Basti pensare solo a quanto accaduto negli ultimi due turni di campionato, ai gol pesanti – e alla fine sicuramente decisivi – messi a segno da Frosinone e Perugia, tra Gubbio e Ascoli, per comprendere come non solo le partite vadano giocate fino al 97' senza mollare mai, ma come proprio i brevi istanti che corrono dopo la fine del tempo regolamentare siano quelli che in un modo o nell'altro possono cambiare colore ad un'intera stagione.
Il gol più tardo, su
questo fronte, e a suo modo anche decisivo, a favore del Gubbio, è
datato 19 aprile 2003, quasi 11 anni fa. La squadra rossoblù è
guidata da Marco Alessandrini e insegue quei play off che poi la
porteranno in finale: si gioca al San Biagio il derby casalingo con
il Gualdo di Cuttone e la squadra biancorossa va in vantaggio con
Roberto Balducci, in una delle numerose perle del suo repertorio.
Sembra fatta quando al 97' dopo vari parapiglia e lungaggini che
impongono all'arbitro, Romeo di Verona – poi salito in serie A –
di concedere ben 7' di recupero, si batte un calcio di punizione dal
limite dell'area. E' il capitano rossoblù, Alessandro Sandreani a
scegliere la sua zolla e ad infilare con la foglia morta la porta di
Aiardi, bissando la prodezza che appena un anno prima – ma all'85'
– Diego Marinelli aveva compiuto, sempre con lo stesso avversario,
sempre nella stessa porta, per fissare lo stesso risultato finale,
1-1. Sarà un gol pesante perchè alla fine il Gubbio per un punto,
quel punto, si ritroverà terzo davanti al Castelnuovo Garfagnana,
avversario che affronterà in semifinale con andata in Toscana e
ritorno a Gubbio, dove sempre Sandreani, andrà a deliziare il
pubblico con un'altra esecuzione d'autore di straordinaria efficacia.
Se però una stagione fa
gridare vendetta per i minuti di recupero, è senza dubbio quella
della serie B: una sola volta i rossoblù sono riusciti a segnare
oltre al 90' un gol decisivo, la prodezza balistica di Ciofani
all'Ardenza di Livorno, con carambola vincente sulla schiena del
portiere Bardi, ancora oggi estremo difensore amaranto in serie A.
Per il resto solo rimorsi e tanti bocconi amari, alla fine più che
decisivi per la triste sorte del torneo: si comincia con la zampata
di Djuric al 91' di Crotone-Gubbio, che segna l'esonero di Fabio
Pecchia. E' il 90' esatto quando al ritorno Falconieri, oggi
attaccante rossoblù, fulmina Donnarumma al Del Duca di Ascoli,
regalando una vittoria ai bianconeri rigenerante nella classifica e
nel morale. E' addirittura il 94' quando Merino indovina a Nocera
Inferiore il gol della vita abbattendo la difesa eugubina dopo il
pari di Lofquist nella gara che segnerà l'infortunio grave di
Bazzoffia e la fine di molte speranze salvezza. Ma come se non
bastasse, saranno ancora al San Biagio – nella breve e triste
esperienza Alessandrini - prima il Crotone, al 93' con il rigore
rocambolesco guadagnato da Vinetot e siglato da Calil per il 3-3
finale, e quindi il Livorno con la rete di Bernacci al 94' in
contropiede, a congelare le chance di permanenza in serie cadetta dei
rossoblù.
Come dire, la B se ne è
andata soprattutto dopo lo scoccare del 90': come una mezzanotte per
Cenerentola, nella quale la splendida carrozza di due anni di
successi prorompenti e impensabili, è tornata ad essere una zucca.
Una zucca comunque di lusso, chiamata terza serie. Dal primo al 90',
anzi anche qualche minuti dopo...
Da "Il Rosso e il Blu" di lunedì 31.3.14
Da "Il Rosso e il Blu" di lunedì 31.3.14
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