Cosa ci resta di questo 2010? Molto, tanto, tutto - per dirla con l'avv. Gini.
Per un tifoso del Gubbio non sarà semplicemente l’anno del Centenario. Più che altro l’anno trionfale per eccellenza di un intero centenario.
Vincere un campionato, ai play off e in modo trascinante; concludere l’anno solare in testa alla categoria superiore. Roba da pochi. Roba da matti, visto che si parla di Gubbio. Eppure è tutto vero.
E anche le cifre – che di per sé non ci entusiasmano ma che nel calcio qualcosa contano - ci sintetizzano la grandezza di quanto la squadra rossoblù ha saputo costruire in questo 2010: 65 punti in 34 partite nell’anno solare, quasi 2 punti a partita, con 20 vittorie e appena 5 pareggi.
Più che i numeri – comunque impressionanti – sono le emozioni, quelle che restano nella memoria. Scandite da episodi salienti, da vittorie decisive ma anche da sconfitte poi rivelatesi salutari. Da gesti di straordinario talento fino a follie incredibili. E su tutto la gioia, l’entusiasmo, la festa di una tifoseria tornata a livelli di decibel che ricordavamo solo una ventina d’anni fa.
E pensare che tutto era iniziato con un infortunio: quello su cui era incappato Eugenio Lamanna in quel di Bellaria. Prima partita del 2010. Un presagio, per qualcuno: sarebbe stato un altro anno di sofferenza. E invece resterà l’unica incertezza del numero 1 rossoblù, in un percorso a dir poco esaltante. Proprio come la squadra.
I flash che ci vengono in mente passano dalla goleada di Colle Val d’Elsa, alle sconfitte amare di Nocera Inferiore, a tempo scaduto, o il pesante 2-0 con la Sangiustese, l’unica volta in cui abbiamo sentito Torrente parlare di “partita sbagliata”. Quindi la svolta a Fano: mai una sconfitta fu tanto illuminante per caricare la squadra e capire che al Gubbio non mancava nulla per puntare in alto. Lapidarie le parole a fine gara di capitan Sandreani: “Forse giochiamo troppo bene per questa categoria. Ma se rigiocheremo con il Fano non finirà così”.
Da lì, da quella domenica stregata, il crescendo di un mese di aprile da metamorforsi, con il successo fondamentale a Portomaggiore, primo di un filotto poi divenuto celebre con 7 vittorie tra campionato e play off che avrebbero segnato il capitolo 1, quello del trionfo, datato 2010.
Raccontare frammenti e sensazioni dei play off è quasi pleonastico: le immagini, i suoni, i cori, alternati ai boati, parlano meglio di ogni perifrasi. Fino all’apoteosi di San Marino, un campo dannato per lunghi anni, ma che dal 13 giugno i tifosi rossoblù hanno segnato a fuoco sulla loro strada. Un tatuaggio, l’Olimpico di Serravalle. Come il Curi dell’87.
E siamo al secondo capitolo: si riparte dal Teatro Romano – come l’anno prima – ma con tanti volti nuovi, protagonisti semisconosciuti in cerca di gloria. C’è però un filo conduttore, chiamato triumvirato: Simoni-Giammarioli-Torrente. Loro gli artefici di un secondo miracolo, costruito su alcuni pilastri della vecchia guardia (capitan Sandreani su tutti, accanto a lui Boisfer, Briganti, Farina, Lamanna, Gomez, Gaggiotti) e una nidiata di giovani speranze, molti alla prima esperienza tra i prof.
Il debutto è scioccante a Cremona ma dura lo spazio di una settimana: basta rivedere le immagini del trionfo – due giorni prima il debutto interno – con la presentazione del volume “Eravamo in 3000 a San Marino" – che è già rinascita a partire dal poker al Sud Tirol con il Barbetti che diventa domenica dopo domenica fortino inespugnabile perfino per nomi come Verona, Reggiana, Salernitana e, 4 mesi dopo, la stessa Cremonese. E da Como, prima vittoria esterna, nel blasonato "Sinigaglia", comincia anche la marcia inossidabile in campo esterno: Bassano, Lumezzane, Pagani, altre bandierine vincenti di un nuovo Risiko fatto di 7 successi consecutivi tra novembre e dicembre.
Con le tre partite finali, tutte al San Biagio, tutte da ricordare: per atmosfera, intensità, e ovviamente anche per l’epilogo.
Sofferto ma certamente entusiasmante.
Un aggettivo per questo 2010: non diciamo irripetibile, se non altro per scaramanzia.
Ma di sicuro incancellabile. Comunque vada il 2011…
Da copertina "A gioco fermo" di Fuorigioco - speciale "Un 2010 in rossoblù" - 27.12.2010
Musica di sottofondo: "Oh happy days" - tratto da "Sister act 2" - 2006
martedì 28 dicembre 2010
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