Per molti è l'eroe della
giornata, per molti altri una maledizione. Non passerà alla storia
come quello di Turone, il suo colpo di testa, ma lo meriterebbe. Di
sicuro c'è una città nella quale gli juventini non sono riusciti a
dispiacersi per il suo guizzo al 94' che ha negato la vittoria alla
squadra di Conte, tenendo ancora aperta la porticina del campionato
alla Roma: ed è proprio Gubbio.
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L'abbraccio con Marotta dopo il 2-0 al Fano
nella semifinale play off - giugno 2010 |
Juanito Gomez, da Santa
Fè, 29 anni il prossimo 20 maggio, è il personaggio del giorno:
Verona ha imparato ad amarlo dopo averlo scaricato senza troppi
problemi quando vegetava in serie C1, spedendolo a Bellaria, dove
Giammarioli lo ha pescato in un gennaio di 4 anni fa, dandogli una
chance in maglia rossoblù.
Se Conte o anche Alessio
avessero dato un'occhiata al nostro archivio, forse avrebbero
piazzato un uomo in più su Juanito che non sul vecchio caro Toni.
Perchè avrebbero scoperto che di testa, il funambolo argentino,
capace di ricoprire praticamente tutti tre i ruoli di un tridente
offensivo, ci sa fare eccome.
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L'urlo liberatorio dopo il rigore vincente col Sorrento
nella sfida diretta dell'8 dicembre 2010 |
Di testa Gomez si presentò
proprio in quell'inizio d'anno 2010, schierato in attacco a fianco di
Casoli e Marotta a Colle Val d'Elsa: contro la Colligiana, avversario
solitamente ostico, una sua inzuccata aprì la strada alla vittoria
in goleada dell'undici di Torrente.
Le sue doti balistiche le
conobbe bene anche il Verona, a proprie spese, pentendosi come non
mai di averlo sottovalutato: l'anno dopo, in C1, a Rafael, attuale
estremo difensore scaligero e compagno di squadra di Juanito, toccò
raccogliere ben due palloni in fondo al sacco, dopo il colpo di testa
vincente dell'attaccante argentino: il primo a Gubbio su pennellata
di Bartolucci, a firmare il momentaneo 1-1, poi arricchito dalla
perla di Sandreani al volo su assist viennese di Galano.
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La prima da avversario... quando preferì nascondersi
sulla fascia... soffrendo per 90' |
Quindi al
ritorno, ancora guai per l'estremo brasiliano, infilzato
dall'incornata di Juanito stavolta sulla ciambella a spiovere di
Farina. E anche al Bentegodi ci pensò Alex eterno capitano a
dipingere la parabola di una vittoria memorabile con una punizione e
quella corsa infinita sotto la curva ormai entrate nella storia
calcistica del Gubbio.
Non furono gli unici acuti
di testa firmati Gomez.
Come quello di ieri non è
stato l'unico gol in serie A per il puntero di Santa Fè (che ironia
della sorte ha siglato la prima marcatura contro il Torino). Di reti
con la maglia scaligera ne ha inanellate 24 in serie B, prima della
promozione nella massima serie, e in A siamo già a 4. Con un record
speciale: essere l'unico giocatore della storia del Verona ad aver
segnato in tutte le competizioni nazionali.
Ma forse il destino, tra
tante prodezze, ha deciso che fosse proprio di testa, che fosse
proprio in zona Cesarini, il gol che, certamente, resterà più di
ogni altro nella memoria dei tifosi gialloblù, e anche
nell'immaginario romantico degli appassionati di calcio: la spizzata
alle spalle di Buffon, al culmine di una rimonta insperata, dopo
appena qualche minuto in campo, quanto basta per diventare Juanito
Gomez davvero per tutti: non solo a Verona, e non solo a Gubbio...
Da "
Il Rosso e il Blu" - lunedì 10.2.14
musica sottofondo - "
Libertango" di A.Piazzolla cantato da Grace Jones (2009)
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