Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

martedì 12 novembre 2013

"Il Rosso e il Blu": e i ricordi delle sfide con il Sassuolo...




Maggio 2013, Giorgio Squinzi, presidente nazionale di Confindustria si presenta all'assemblea del più importante sindacato imprenditoriale con una cravatta neroverde: da pochi giorni il Sassuolo, la squadra di calcio di cui è presidente, è promosso in serie A.
Una cittadina del Modenese, laboriosa e ricca di eccellenze – in particolare nella ceramica industriale – che passerà alla storia dello sport italiano per questo acuto straordinario giunto al culmine di un periodo di rodaggio in serie B che già sembrava da solo un miracolo.

E dire che il Sassuolo ha incrociato spesso negli ultimi 40 anni la sua strada con quella del Gubbio, in dimensioni e categorie più consone alle rispettive potenzialità.
Il primo precedente risale al dicembre 1974, quarta serie, l'odierna C2, i neroverdi battono il Gubbio di Conti per 3-1, il momentaneo pari rossoblù è firmato da "Barbetti". Per vedere la prima vittoria del Gubbio bisogna attendere 5 anni, è il febbraio 1979, ancora quarta serie, e la squadra allenata stavolta da Nofri batte il Sassuolo 2-0 con un gol di Luciani e un'autorete.

E' indubbio però che le sfide più accese risalgono alla tv a colori e al ritorno tra i professionisti delle due formazioni.
Nel 1998, il Gubbio di Acori incrocia i neroverdi con alterne fortune: all'andata una punizione allo scadere regala il successo agli emiliani 2-1, in gol per il Gubbio Pino Lorenzo, mentre al ritorno è Condor Cornacchini dal dischetto a siglare il gol vittoria. L'anno dopo, nella stagione deludente targata Donati, è Lazzoni ad infilare la rete del successo nel match di andata.

Pirotecnica invece la doppia sfida nel primo anno di gestione Alessandrini: al San Biagio finisce 4-2 una gara spettacolare, con le perle di Lazzoni, Papa su punizione, Clementi e Panisson.
Al ritorno è addirittura Gubbio champagne: finisce 4-1 per i rossoblù che segnano le 4 reti in un quarto d'ora della ripresa, grazie alla doppietta di Cobra Clementi, e i gioielli di Cipolla e Melotti. In quella squadra eugubina milita un giovanissimo Magnanelli, poi capitano della trascendentale ascesa fino alla A del Sassuolo, di cui ancora oggi indossa la fascia.

La stagione successiva, quella della finale play off col Rimini, vedrà addirittura i neroverdi retrocedere tra i dilettanti, ultimo passo indietro prima di un decennio di promozioni in fila che decreterà il vero e proprio prodigio dei modenesi.
E così il Gubbio ritrova il Sassuolo solo, si fa per dire, in serie B in una doppia sfida intensa e con un paio di ex: uno è Magnanelli, l'altro è Ettore Marchi. Ma nessuno dei due colpirà duro, ci pensa Sansone con un bolide da lontano a decidere la sfida del Barbetti, tra l'altro in una fase positiva dell'era Simoni. Nel ritorno la vittoria che non ti aspetti: l'unica in trasferta in tutta l'annata cadetta, l'unica di Apolloni in panchina, la vittoria dell'illusione, firmata Graffiedi e . Punirà gli emiliani, in piena corsa promozione, mentre il Gubbio sprecherà malamente il jolly nelle gare successive.

Oggi le distanze sembrano siderali tra Gubbio e Sassuolo, che in comune hanno solo i Di Francesco padre e figlio. Eppure tante affinità ci sarebbero tra due piazze che hanno in comune la voglia di sorprendere. Mentre quanto al tifo, beh, un Gubbio in serie A esprimerebbe qualcosina in più dei pur appassionati 1.500 abbonati di questa stagione...
Patron Squinzi lo sa, ma lui sotto la cravatta neroverde, si gode quest'annata speciale.

Nessun commento:

Posta un commento