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domenica 16 febbraio 2014

Dal burlesque al burraco. Ed ora il baccarà... Non ci resta che tifare per l'8 o il 9...


E ora non ci resta che far il tifo per Matteo il fiorentino. Letta e' già "andato", dopo una gestazione di 10 mesi difficile, tortuosa, a tratti anche coraggiosa e certamente non disprezzata ne' invisa ai salotti europei.

Ma qualcosa e' cambiato dopo le primarie dell'8 dicembre (il cui esito per altro pareva scontato).

E soprattutto qualcosa di importante e' cambiato nelle ultime 2 settimane se e' vero che a inizio febbraio Renzi rassicurava l'allora premier di "stare sereno", espressione ormai già entrata nel mito e che ricorda vagamente le rassicurazioni di chi riprende sotto braccio prima della "pugnalata".
Le idi di marzo non sono arrivate, ma la pugnalata politica si' ed ora il cerino passa al sindaco di Firenze.

Ci tocca per forza tifare per lui per due semplici motivi:

1) non esistono al momento alternative credibili per Palazzo Chigi. Non può esserlo il Cavaliere "appesantito" quanto basta da burlesque, sentenze e altri giudizi in corso. Non può esserlo Grillo la cui capacita' di assorbire le insofferenze di un popolo ormai stremato e' inversamente proporzionale alla statura istituzionale e al rispetto delle piu elementari regole del bon ton politico.

2) andare al voto e' come salire sulle montagne russe sapendo che le cinture di sicurezza sono manomesse, la rampa in salita e' in condizioni precarie e da un minuto all'altro e' attesa una scossa tellurica del sesto grado della Richter. Senza Porcellum, cancellato dopo anni dalla Corte Costituzionale, mancherebbe anche la bussola scassata di una legge che non decreta vincitori ma solo perdenti (gli elettori).


A Renzi, in questo momento, non sembra esserci alternativa. Il che non significa che questa sia automaticamente una buona notizia. E che il sindaco fiorentino - distintosi finora soprattutto per la grande capacità di "comunicare" (in questo, sì, molto berlusconiano a differenza del tradizionale impaccio Pd) - riuscirà a risolvere i problemi piu gravi di questo nostro scalcinato Paese.
Fisco, legge elettorale, costo del lavoro, occupazione. L'agenzia potrebbe proseguire all'infinito, il problema e' sulla colonna dei "tempi". In quanto tempo saranno varate queste riforme?


L'Italia non può piu aspettare e forse e' proprio il ritmo, vicino allo stallo, cui era ormai costretto Enrico Letta (il cui stile e la cui stessa uscita di scena dignitosa restano esemplari nel chiacchiericcio e nel clima di schiamazzi cui ormai ci ha abituati la politica nostrana), e' stato il fattore determinante alla sua sostituzione. Che somiglia piu ad un esonero di stile calcistico con tanto di "ringraziamenti dalla società (Pd) per il lavoro svolto e auguri per il prosieguo di carriera".

Renzi rischia. Ma forse neanche lui aveva molte alternative. Da segretario Pd avrebbe dovuto rispondere di eventuali fallimenti altrui, pagandone dazio elettorale alla prima occasione (Europee a maggio).


Ha preferito mettersi maglietta e calzoncini e scendere in campo direttamente. Sapendo che la partita sarà difficilissima. Il coraggio, non a caso, e' una delle parole evocate proprio nel suo discorso programmatico al "Nazareno".
Di certo con Matteo Renzi la politica italiana compie un salto generazionale, già abbozzato con Letta, che non ha precedenti nella storia repubblicana. Quando Berlusconi - quasi 60enne - scendeva in campo nel 1994, l'attuale sindaco di Firenze era un semplice concorrente, poco più che maggiorenne, alla "Ruota della Fortuna" di Mike Bongiorno.


Ci vorrà coraggio, dunque. E anche il senso del rischio. Quello che anima il giocatore di baccarà: che ha contato le carte, che ha valutato le probabilità.
Dal burleqsue, di Berlusconi, al burraco, silenzioso e quieto di Letta, ora passiamo al baccarà: a noi non resta che guardare il croupier servire in tavola.
E puntare, senza farsi troppo sul giocatore Renzi... E sperare nell'8 o nel 9. Con la figura accanto.



















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