Maggio 2013, Giorgio Squinzi, presidente nazionale di Confindustria si presenta all'assemblea del più importante sindacato imprenditoriale con una cravatta neroverde: da pochi giorni il Sassuolo, la squadra di calcio di cui è presidente, è promosso in serie A.
Una cittadina del
Modenese, laboriosa e ricca di eccellenze – in particolare nella
ceramica industriale – che passerà alla storia dello sport
italiano per questo acuto straordinario giunto al culmine di un
periodo di rodaggio in serie B che già sembrava da solo un miracolo.
E dire che il Sassuolo ha
incrociato spesso negli ultimi 40 anni la sua strada con quella del
Gubbio, in dimensioni e categorie più consone alle rispettive
potenzialità.
Il primo precedente risale
al dicembre 1974, quarta serie, l'odierna C2, i neroverdi battono il
Gubbio di Conti per 3-1, il momentaneo pari rossoblù è firmato da
"Barbetti". Per vedere la prima vittoria del Gubbio bisogna attendere 5
anni, è il febbraio 1979, ancora quarta serie, e la squadra allenata
stavolta da Nofri batte il Sassuolo 2-0 con un gol di Luciani e
un'autorete.
E' indubbio però che le
sfide più accese risalgono alla tv a colori e al ritorno tra i
professionisti delle due formazioni.
Nel 1998, il Gubbio di
Acori incrocia i neroverdi con alterne fortune: all'andata una
punizione allo scadere regala il successo agli emiliani 2-1, in gol
per il Gubbio Pino Lorenzo, mentre al ritorno è Condor Cornacchini
dal dischetto a siglare il gol vittoria. L'anno dopo, nella stagione
deludente targata Donati, è Lazzoni ad infilare la rete del successo
nel match di andata.
Pirotecnica invece la
doppia sfida nel primo anno di gestione Alessandrini: al San Biagio
finisce 4-2 una gara spettacolare, con le perle di Lazzoni, Papa su
punizione, Clementi e Panisson.
Al ritorno è addirittura
Gubbio champagne: finisce 4-1 per i rossoblù che segnano le 4 reti
in un quarto d'ora della ripresa, grazie alla doppietta di Cobra
Clementi, e i gioielli di Cipolla e Melotti. In quella squadra
eugubina milita un giovanissimo Magnanelli, poi capitano della
trascendentale ascesa fino alla A del Sassuolo, di cui ancora oggi
indossa la fascia.
La stagione successiva,
quella della finale play off col Rimini, vedrà addirittura i
neroverdi retrocedere tra i dilettanti, ultimo passo indietro prima
di un decennio di promozioni in fila che decreterà il vero e proprio
prodigio dei modenesi.
E così il Gubbio ritrova
il Sassuolo solo, si fa per dire, in serie B in una doppia sfida
intensa e con un paio di ex: uno è Magnanelli, l'altro è Ettore
Marchi. Ma nessuno dei due colpirà duro, ci pensa Sansone con un
bolide da lontano a decidere la sfida del Barbetti, tra l'altro in
una fase positiva dell'era Simoni. Nel ritorno la vittoria che non ti
aspetti: l'unica in trasferta in tutta l'annata cadetta, l'unica di
Apolloni in panchina, la vittoria dell'illusione, firmata Graffiedi e
. Punirà gli emiliani, in piena corsa promozione, mentre il Gubbio
sprecherà malamente il jolly nelle gare successive.
Oggi le distanze sembrano
siderali tra Gubbio e Sassuolo, che in comune hanno solo i Di
Francesco padre e figlio. Eppure tante affinità ci sarebbero tra due
piazze che hanno in comune la voglia di sorprendere. Mentre quanto al
tifo, beh, un Gubbio in serie A esprimerebbe qualcosina in più dei
pur appassionati 1.500 abbonati di questa stagione...
Patron Squinzi
lo sa, ma lui sotto la cravatta neroverde, si gode quest'annata
speciale.
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