Quando si dice una salutare doccia d’umiltà. Doccia gelata, s’intende. Perché prendere 5 gol, come ha fatto il Gubbio a Grosseto – anche se contro una formazione di categoria superiore, in un match definito proibitivo dalla vigilia – lascia il segno.
Ma come insegnano i nonni, le ferite fanno crescere: e allora la cinquina subita in Maremma può diventare solo benefica in vista del via del campionato, domenica prossima, contro una delle superfavorite del girone A di I Divisione, la Cremonese.
Salutata anzitempo la Tim Cup – con quello che è comunque il primo ko della stagione tra amichevoli e gare ufficiali per i rossoblù di Torrente – è bene guardare subito al fischio d’inizio della stagione.
Se serviva uno scossone per tornare con i piedi a terra, il Grosseto va ringraziato. L’ultima sconfitta dei rossoblù risaliva a fine marzo, nella trasferta di Fano. Poi l’escalation da aprile a giugno con le 7 vittorie di file, l’apoteosi di San Marino, la promozione festeggiata in città come una finale vittoriosa dei Mondiali, la striscia di festeggiamenti postumi, proseguita idealmente con la presentazione della nuova stagione e i successi tra amichevoli di lusso (Sorrento, Frosinone e Torino) e prima di Tim Cup a Cava de Tirreni.
Insomma, qualcuno che ci dicesse che il Gubbio non era finito nella grotta di Aladin a sfregare una lampada, ci voleva. Meglio averlo saputo prima dell’inizio del campionato.
Anche perché sarà un inizio di quelli “tosti” con le grandi (o presunte tali) della vigilia tutte racchiuse nel primo mese e mezzo di gare (con esclusione della Salernitana, che ancora è un’incognita, capitata all’ultima di andata): Cremona, Ravenna nella seconda di fila in casa, La Spezia, Verona al Barbetti e quindi la trasferta a Como, sono turni che chiamano la squadra di Torrente a svestirsi dei panni di “primadonna”, meritatamente indossati fino a giugno, per tornare ad essere, non dico una Cenerentola, ma una cortigiana in attesa di scoprire il proprio futuro.
E mentre Torrente insiste incessantemente a richiedere una punta d’esperienza (non proprio trentenne, ma andrebbe bene anche 26enne, ex Lucchese, di nome Masini), una riflessione va fatta sullo stato di saluto dei vari reparti della squadra – ben sapendo che una squadra che si dica tale non opera a compartimenti stagni.
La difesa prima di Grosseto era diventata il punto di forza della squadra: pur variando la disposizione e i nomi dei suoi componenti, il risultato era sempre stato piuttosto granitico. L’Olimpico di Maremma sembra quasi travolgere questa tesi, ma va data ovviamente una prova d’appello (e lo “Zini” domenica diventa molto credibile). Non può essere stata solo l’assenza di Borghese (giustamente multato dalla società dopo l’assurdo rosso rimediato a Cava) a determinare la debacle.
In mezzo si attende sempre di capire cosa sarà Raggio Garibaldi, quale peso specifico l’enfant prodige genoano avrà su un asse già collaudato come quello di Sandreani-Boisfer. Davanti, numericamente parlando, c’è l’imbarazzo della scelta: l’utilizzo di Testardi – che non è tatticamente duttile come Marotta ma sicuramente ha più ampi margini di crescita – vincola il gioco della squadra, e soprattutto impone il “sacrificio” di uno tra Donnarumma e Galano (Gomez appare ineliminabile dall’undici di partenza). Un’esclusione che può apparire non indolore, soprattutto se l’ariete di scuola Samp non fa valere centimetri e qualità tecniche di cui dispone su entrambi i piedi.
Il tutto, senza dimenticare chi siamo e da dove veniamo: non è il titolo di un documentario sulla filosofia ermetica, ma la parola d’ordine che lo spogliatoio eugubino deve ripetersi fino alla noia quest’anno. L’eccessiva euforia può far perdere di vista la bussola. Sul palco di una presentazione estiva ci si può ridere parlando di B ma poi quando si scende in campo, davanti ci sono squadre come Verona, Cremonese, Monza, La Spezia. Se non sei più che attrezzato mentalmente, poi, l’unico B a cui puoi aspirare è il celebre lato. Che non sempre pende dalla tua parte.
E allora ben venga la doccia da Rio Freddo rimediata a Grosseto. Se si saprà farne tesoro, potrà essere addirittura una manna. Lì per lì ti annichilisce. Poi col passare dei minuti ti rinfresca. Il giorno dopo capisci che è tutta salute…
martedì 17 agosto 2010
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