Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

lunedì 21 giugno 2010

Mondiali: ci aggrappiamo alla cabala... ma siamo già vittime della sindrome da flop

Non ci resta che la cabala. Il Mondiale in Sudafrica ha preso una brutta piega. Inutile nasconderlo. Il pareggio con i volonterosi ma modesti neo-zelandesi (una squadretta ben messa in campo ma che in Italia forse non giocherebbe neanche in I Divisione) non solo crea difficoltà al passaggio del turno, ma compromette il futuro cammino degli azzurri.
Ce la siamo un po' cercata, diciamo la verità. E non mi riferisco alla solita litania degli "orfani di Cassano e Balotelli" - si sa, i salvatori della Patria sono sempre rimasti in Patria - anzi, mi trovo d'accordo con Lippi quando dice che quelli rimasti in vacanza non sono fenomeni. Per di più, averli in Sudafrica avrebbe dato sicuramente molti spunti per servizi e polemiche ai colleghi della carta stampata, radio e tv, ma avrebbe creato enormi grande al CT nel caso in cui i suddetti sarebbe rimasti in panca. Del resto Cassano era agli Europei in Portogallo (2004) e in Svizzera (2008) ma non è che abbia fatto sfraceli. Quanto a Balotelli, gli ultimi Europei under 21 ne hanno certificato l'ingestibilità (espulsione e impalpabilità nelle gare che contavano).
Con gli All Whites ce la siamo cercata semplicemente perché abbiamo giocato la partita che avrebbero gradito di più i lungoni oceanici: lanci lunghi, cross in area, zero palle a terra. Sicuramente non una strategia voluta, ma indotta da diversi fattori: il primo, più comprensibile, la paura del flop. Una sindrome che attanaglia chi gode dei favori del pronostico, chi alla vigilia è già battezzato vincitore: passano i  minuti, sembra quasi che il gol debba arrivare da solo, e invece niente. La storia del calcio è zeppa di questi esempi, puntualmente Davide ha abbattuto Golia.
Alla fine il braccino corto - o la gambina corta - ha fatto la differenza, pur con il merito di aver recuperato lo svantaggio iniziale (per altro, a dirla tutta, in fuorigioco).
Se si può salvare qualcosa dalle prime due uscite in grigio degli azzurri, sta proprio nella volontà di aver saputo raddrizzare la rotta in corsa. Sembra facile, ma guardando le altre presunte favorite al Mondiale, siamo in buona compagnia.
Abbiamo compromesso il cammino, perché un successo, anche ampio, ieri, avrebbe spalancato le porte di una corsia privilegiata non solo agli ottavi (Danimarca o Giappone) ma probabilmente anche ai quarti (se la Spagna non stravincerà le prossime due gare, avremmo avuto una fra Portogallo, Cile o Svizzera).
Così non è stato e allora? Allora c'è da pensare intanto alla partita dentro-fuori di giovedì prossimo: somiglia molto all'Italia-Repubblica Ceca di 4 anni fa (nessuno la ricorda più), somiglia moltissimo all'Italia-Francia di due anni fa (ma allora dovevamo addirittura confidare nell'aiutino altrui - vedi Olanda che pur già qualificata ci batte la Romania). Gli slovacchi ancora sono in corsa e non regaleranno nulla.
Così come la Nuova Zelanda non regalerà nulla al Paraguay. Insomma almeno non avremo "biscotti".
Morale, una storia che si ripete. E si ripete anche spesso, quasi che la "sindrome da flop" sia in fondo una costante per la maglia azzurra.
E' un po' nel dna degli italiani, finire per cacciarsi nei guai per provare il gusto, unico, del riuscire poi a tirarsi fuori. E non solo nel calcio. L'arte di arrangiarci ci ha reso celebri nel mondo, nel bene e nel male. E in questo il calcio è specchio fedele dell'indole italica.
Guardando al passato due precedenti ci rincuorano e al tempo stesso dovrebbero metterci in guardia: le ultime due volte che l'Italia non ha vinto almeno una delle due prime gare ai Mondiali erano il 1982 e il 1986. Lasciamo stare l'82, preso ad esempio milioni di volte, con i tre pareggi nella prima fase e poi l'esplosione proprio contro le "grandi" - più o meno quello che dovrebbe accadere d'ora in poi in Sudafrica, visto che se tutto va come dovrebbe andare, ci ritroveremo Olanda agli ottavi e la vincente di Brasile-Spagna ai quarti (auguri!).
Nell'86 invece, da campioni del mondo in carica - quindi nelle condizioni psicologiche attuali - pareggiammo le prime due (Bulgaria e la poi vincitrice Argentina), proprio come quest'anno, e vincemmo la terza con i sud-coreani, salvo infine naufragare già agli ottavi con la Francia di Platini.
I corsi e ricorsi servono come cabala. Nel bene e nel male. Ma qualcosa la storia dovrebbe pur insegnare.
Nel calcio evidentemente non basta: perchè agli azzurri piace ficcarsi nei pasticci, arrivare sull'orlo del precipizio, giocare questa specie di roulette russa. E forse piace anche un po' a noi, vincere con l'acqua alla gola.
Sarà così anche in Sudafrica? Solo tra qualche giorno sapremo se la cabala è stata un appiglio sufficiente...

