Chissà se avrebbe usato il celebre appellativo di Rivera, Gianni Brera, la penna sublime per eccellenza del giornalismo sportivo, nativo di Pavia, e forse abituè qualche buon decennio fa delle gradinate di cemento, color biancazzurro del "Pietro Fortunati".
Chissà quali parafrasi o iperboli avrebbe speso per un Gubbio che continua coriaceo e imperterrito, seppur un po’ intorpidito, a custodire il suo sogno impossibile.
Impossibile da realizzare subito. Ma tutt’altro che improbabile. Perché voluto e difeso a denti stretti. Il pareggio in riva al Po è il quinto 1-1 nelle ultime sei uscite: quasi un emblema ormai del Gubbio primaverile, abbonato ai pareggi, e anche alle rimonte.
Solo contro il Bassano la parità è arrivata dopo un gol di vantaggio dei rossoblù, per altro rocambolesco. E forse proprio quello è l’unico vero rammarico di questo filotto di segni X che ci può stare dopo una cavalcata poderosa e incontenibile come quella messa a segno da novembre ad oggi.
Il pari di Pavia ha qualcosa in più, però, rispetto agli altri: la reazione veemente e rabbiosa di una squadra ferita, forse oltre i meriti: per un’espulsione parsa francamente severa, nei confronti dell’ex di turno Caracciolo, e per un gol incassato al primo vero tiro in porta dei pavesi nella seconda frazione di gioco. Tutto merito di baby D’Errico, un furetto classe ’92 che in tre minuti, dopo l’ingresso in campo, ha gettato lo scompiglio nella retroguardia eugubina.
Dicevamo della reazione: prendere un rosso, un gol (e magari sapere del vantaggio del Sorrento) nel giro di soli 3’ poteva rivelarsi una mazzata insostenibile per chiunque. Quasi un campionato riaperto dopo averlo tenuto socchiuso e in attesa dell’ultimo giro di chiave praticamente per un mese.
Il gol di Daud - da http://www.gubbiofans.it/ |
Un gol liberatorio, un gol fondamentale, che vale un punto, vale il +7, vale forse quell’incollatura che a fine campionato potrebbe rivelarsi decisiva nel confronto a distanza col Sorrento.
Il Gubbio c’è e non ha nessuna intenzione di mollare: e lo dimostrano anche i 400 tifosi rossoblù saliti a 20 km da Milano, come da queste parti non erano abituati a vedere. Una lezione di sport e anche di genuinità – vedendo quello che è successo e che soprattutto si è assaggiato un ‘ora prima della partita nei piazzali antistanti lo stadio: un menù ricco, con ingredienti salutari e di qualità, primizie tipicamente eugubine, annaffiate da buon vino della casa.
Possiamo immaginare cos’avrebbe detto "Giuanin" Brera del Gubbio di Torrente.
Siamo certi comunque che avrebbe apprezzato l’anteprima eno-gastronomica in rossoblù così come il terzo tempo domenicalmente di scena al "Barbetti": scene e spontaneità degne del calcio di una volta. Del calcio vero.
E lui, Brera, si sarebbe seduto ad assaggiare le squisitezze eugubine: brindando al traguardo da conquistare al più presto.
Magari già da sabato prossimo…
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