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venerdì 30 luglio 2010

Furti al cimitero di Gubbio: spariscono perfino le brocche. Un gesto semplicemente indegno.

Furti al cimitero. Se ne parla spesso, con un riflesso ancora più amaro, considerando che spesso le razzìe e profanazioni vanno a toccare soprattutto il ricordo e la memoria. Che non hanno riscontro economico ma un significato ben più profondo e valoriale.

Quello che sta accadendo negli ultimi tempi al cimitero di Gubbio è ancora più deprimente e avvilente, se si pensa che ad essere presi di mira sono i ricordi legati all’appartenenza ceraiola dei defunti. E’ accaduto infatti che presso alcune cappelle o tombe di ceraioli defunti siano state sottratte e trafugate alcune brocche e cimeli legati al passato ceraiolo degli stessi personaggi.
Una triste scoperta, denunciata dal presidente della Famiglia dei Santantoniari, Alfredo Minelli, che proprio in questi giorni – in un’occasione purtroppo luttuosa per i santantoniari - ha riscontrato insieme ad altri un nuovo furto (nella tomba del mai dimenticato Peppe Albini) che si aggiunge ad alcuni altri episodi avvenuti in passato (anche nella tomba dell'amico fraterno, Lucio Pauselli).
Difficile trovare aggettivi per descrivere gesti che vanno a colpire il ricordo più profondo di una persona legata, come lo sono i ceraioli, alle proprie tradizioni. Neanche di vandalismo si può parlare, perché diventerebbe quasi riduttivo. La parola "ignobile" rischia di essere perfino un complimento.
E al di là del valore economico degli oggetti – l’aspetto meno importante in questi casi – è l’assenza di qualsiasi briciolo di dignità di chi non sa guardare in faccia a nessun sentimento, tanto da arrivare a rubare ai defunti, e a colpire i ricordi ceraioli, che lascia letteralmente senza parole.

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