Perche' stare in consolle, decidere quali pezzi mettere, scegliere al volo la sequenza, captare l'umore della pista, capire che ritmo dettare, se un brano puo' esaltare o affossare l'entusiasmo, tutto questo fa parte di un repertorio "istintivo" che solo i dj di razza possono avere. E che ovviamente mi manca. Ma il semplice sfiorare con un dito (anzi due, rispettivamente su altrettanti supporti di livelli audio) questa galassia, mi ha dato la sensazione di entrare proprio in un mondo nuovo. Felicemente diverso e distante anche dalla routine della generazione degli "anta".
Con tutta sincerita' l'idea di una serata da dj non m'era mai passata per la testa. Sai quelle cose che non ti sfiorano neppure, quelle ipotesi che non vai a partorire nemmeno nell'anticamera delle tue meningi.
Da piccolo tutt'al più' sognavo di fare il tassista (chissa' perche') o al massimo il cassiere del supermercato (ma solo per mangiarmi tutti i kinder disposti a fianco del bancone). Ma il dj no.
"Che cosa sei sicuro che non farai mai?". Ecco neanche se dovessi rispondere ad una domanda cosi' esistenziale (posto che ci sia qualcuno cosi' all'avanguardia da pormela) neanche in questo remotissimo caso, mi verrebbe in mente di dire il dj. Tutto questo perchè alla guida di una consolle non mi ci vedevo proprio...
Tutto questo per dire che sabato sera, un sabato di fine luglio come tanti ne ho passati, e' stato davvero qualcosa di diverso. Diverso, divertente, fuori da quei binari che un po' l'eta', un po' quel che fai (e quel che pensi), un po' la "pigrizia", ti portano a seguire quasi pedissequamente. Il tempo di una mezz'ora consumata alla consolle dell'Aquavillage, dove il gruppo di amici-gestori-animatori mi aveva invitato come una sorta di guest star (dove star immagino sia lo sponsor, ovviamente) per "vivacizzare" la serata.
"Dopo il Vescovo e il Sindaco, ecco il direttore di TRG" recitava più o meno la locandina.
E io non sapevo se essere lusingato (come se fossi da considerare una sorta di "terza carica cittadina") o preoccuparmi (visto che il "popolo della notte" guarda certe figure quanto meno in modo sospetto... o per il rischio predica o per il sermone elettorale).
E in quell'oretta trascorsa al tavolo osservando i giovani che pian piano (erano le 1 passate) cominciavano a gremire il locale, ho rivisto a distanza di anni (troppi) quel che si faceva noi, con qualche ora di anticipo rispetto alle abitudini attuali, nelle discoteche di riviera o di Spagna. Non ci voleva tanto a individuare il "bullo" della sala, la "belloccia" tirata per l'occasione, bicchiere in una mano, sigaretta (spenta) nell'altra. E le code rispettive di giovinastri o di amiche, vere o presunte tali, quasi a fare da cornice.
Ragazzine agghindate da veline pronte allo "struscio" sul Corso, ragazzini in look da calciatori in attesa di entrare nel salotto televisivo di Criscitiello. Quadretto simpatico, direi.
Alla fine è stato semplicemente uno... spasso. L'istrionico Ale Scalamonti - che con disinvoltura passa da vocalist a voce degli Skaouts, anche se io lo ricordavo come efficace punta a calciotto al quale avevo servito anche un paio di assist interessanti - mi ha annunciato e poi siamo partiti con la scaletta.
I brani li avevo scelti io, la sequenza è nata lì per lì insieme al dinamico Simon Dub, uno dei tanti "prodotti" del vivaio Rgm che fanno ballare i giovani nelle nostre lande.
Qualche consiglio gliel'avevo chiesto, per la verità, il giorno prima al telefono, e anche nel pomeriggio di sabato, perchè realmente non immaginavo cosa mi aspettasse.
E debbo dire che i toni tranquillizzanti di Simone sono serviti perchè entrare nella postazione e vedersi davanti tutta una serie di leve, luci multicolori, livelli audio, lettori cd, è un po' come sbirciare nella cabina di un aereo e immaginare cosa devi fare per farlo decollare...
La mezz'ora di musica con inedito dj - tra qualche piccola impercettibile defaillance nella fase del mix e diversi pezzi vintage, opportunamente alternati a successi disco più recenti - è stata apprezzata. Non ho fatto sondaggi, ma da come mi urlava Simone (urla che in quel caos sembravano bisbigli) la pista era piena e dunque il risultato era davanti agli occhi.
Al che ho pensato che in fondo il lavoro del dj è un po' come quello di un direttore di rete tv: con la differenza che il dj non deve aspettare l'Auditel per sapere se il suo lavoro ha avuto successo...
"Il pezzo è posizionato, da questo momento mixa quando preferisci", era la frase che faceva da confine tra un pezzo e l'altro. E a me non restava che premere play, abbassare l'audio del cd che si smorzava alzando contemporaneamente quello che doveva partire. Il tutto, al momento giusto (o presunto tale...).
Detta così, sembra una cavolata... Ma quando sei lì, con la gente che balla davanti a te, non puoi "toppare". Si, va be, ci si va per "gioco", ma è pur sempre un "metterci la faccia".
E ogni tanto, quando spuntava fuori un "You spin me round" dei Dead or Alive o "Children" di Robert Miles, qualcuno dello staff dj si girava con un cenno di approvazione. Come dire: "Hai capito il dir?".
Bella, me la sono proprio goduta. E alla fine, salutati tutti, Simone m'ha confidato: "Ma lo sai che t'ho visto agitato sul serio?". E io gli ho risposto: "E' vero, ma adesso che ho cominciato, potrei tornare anche sabato prossimo...".
Chissà...
Alcune delle hits del passato lanciate nella mia personalissima scaletta:
"You spin me round" (Dead or alive) - 1985
"Children" - (Robert Miles) - 1996
"Heart of glass" (Blondie) - 1979
Thank you for the information, the article is very well-written.
RispondiEliminaThanks, this story is very interesting and absorbing! I'm looking forward to reading your new stories!
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