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lunedì 25 aprile 2011

L’1-0 sul Lumezzane ce lo ricorderemo come una finale play off: per la cornice splendida, per la sofferenza inaudita, per la gioia finale...

Il “dado” è tratto. E val davvero la pena scomodare Caio Giulio Cesare, sulle sponde del Rubicone, perche l’impresa, il sogno, l’impensabile – solo fino a qualche mese fa – sta prendendo forma.

Non sarà un fulmine a ciel sereno, non uno smash o un fuoco d’artificio improvviso: il destino si diverte a disegnare tratto a tratto i contorni del capolavoro, pennellate intense a tinte forti, ma ben dosate.

E così dopo il carosello di 1-1, il Gubbio torna alla vittoria. Ma che vittoria. Mancava dal 13 marzo, stadio "Giglio" di Reggio Emilia. Al "Barbetti" addirittura da febbraio, contro l’Alessandria. Guarda caso all’esordio di “Dado”, al secolo Ayub Daud. E’ lui a timbrare il gol che marchia a fuoco il primo sigillo verso la definitiva certezza della serie B: un giocoliere del cuoio dal fisico agile, apparenti gambe di sedano, ma un’esplosività al tiro e un talento tecnico decisamente di categoria superiore.

Gioco del destino, ma forse non solo quello: i suoi tre gol (Alessandria, Pavia e Lumezzane) portano 7 punti, quelli che attualmente separano i rossoblù dal Sorrento, un muro quasi invalicabile ormai anche per i più speranzosi supporter del golfo amalfitano. A conferma, caso mai ce ne fosse bisogno, della lungimiranza di un team tecnico, il direttore Simoni, il ds Giammarioli, il coach Torrente, capace di tirar fuori con uno spicciolo di risorse, il classico coupe de teatre anche a gennaio: la scorsa stagione si chiamava Gomez, semisconosciuto attaccante scartato a Verona, che proprio il 25 aprile decise la vittoria spartiacque di Portomaggiore contro la Giacomense, prima di 7 trionfi consecutivi. Stavolta si chiama Daud, per gli amici “Dado”. Ma uno di quei dadi che, palla al piede, o meglio ancora se ferma su calcio piazzato, l’incertezza e il timore del destino aleatorio li lasciano agli avversari.

Lui, chiamato a sostituire Donnarumma, giocatore chiave sul piano tattico, per la prima linea di Torrente, è andato a coronare il passaggio di testimone: proprio Donnarumma aveva firmato l’ultima vittoria, e da allora, e dal suo infortunio, solo segni X. La stoccata secca e implacabile alle spalle del prodigioso Trini assomiglia, nei decibel che l’hanno seguita, ad altre prodezze di questi ultimi mesi, di questo fantastico biennio della triade – fatecela chiamare così – Giammarioli-Simoni-Torrente, in rigoroso ordine alfabetico e cronologico per l’arrivo in rossoblù.

L’1-0 sul Lumezzane ce lo ricorderemo come una finale play off, per la cornice di pubblico fantastica, il calore e il colore degli spalti ma anche per la sofferenza, lo stillicidio di un continuo susseguirsi di capovolgimenti di fronte, tra prodezze memorabili dei rispettivi portieri, chilometri macinati dai rispettivi pacchetti centrali e giocate sontuose di cecchini balistici.

Era il primo match ball per il Gubbio, ed è andato. Ma in fondo è andato nel migliore dei modi, perché mai come in questo sabato di Pasqua si potevano e dovevano tenere i cellulari spenti e ignorare cosa accadesse a due passi dal Brennero.

Contava solo vincere in una sorta di linea del Piave che, se persa, avrebbe potuto clamorosamente rimettere in discussione tutto.

Il gol di Daud – insieme ai miracoli autentici di uno strepitoso Lamanna (che speriamo di vederlo vestire ancora il rossoblù e se non fosse del Gubbio di farlo a Marassi) – oltre alla prova tenace e mai doma di una squadra che ha saputo reagire a qualsiasi difficoltà (uscite di Galano e Farina) - apre di fatto una sorta di ultimo conto alla rovescia, quello che ormai separa il Gubbio dal ritorno in serie B dopo 64 anni. E’ come se un incantesimo asfittico si sia spezzato: con esso il digiuno di 4 partite (un’enormità in questa stagione, per una squadra capace di vincerne 19) quando mancano al traguardo 270’. I primi 90’ dei quali, però, saranno lo scontro diretto di domenica allo stadio "Italia" sulla costiera amalfitana, in un campo più adatto alla playstation che alla terza serie, dove la squadra di Torrente potrà giocare avendo dalla sua due risultati su tre per brindare.

Uno scorcio dello stadio "Italia" a Sorrento
Sapendo che non ci sarà tutto il pubblico rossoblù che una sfida epocale come questa avrebbe meritato (vista la concomitanza con la prima giornata di festa ceraiola): solo in parte compenserà la diretta satellite di Raisport. Non sarà la stessa cosa.

Il primo giro di chiave sul campionato comunque è stato dato, e sarà molto dura togliere la chiave dalla toppa: ora il Gubbio potrà affrontare nelle migliori condizioni mentali la sfida di Sorrento. Sapendo di avere tutto da guadagnare, mentre i rossoneri - orfani per altro del bomber Paulinho infortunato - sapranno che anche un’impresa non potrà impedire ai rossoblù di avere altri match point nelle restanti 2 partite. Il sogno è sempre più vicino. E se il destro di “Dado” assomiglia, per apoteosi e senso liberatorio, al cucchiaio di Marotta, all’appello manca solo l’ultimo colpo: magari un colpo da biliardo.
Già proprio con la lettera B…




Copertina "A gioco fermo" della trasmissione "Fuorigioco" di martedì 26.4.2011
Musica di sottofondo: "The final countdown" - Europe - 1987

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