Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

lunedì 13 dicembre 2010

La cartolina del girone d'andata è stata spedita: firmata, la capolista

Campioni d’inverno. Non conterà nulla. Ma vuoi mettere...
Il Gubbio è davanti a tutti. In una settimana si sbarazza delle tre avversarie campane (6 gol rifilati tra Pagani e il doppio confronto al Barbetti) e la vetta è lì. Conquistata e pronta ad essere difesa con le unghie e con i denti. Quelli mostrati, senza imbarazzo e senza fronzoli, negli ultimi 180’ vissuti spasmodicamente sul tappeto verde del San Biagio contro Sorrento e Salernitana.
Due squadre diverse, la prima più tattica e tecnica, più agile nei fraseggi, decisamente più forte nel complesso, la seconda più esperta e smaliziata che non si è fatta pregare nell’impostare subito la partita in un clima da saloon, con i vecchi duelli visti sui film di Sergio Leone, dove ha ragione chi urla più forte e magari chi spara prima.

Ma anche la Salernitana – come 4 giorni prima il Sorrento – alla fine ha dovuto fare i conti con la superiorità fisica, psicologica e tecnica dei rossoblù. Che non cascano  nella trappola della provocazione, ma con calma olimpica e determinazione stoica, fanno quello che loro riesce meglio: giocano a calcio e la buttano dentro.
E quando a farlo non riescono le punte, sbuca fuori la testa o la zampata di un difensore: finora ci aveva pensato il cigno, al secolo Martino Borghese. Ieri è stata la domenica del Burri della squadra eugubina, quel Marco Briganti, tifernate di nascita, artista contemporaneo nelle chiusure difensive ed ora anche fantasioso killer in area avversaria. Prima l’insacca di testa, quando tutti si preoccupano di bloccare Borghese o Gomez. Poi l’arpiona d’esterno destro, con il povero Polito costretto alla figuraccia, goffo e maldestro nella presa a terra al di là della linea del gol.

La vittoria sui granata però nasce, ancora una volta, dentro lo spogliatoio: nella preparazione della gara, prima, nella gestione degli eventi poi. Il gol incassato a tempo scaduto, con la panchina rossoblù ancora furibonda con l’arbitro dopo che questi aveva graziato Montervino dal doppio giallo, avrebbe potuto ammazzare chiunque. Un po’ come l’espulsione di Bartolucci mercoledì scorso.
Ma il Gubbio no. E il rientro in campo anticipato della squadra è stato come voler dire alla Salernitana: noi ci siamo, e voi?
E si è visto. In meno di un quarto d’ora, partita chiusa, con una risolutezza, una concretezza, uno stile, nelle geometrie come nella capacità di fare possesso palla, che è proprio solo delle grandi squadre. Non finisce di stupirci questo Gubbio, non finisce di capacitarsi forse neppure Vincenzo Torrente, grande artefice del miracolo rossoblù, di cui ora tutta l’Italia sta parlando. E se anche ha rimediato un’espulsione, pazienza. La squadra ha dimostrato di poterlo seguire anche mescolato tra i tifosi.

Ieri poi la ciliegina sulla torta: il colpo del ko, una voleè deliziosa (qui sopra nello scatto di Gavirati, tratto da http://www.gubbiofans.it/) firmata dal nuovo capocannoniere del torneo, "Peter Pan" Gomez, che danza tra i difensori granata prima dell’uno-due con Donnarumma, il soldatino Ryan sempre pronto ad assecondare l’affondo nel tridente tascabile e incontenibile che ha anche in Galano un protagonista indiscusso. La sciabolata volante in rete del bomber argentino è uno spot, da figurine Panini: uno di quei gesti che avremmo potuto inserire nel montaggio dei Cento anni in rossoblù, qualche giorno fa.
Come tante delle reti che questo Gubbio targato Torrente-Simoni-Giammarioli ci sta regalando da due stagione a questa parte.

Cosa accadrà ora? La domanda, spontanea, diventa però inutile, se si osserva come questo Gubbio ha gestito le diverse situazioni nelle prime 17 gare di campionato. Nei momenti più difficili – dopo Cremona, dopo il fattaccio di Alessandria, dopo il doppio ko tra Spal e Pergocrema – la squadra di Torrente ha sempre reagito con impeto ed energia straordinarie. Il gruppo c’è. E mai come in questo caso, la frase non appare di circostanza.
Il gruppo – che ha solisti eccellenti, oltre che in attacco, come ad esempio il capitano Sandreani, ma anche gli inquilini di reparto Boisfer e Raggio Garibaldi, una difesa che senza la defaillance di Cremona è la migliore del torneo, a partire dal portierone Lamanna anche ieri decisivo – è il marchio di garanzia sul futuro di questa squadra. Insieme alla bontà dell’ambiente, al calore dei tifosi, ad una società che sa dosare i passi secondo la gamba e che difficilmente si farà prendere dalle vertigini, anche di fronte al fresco primato.

Una sorta di annullo postale celebrativo, come quello per il centenario: per ora da apporre sulla prima cartolina. Quella del girone di andata. Firmata: la capolista.





Copertina "A gioco fermo" della trasmissione "Fuorigioco" di lunedì 13.12.2010
Sottofondo musicale: "Kalimba de luna" - Tony Esposito - 1984


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