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lunedì 16 dicembre 2013

L'Ascoli, i calzini rossi e quei "corsi e ricorsi" rossoblù... che fanno pensare

Sono lontani i tempi di Costantino Rozzi, il presidente dai calzini rossi, scaramantico piu di un napoletano dei quartieri spagnoli, imprenditore ruvido ma tutto d'un pezzo capace di costruire stadi in mezza Italia - compreso il Curi, avveniristico per la meta degli anni 70.
L'Ascoli che fu, l'Ascoli delle 9 stagioni in A di fila, del Liam Brady che rovina il debutto calcistico di Silvio Berlusconi portando i bianconeri marchigiani a vincere alla prima di campionato niente meno che a San Siro, l'Ascoli del flop di Hugo Maradona - perché fratelli si nasce ma non necessariamente si diventa - ebbene quell'Ascoli potrebbe non esistere piu nelle prossime ore.

Surreale la situazione con la quale i rossoblù sono tornati al "Del Duca" a distanza di quasi 2 anni, ritrovando solo i calzini rossi addosso agli avversari.
Era il gennaio 2012 quando all'indomani della vittoria piu roboante della stagione, il 4-0 inflitto al Grosseto, forti di un innesto sbandierato come la svolta della stagione, Mastronunzio, il Gubbio arriva al "Del Duca" puntando addirittura a fa l'intera posta, e ad una vittoria esterna che non era mai stata centrata nella stagione cadetta. Ma in campo, si sa, i problemi economici non giocano, le beghe societarie non fanno cross o dribbling, gli arretrati di stipendio non si mettono in barriera. E anche se il marasma finanziario e l'assenza di un futuro pesano sul morale di chiunque, quando l'arbitro da' il fischio d'inizio chi ama questo sport, professionista o meno, comincia a giocare. E a giocarsela.

E l'Ascoli, che in quell'anno partiva addirittura con un -7, non senza problemi economici poi trascinatisi stancamente fino ad oggi, aveva appena iniziato la parabola di rimonta.
I primi tre punti del campionato, per arrivare subito a -4, li aveva conquistato per altro proprio a Gubbio, con un rocambolesco 3-2. Firmato Sbaffo autore di una doppietta, in mezzo le reti illusorie, le prime del campionato, di Mendicino - meteora oggi in maglia Salernitana - e Ciofani, che contro il fratello non si impietosi fulminando lo proprio sugli sviluppi di un corner. Ad aprire le danze era stato Papa Waigo, un motorino instancabile che anche al ritorno avrebbe messo la firma sul gol del vantaggio dopo una mezz'ora soporifera.
Ancora una volta l'Ascoli sembrava poter ripartire grazie al Gubbio ma stavolta i rossoblù potevano sfoggiare un Bazzoffia in stato di grazia: uomo assist, uomo rigore, uomo ammonizione avversaria, e qualche volta persino uomo gol, anche se ne l caso del Del Duca con la complicità del portiere di casa, spiazzatosi da solo su un diagonale che altrimenti si sarebbe ritrovato tra le braccia. 1-1 e punto di platino. Tutto ok?

Neanche per niente. A 1' dal termine tale Vito Falconieri, di cui si stava parlando anche per un prestito a Gubbio, piomba di testa su cross di Sbaffo, ancora lui, e incorna alle spalle di Donnarumma, con la difesa schierata, nella circostanza a presepe, ovvero nell'immobilità piu assoluta.
Morale. L'Ascoli agguanta il Gubbio e parte per la scalata salvezza. Per i rossoblù invece sarà l'inizio della fine...

Stavolta, almeno stavolta, speriamo (la stagione)  finirà in modo diverso...

 
Da "Il Rosso e il Blu" in onda in "Fuorigioco" di lunedì 16.12.13

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