E invece...
Invece finisce che spesso i "bambini" - intesi come piagnoni, viziati e poco propensi alla saggezza e al buon senso - siamo proprio noi, gli adulti. O peggio ancora, lo siamo proprio in quanto adulti e genitori. Mi ci metto anch'io, non perchè abbia mai fatto qualcosa di cui vergognarmi (da genitore) ma per non rischiare quel tono da "tribuno" che in questi casi, soprattutto su questi temi, è bene evitare.
La squadra vincitrice del torneo "Francesca Fabbri" svoltosi a Città di Castello |
La prima arriva da Città di Castello. Basta leggersi questo comunicato per sgranare gli occhi. Stiamo parlando di un torneo amichevole di pallavolo con incasso devoluto in beneficenza:
"L’Ufficio Prevenzione
Generale del Commissariato ha segnalato per la successiva
applicazione del provvedimento del D.A.S.P.O. ( acronimo di Divieto
di Accedere alle manifestazioni SPOrtive) due soggetti,
A.A. di anni 43 originario di Arezzo ed una donna Z.M. di anni 43
originaria di Cesena, in quanto in occasione del Torneo Nazionale di
Pallavolo Femminile dedicato a Francesca Fabbri under 14-16, svoltosi
a Città di Castello tra il 27 ed il 30 dicembre u.s., perveniva
richiesta alla Sala Operativa 113 del Commissariato da parte di un
custode del palazzetto dello Sport, circa il comportamento e gli
atteggiamenti tenuti dai soggetti sopra menzionati.
L’equipaggio della
Volante, giunto sul posto, appurava la presenza di una bicicletta
sulle gradinate, la cui posizione metteva a repentaglio la sicurezza
di altri spettatori. Preso atto che la proprietà era riconducibile
ad A.A., gli operatori chiedevano di spostare immediatamente la
bicicletta. L’atteggiamento ricevuto era palesemente oltraggioso e
debordante, sostenuto anche dall’intervento di Z.M.; malgrado i
ripetuti inviti alla calma ed alla ottemperanza di quanto richiesto,
i due soggetti insistevano, tanto che si rendeva necessario il loro
accompagnamento presso gli uffici del Commissariato, per i rilievi
foto dattiloscopici e la loro compiuta identità. Nei giorni successivi
veniva redatto dettagliata comunicazione al Questore di Perugia, che
emetteva per i due in questione, il provvedimento interdittivo del
D.A.S.P.O. per anni 2".Insomma, due anni di Daspo (acronimo ormai inconfondibile, che di solito ci aspettiamo associato a qualche teppista da curva metropolinata) nei confronti di due genitori.
La seconda notizia arriva da molto più lontano, quasi in Svizzera: siamo a Varese. Più che una notizia, è una dimostrazione di saggia lungimiranza da parte della scuola calcio biancorossa che però ha scelto di parlare con le parole dei propri ragazzini, rivolgendosi direttamente al cuore del problema: i loro genitori. "Non rovinateci il piacere di calciare un pallone" è una delle frasi simbolo di questa tabellina che, come ho postato su facebook - ricevendo molti consensi - andrebbe fotocopiata, e affissa all'ingresso di ogni scuola calcio o impianto sportivo calcistico e non.
"Lasciateci sognare. Non è colpa nostra se qualche genitore è dispiaciuto per non essere diventato calciatore" la pietra miliare del messaggio.
Le frustrazioni dei grandi non ricadano sui loro figli o coetanei.
Un concetto che cerco sempre di fare mio. E ripetermi fino alla noia. Sperando che anche gli altri genitori lo facciano sempre... Vedendo il loro figlio in campo, sognando con lui di divertirsi, facendo il tifo (ci sta, è normale, ci mancherebbe...) ma evitando di rovinargli quella festa.
Perchè di un gioco e di una festa - strano a dirsi - si tratta...
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