Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

giovedì 8 luglio 2010

A proposito di Mondiali e "sviste" arbitrali: non ci manca qualcosa?

Vorrei essere un po' provocatorio (a rischio di beccarmi qualche insulto): ma viste le "sviste" arbitrali che hanno comunque avvantaggiato Germania (gol di Lampard entrato di oltre un metro!), Argentina (fuorigioco chilometrico di Tevez) e anche le due neo finaliste Olanda (gol di Snejder all'Uruguay) e Spagna (gol di Villa al Portogallo), non pensate che con una "svista" simile (gol di Quagliarella agli slovacchi, annullato per un offside di, sì e no, 15 cm) avremmo passato il turno e forse avremmo visto un altro Mondiale?
Oggi assistiamo ad analisi edotte su quello che la nostra Nazionale e in generale il calcio azzurro dovrebbe imparare dagli altri: perfino il bravo Loew (il modello di Armani, per capirci) ci ha puntato il dito alla vigilia della magra figura dei tedeschi con la Spagna, indicando nella vittoria azzurra del 2006 "un esempio da non imitare".
Peccato che in questi Mondiali le uniche squadre che hanno fatto davvero strada siano quelle che hanno giocato "all'italiana" - in senso moderno - con un gioco corale ma stando attenti a "non prenderle" (e non c'è niente di male). Vedi ad esempio i quattro 1-0 di fila della Spagna che ha portato le "furie rosse" alla loro prima finale della storia. Per non parlare dell'Olanda meno orange (nel senso tattico) della storia.
Dico questo perché purtroppo i risultati, e il loro peso, finiscono spesso per offuscare le reali forze in campo. Dimenticando che spesso - almeno con questa formula dei Mondiali a eliminazione diretta - il "peso" degli episodi è enormemente superiore a quello della reale qualità e spessore di una squadra.
Si potrà dire, giustamente, che gli stessi episodi ci hanno sorriso ad esempio 4 anni fa.
Nessuno dimentica che la Coppa del Mondo 2006 è arrivata anche grazie ad un rigore "generoso" al 95' contro l'Australia (ma nessuno si scandalizzò)...
Al tempo stesso però le "sviste" di questa edizione - molto più frequenti e ben distribuite tra varie squadre - rendono a conti fatti un po' meno rilevante il gap tra gli azzurri (comunque autori di una pessima figura... ma chissà intanto se avessimo passato il turno...) e chi si giocherà domenica prossima la Coppa di Cazzaniga (l'italico autore del bozzetto della Coppa del Mondo che ha esordito nel 1974)...
Morale: abbiamo fatto pena, ma un piccolo episodio - fosse andato come è andato ad altre squadre - ci avrebbe comunque fatto proseguire nel cammino. E dagli ottavi in poi, pur con tutti i limiti di una squadra male organizzata e probabilmente anche male allenata (in senso atletico), chiunque avrebbe dovuto fare i conti con l'Italia. La storia del Mondiali è zeppa di aneddoti che vedono l'esplosione di squadre ( o singoli talenti, come poteva essere proprio Quagliarella) in corso d'opera: pensiamo al Rossi del 1982, al Baggio del 1994 (5 gol, ma il primo segnato al 91' di Nigeria-Italia, con le valigie già pronte all'aeroporto), allo Schillaci del 1990.
Con il senno del poi, non si va lontano, è vero. Ma questa valutazione dovrebbe ridimensionare l'entità del fallimento azzurro. Gli altri non sono "marziani", il gap da coprire c'è ma non è immenso.
Semmai la sconfitta dovrebbe consigliare adeguate misure di correttivi per favorire "concretamente" lo sbocciare di talenti italiani nelle nostre squadre - che invece continuano ahinoi a comprare portieri e attaccanti stranieri: non è certo il taglio di un extracomunitario la medicina che Abete può propinare al calcio italiano per guarire. E se per 4 anni proprio la Coppa del Mondo ci ha fatto illudere che i problemi non ci fossero, ora almeno questa debacle potrà favorire una generale revisione.
Perché in serie A, ad esempio, non si innescano meccanismi di premialità per le squadre che danno spazio a vivai come avviene in Lega Pro? Troppo complicato? O non conviene ad un sistema che dalle società, passa per i procuratori, per finire ai giocatori stessi?
Perché non limare le distanze tra chi può spendere fior di milioni allestendo squadre faraoniche (un nome a caso, Moratti) e società che queste possibilità non le hanno ma finiscono per rifugiarsi in presunti talenti oltre confine per il semplice fatto che "costano poco"?
Gaucci fu un esempio, a suo tempo, di abilità e frugalità: iraniani, coreani, cinesi (e solo perché ancora non hanno provato a giocare a calcio, ma probabilmente ci sarebbero stati anche gli alieni), che praticamente impararono da noi a calciare il pallone, salvo poi darci amari dispiaceri quando ce li siamo ritrovati contro ai Mondiali (Ahn docet).
Ma il sistema per valorizzare i talenti nostri non può essere la formula Gaucci: se la nostra under 21 non vince da 6 anni l'Europeo, dopo aver dominato per oltre un decennio, un che ci sarà. E ad agosto dovremo pregare San Balotelli per vedere gli azzurrini qualificati alla prossima competizione.
Ma qualcuno, sarà capace di accorgersene?

