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domenica 23 febbraio 2014

Scuola magistra vitae. Talvolta magistra un po' sinistra...

Scuola magistra vitae? Magistra ma a volte anche un po' "sinistra", verrebbe da dire, dopo la settimana che ci lasciamo alle spalle.
Sinistra, nel senso di ambigua e contraddittoria. Piu' di quanto non appaia - spesso vittima di facili luoghi comuni - tra risorse a picco, la demotivazione di qualche docente (fortunatamente la gran parte continua a fare e bene il proprio mestiere), carenze strutturali e di dotazione (con genitori costretti a provvedere anche all'acquisto di carta igienica), programmi didattici sempre piu' farciti di discipline molto extracurriculari.

Ma in questa settimana di scuole si e' parlato per un paio di casi niente male per chi, nelle cronache della nostra regione, e' costretto quotidianamente a scervellarsi per trovare una notizia curiosa o che non sia destinata alla palude della cronaca politica del periodo pre-elettorale.

La prima da Gubbio, con un giovin liceale salito alla ribalta delle cronache per le proprie assenze ripetute e reiterate. Assenze sembra finalizzate ad un gesto quasi shakespeariano che però rischiava di procurargli un'inopinata bocciatura (la norma non consente un tetto illimitato di assenze e superato un limite prestabilito, 55 giorni, si ripete l'anno). Il tutto voluto per coronare il sogno d'amore, poco più che adolescenziale, di unirsi con la propria fidanzata, di un anno piu giovane, anche tra i banchi di scuola.
L'empasse imbarazzato di istituto e famiglia del protagonista sembra sia stato risolto solo dal "tackle" deciso e risoluto della giovane amata, che lo avrebbe minacciato con un bel "2 di picche" per farlo tornare di senno. E persuaderlo a tornare a scuola.

Complimenti alla fidanzatina che non solo conferma come tempra, carattere e attributi femminili siano ormai quasi l'unico carburante per la sopravvivenza robusta di una coppia, ma anche per la lezione di maturità che appena a 15 anni ha fornito agli spettatori più o meno attoniti e impotenti, volenti o nolenti, della vicenda. Che sarà pure stata "figlia di un sentimento tenero e spontaneo", come è stato commentato, ma che in un passato neanche troppo remoto si sarebbe risolta con una "lavata di capo" a casa o a scuola (o in tutte e due) tale da dissuadere qualsiasi istinto autolesionista.

L'altra notizia arriva in ordine sparso invece da Perugia, Citta' di Castello e Marsciano, dove sarebbe stato distribuito nei giorni scorsi un opuscolo - non autorizzato da Ministero nè da ufficio scolastico regionale - che, udite bene, nelle scuola materne andrebbe ad illustrare una favola dal titolo "Qual è il segreto di papà?" che tra le righe racconta una storia di omosessualità. Il tutto studiato didatticamente per prevenire l'omofobia in bambini che non hanno piu di cinque anni e ai quali credo (e spero) sia ignota sia la parola, che il sentimento, e tutto ciò che ci sta intorno.

In questo caso si e' di fronte ad un tipico esempio di didattica demagogica un po' ipocrita con la quale qualche docente di apparenti larghe vedute vorrebbe instillare, ad un pubblico inappropriato e con abbondante anticipo, il germe della tolleranza. Il tutto con buona pace delle famiglie dei rispettivi pargoli - che spesso si stracciano le vesti per un volantino promozionale lasciato nello zaino senza preventiva discussione - e delle istituzioni scolastiche compresi gli assessorati competenti che, solo dopo che la vicenda e' esplosa come caso giornalistico, ne hanno preso accuratamente le distanze.
Se ciò non fosse avvenuto, i "nostri" bimbi avrebbero potuto dilettarsi con una favoletta che, per carità, per quel che ne avrebbero capito, non li avrebbe traviati più di qualche cartone animato con rutti e parolacce (ne girano, ahinoi, a tutte le ore). Ma siamo pur sempre in una scuola materna.

Più opportuno semmai, sarebbe stato trasferire quella favola, in altra forma comunicativa, in scuole medie, inferiori o anche superiori, dove è più facile che il tema sia compreso. E dove soprattutto un'effettiva opera di prevenzione contro emarginazioni di ogni tipo (non solo legate ai gusti sessuali) non è mai tempo perso.


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