"Babbo come ho giocato? Sono stato il migliore in campo?".
Non lo so. Ti sei divertito?
"Si, tantissimo".
E allora sei stato il migliore in campo.
Un dialogo così tra un genitore e il proprio figlio, al termine di una partita (di basket ma potrebbe essere anche calcio o qualsiasi altro sport che comunque e' tutta salute) non dovrebbe avere nulla di speciale.
Cosa dovrebbe chiedere un figlio che sa bene che lo stai guardando dagli spalti?
E ti osserva (anche se non sembra) tanto da rimproverarti anche se solo per un minuto hai usato l'i-pad durante la partita...
Il problema - credo nella maggior parte dei caso - e' quel che risponde il genitore. E soprattutto come si comporta su quegli spalti.
La scena si e' ripetuta per l'ennesima volta oggi, a Foligno, al termine della partita tra gli "aquilotti" del Basket Gubbio e i pari età folignati.
E mentre Giovanni mi faceva il "terzo grado" sulla sua prestazione, sottoponendosi all'asciugata di phone (a proposito: complimenti ai gestori del Palazzetto folignate, phone a muro non funzionanti e prese elettriche disattivate...) pensavo ad un articolo, apparso su "Repubblica", una lettera di Luigi Cabrini - non so quanto vera o giornalisticamente costruita, ma straordinariamente emblematica - di un figlio al padre.
Val la pena perdere qualche minuto per leggerla...
http://www.laprovinciacr.it/lettere/63509/Papa--lasciami-giocare-in-pace.html
Leggo queste righe e penso all'assurdo provvedimento che il Giudice sportivo ha comminato alla Juventus per i cori che i bambini che riempivano le curve dello stadio torinese hanno rivolto al portiere avversario. Ai miei tempi andava di moda, dopo un infortunio, il coretto "devi morire!" urlato puerilmente senza sapere neanche cosa si gridava. Era una cantilena, uno spot, per sentirsi grandi, per sentirsi un po' meno urbani e un po' piu' ultra'.
Non so cos'abbia pensato il Giudice sportivo nel decidere quella multa. Magari all'antico adagio maoista del "Colpiscine uno per educarne cento" (di triste memoria).
Il problema e' che quell'uno e' anche l'unica società che ha avuto l'idea di aprire le curve ai più' piccoli. Dando un esempio che, speriamo, anche altre società possano seguire.
Se poi quei bambini hanno gridato una parolaccia su ogni rinvio del portiere ("merda", termine ormai in voga anche nei talk show politici piu' puritani), andrebbe la pena chiedersi quali esempio attorno a loro possano averli ispirati.
Ci si dovrebbe chiedere, ad esempio, che cosa gridano molti genitori dagli spalti verso i propri bambini, o piu spesso verso avversari, arbitri o allenatori nelle partitelle dei campionati giovanili.
Ci si dovrebbe interrogare su quali modelli anche il calcio senior quotidianamente offre a questi ragazzi, sia da parte dei protagonisti in campo, sia da parte dei massimi dirigenti (basta selezionare qualche frase del dopo partita a commento dell'arbitraggio).
Ecco, non ricordiamo, a memoria, altri provvedimenti comminati per cori molto piu pesanti di un "merda" lanciati dalle curve durante le partite di ogni categoria.
Probabilmente il Giudice sportivo di turno ha colto l'ennesima occasione per un giorno di "celebrità".
Cosa non si fa per un titolo di giornale...
A costo di scambiare cappuccetto rosso per il lupo.
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