2 commenti:

  1. Da facebook -

    Matteo Fumanti-
    Direttore oltre al fatto che ha solo pienamente ragione, posso dirle che, pur sentendomi dire che dico cavolate, ho sempre detto e sostenuto che queste competizioni, europei compresi, sono oltremodo anomale, e se parliamo di sviste arbitrali si può tranquillamente aggiungere che il gol subito con la nuova zelanda era viziato da fallo su Cannavaro (mani dell'attaccante appoggiate sulla schiena) e fuorigioco del giocatore che ha messo la palla dentro (di poco ma sicuramente più di Quagliarella), così ho dedotto che l'Italia con una rosa non eccelsa e giocando a sprazzi veramente ma veramente male, ha seriamente rischiato di passare agli ottavi e con un buon bottino di punti! In sostanza voglio rifarmi al trionfo azzurro di spagna 82, dove gli azzurri al termine della fase a gironi vennero ripescati per accedere agli ottavi.. questo basta. Cmq sempre forza azzurri e un pizzico di dispiacere per Mister Lippi che dopo una vita di trionfi e sogni realizzati, forse lascerà la carriera di allenatore probabilmente nel peggiore dei modi. Non se lo merita davvero!

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  2. Concordo con te, Matteo. Con una piccola correzione: nel 1982 la Nazionale arrivò seconda nel girone iniziale passando solo per differenza reti sul Camerun. Fu ripescata invece nel 1994 addirittura come terza del girone iniziale, era l'Italia di Sacchi, e come ricorderai, arrivò in finale perdendo solo ai rigori con il Brasile meno tecnico della storia.
    Con il regolamento attuale, quell'Italia di Sacchi sarebbe andata a casa dal primo turno, non sarebbe esploso il fenomeno-Baggio a quel mondiale e tante emozioni non l'avremmo vissute.
    Ma tante squadre che hanno stentato all'inizio, poi sono arrivate in fondo. Qualche esempio che mi viene al volo? Nel 1982 la Germania perse con l'Algeria e arrivò in finale, nel 1974 addirittura l'allora Germania Ovest perse con la Germania Est (e poi vinse). Nel 1990 l'Argentina di Maradona perse nell'esordio con il Camerun e poi fu finalista. Per non parlare della Germania ovest del 1954 che nel primo turno perse 8-3 con l'Ungheria dei mitici Puksas e Kocsis, per poi batterli 3-2 in finale (ma quella germanica era una squadra dichiaratamente dopata, l'anno dopo smisero tutti di giocare...).
    Come vedi, i conti (e i ragionamenti) tornano...

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