si arrampicano sugli specchi. Anche in questo i nostri amministratori hanno mancato......e dire che ne hanno avuto di tempo per farlo!!!!! Comunque è vero, verissimo che la mentalità eugubina è segregata in un forziere di cui si è persa la chiave. E lo dico come una che ha vissuto fuori per 16 anni, in paesi molto più piccoli di Gubbio ma molto più avanti degli eugubini! E non posso non chiedermi...ma tutti i nostri concittadini che per lavoro o per diletto viaggiano per il mondo....lontano o vicino che sia.....non si accorgono delle differenze abissali che ci sono? Perché non prendere spunto da quelle positive per impiantarle "personalizzandole" qui da noi? C'è un immobilismo atavico che ci penalizza nei confronti di un mondo che procede e va oltre@
    Donatella Pauselli


    Bella lezione, Le colonne d'Ercole di Belvedere m'ha fatto morì, complimenti bel articolo
    Ceramiche Biagioli

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