4 commenti:

  1. Da facebook -

    Elena Di Bacco - io ieri pomeriggio avrei preferito di gran lunga andare al rinfresco del post matrimonio di Cassano piuttosto che vedere quella partita....

    Giuseppe Rosati -
    @ Elena: Bè li c'erano più fenomeni che in SudAfrica :-(
    @ Giacomo: se non facciamo così noi non ci divertiamo .....

    Simone Filippetti -
    Passeremo il turno con un gollonzo alla Slovacchia e poi l'Olanda ci farà a fette. Ma tanto che non andavamo lontano lo sapevamo dall'inizio.
    @Peppe: preferirei divertirmi facendo 3 gol a partita come fa il Brasile....

    Alessandro Bertinelli -
    Inghilterra: Penosa
    Spagna: Rivedibile
    Germania: composta da scarponi
    Francia: Senza parole
    Viste le squadre sopra citate, non possiamo lamentarci più di tanto.

    Paola Gentilotti -
    mamma mia che pessimismo....un po' di sana fiducia....mica tutte le ciambelle vengon col buco.....ancora nulla è perduto...Allora a marzo con il Gubbio ce dovevamo mpicca....e nvece emo vinto (all'eugubino verace...!)

    Tiziana Casagrande -
    speriamo bene.....

    Annalisa Cecchini -
    Si..si ma mi verrebbe da commentare ...con tutti i soldi che prendono!!!!!!

    RispondiElimina
  2. Altro commento da facebook -

    Matteo Fumanti -
    Io mi permetto di dire una cosa, probabilmente passeremo, forse faremo bene, ma cavolo gli uruguaiani correvano il doppio, i neozelandesi erano il doppio più grossi. E' vero che potenzialmente siamo migliori e forse avremo la meglio alla fine, ma questo in realtà sembra un paradosso.

    RispondiElimina
  3. Secondo me, per una volta, ha ragione Maradona - che con i piedi sapeva farci molto più che con le parole: le grandi finiranno per passare tutte (forse con l'eccezione della Francia). Ma in attesa di saperlo, senza comunque escludere colpi di scena e sorprese (anche dagli azzurri), sono curioso di vedere gli accoppiamenti degli ottavi di finale: già perché le sorprese porteranno a sfide "anticipate" rispetto alle disposizioni sulla carta. E allora non è improbabile veder giocare fin dalla prossima settimana partite che potrebbero essere benissimo delle finali. Qualche esempio, tutt'altro che improbabile? Brasile-Spagna, Olanda-Italia, Germania-Inghilterra e Argentina-Uruguay. Magari non uscirà nemmeno una di queste, magari ci saranno tutte e quattro... Non sarebbe neanche la prima volta (4 anni fa, uno degli ottavi era Spagna-Francia, con gli iberici strafavoriti ma poi sconfitti nettamente 3-1). Sicuramente molti pronostici verranno sovvertiti. E come ha detto Collovati, non è mica per forza negativo che, ad esempio, la Nazionale azzurra se la veda con gli olandesi... Ricordiamo che nelle difficoltà sappiamo dare il nostro meglio: con Giappone o Danimarca sarebbe più probabile rivedere prestazioni come quelle con Paraguay o Nuova Zelanda.
    Intanto però, prima di fare i conti, c'è da battere la Slovacchia: una squadra sicuramente sopravvalutata alla vigilia, ma che in questi giorni rischia di essere sottovalutata. Si parla già troppo degli ottavi. E invece bisogna ancora conquistarseli tutti...
    GMA

    RispondiElimina
  4. Da facebook un incoraggiamento a... vincere da Italiani (grande Matti!)-

    Mattia Martinelli -
    Secondo me, si potrebbe trovare un forte parallelismo tra il nostro calcio e la nostra storia.
    Guardiamoci: non siamo mai stati grossi come i tedeschi, veloci come gli africani, tecnici come i brasiliani, ma con l'intelligenza, il cuore e l'arte di arrangiarsi abbiamo conquistato il mondo, pi... Mostra tuttoù e più volte nella storia e nello sport! certo, a volte abbiamo anche sbagliato...ma siamo umani.

    Se devo essere sincero, è così che voglio vincere: da Italiano.
    altrimenti tutti a casa, e complimenti agli altri.

    Forza Azzurri

    RispondiElimina